Porto Nuovo di Lampedusa. Angelo Ciocca è appena salito sulla piccola imbarcazione che a breve lo condurrà dall’altra parte del Mediterraneo. «La situazione non è ottimale» ammette al telefono, mentre la voce tradisce un po’ di preoccupazione. Il vento è forte e il cielo scuro. «Qui ci sono onde alte un metro e dieci». Consigliere regionale in Lombardia e candidato alle Europee con la Lega Nord, tra poche ore salperà verso la Libia. Con lui ci sono cinque disoccupati e un esperto marinaio, reclutato sull’isola tra mille difficoltà. Se la traversata si concluderà senza problemi, a notte fonda i sette sbarcheranno sulle coste africane. Dove chiederanno provocatoriamente un’opportunità di lavoro alle autorità locali.
Probabilmente nemmeno Ciocca si immaginava di chiudere la campagna elettorale in mezzo al mare. Ma la sfida per le Europee è troppo importante. Oscurati dal confronto tra Matteo Renzi e Beppe Grillo, i leghisti sono alla disperata ricerca di voti. E così per guadagnare visibilità e conquistare un seggio a Bruxelles ognuno si arrangia come può. ll risultato sembra essere a portata di mano: nonostante i dubbi iniziali, il Carroccio di Matteo Salvini dovrebbe superare senza problemi la soglia di sbarramento. Intanto tra intuizioni geniali e discutibili trovate da avanspettacolo, l’Italia scopre la creatività degli spin doctor padani.
Chissà con quante difficoltà si è dovuto trasferire a Roma il piemontese Mario Borghezio. Storico nemico della Capitale, qualche mese fa l’europarlamentare uscente ha accettato come una sfida la candidatura nell’Italia centrale. «Certo – racconta chi lo segue – girare per i mercati romani non è sempre facile». Soprattutto nelle zone più popolari, Borghezio viene spesso riconosciuto e insultato dai passanti. Eppure in tanti hanno iniziato a seguirlo. Sono lontani i tempi in cui il leghista paragonava la Città Eterna a Calcutta. A Settecamini, periferia orientale della città, Borghezio è diventato uno dei protagonisti della battaglia contro l’apertura di un centro per rifugiati. Altrove le sue controverse iniziative raccolgono il consenso di tanti romani e, non di rado, la violenta reazione dei presenti. Stamattina per esempio è stato aggredito dalle madri di alcuni alunni mentre manifestava fuori dall’istituto Carlo Pisacane, a Tor Pignattara. Una scuola celebre per l’altissima percentuale di studenti stranieri. Altrettanto pirotecnico il blitz di qualche giorno fa nella borgata di Casal Bertone, durante i festeggiamenti per il capodanno bengalese. Ma anche la consegna di pane sociale a Piazza Vittorio – la Chinatown romana – e nella zona di San Pietro.
Inutile dire che il tema immigrazione è centrale per quasi tutti i candidati leghisti. Prima di partire per la Libia, il lombardo Ciocca si era già segnalato per alcune discutibili trovate. È il caso della proposta di vendere alla Germania l’isola di Lampedusa (valutata circa cento milioni di euro). Ma anche dei videomessaggi fatti registrare da alcuni immigrati e pubblicati in rete. Brevi spot in cui gli stranieri si rivolgono ai loro connazionali provando a convincerli a non entrare in Italia. C’è una versione per gli indiani e una per i pachistani, persino un video in lingua araba. «Ve lo dico con il cuore – raccontano gli improvvisati testimonial – non venite in Italia a fare la fame. Questo è un Paese che sta attraversando una gravissima crisi economica, le cose vanno male da anni anche per noi immigrati».
Il leghista Angelo Ciocca appena partito da Lampedusa
Eccentrici padani in cerca di consensi. Qualche giorno fa il segretario trentino Maurizio Fugatti è stato fermato dalla forze dell’ordine mentre sostituiva alcuni cartelli stradali. Stava provando a trasformare la Regione Veneto in Repubblica Veneta e il Trentino Alto Adige in Tirolo. Paradossalmente l’ex parlamentare del Carroccio aveva avuto meno problemi alcune settimane prima, quando per protestare contro l’arrivo di alcuni profughi si era presentato al municipio di Bolzano indossando una mascherina da sala operatoria. «Un’iniziativa – racconta chi era presente alla manifestazione – per lanciare l’allarme sulle malattie infettive mortali portate dagli africani». Un messaggio politico forte, non c’è dubbio. E probabilmente anche qualcosa di più.
Per una preferenza non si guarda in faccia a nessuno. Ieri in Toscana il segretario Matteo Salvini se l’è cavata con una multa dei vigili urbani. Per denunciare i danni economici della moneta unica, il leader leghista ha pensato bene di organizzare un’asta a sorpresa. Mettendo provocatoriamente in vendita i principali monumenti di Firenze. Indossati giubbino e casco da operaio, Salvini ha appeso gli appositi avvisi commerciali su Palazzo Vecchio, la copia del David, la Loggia dei Lanzi e la fontana del Biancone. Subito dopo, colpevole di aver violato aree non accessibili al pubblico, il segretario del Carroccio si è visto recapitare una contravvenzione di quasi duecento euro. Gli è andata sicuramente meglio rispetto a Napoli e Taranto, dove le contestazioni in piazza lo avevano costretto a interrompere i comizi e allontanarsi velocemente in auto.