La cronaca del 15 maggio
25 MAGGIO, ABITANTI DELL’EST UCRAINO POSSONO VOTARE ALTROVE
15.15 Il capo della Commissione elettorale centrale Mykhailo Okhendovsky ha affermato che i residenti delle regioni di Donetsk e Luhansk potranno partecipare al voto delle Presidenziali del 25 maggio cambiando il proprio comune di voto.
AZIONE “FINALE” DELL’ESERCITO DI KIEV A STAROVARVARIVKA
14.55 Truppe di Kiev impegnate nella “parte-finale” della missione anti-terrorismo a Starovarvarivka, 30 km da Kramatorsk. Ci sarebbero vittime. Secondo il Kyiv POst, che cita il ministro della Difesa ucraino, nessun soldato governativo né civile è rimasto ferito, mentre sono stati catturati tre separatisti.
RUSSIA: POSSIBILE SCONTO SUL GAS PER KIEV
14.50 Il ministro dell’Energia russo Oleksandr Novak ha detto ai giornalisti che la Russia può essere pronta a discutere uno sconto sul gas per Kiev una volta che l’Ucraina avrà estinto il debito. Lo riferisce il Kyiv Post
DONETSK, RAPITO COLONNELLO UCRAINO
13.00 Secondo il Kyiv Post, la Guardia Nazionale ucraina riferisce che il colonnello Yuriy Lebid, capo del commando orientale delle Forze Interne ucraine, è stato rapito da persone non ancora identificate nella regione di Donetsk.
KIEV: PRONTI A PAGARE LA BOLLETTA DEL GAS A MOSCA
Secondo quanto riferisce Reuters, il vice-ministro dell’Energia Ihor Didenko ha affermato in conferenza stampa che l’Ucraina è pronta a pagare il consumo di gas per 4 miliardi di dollari alla Russia entro la fine di maggio. Il Ministro ha aggiunto che Kiev ha calcolato la somma usando come base 268,5 dollari per 1000 metri cubi di gas.
«Da parte ucraina diciamo che, se il prezzo è fissato a 268,5 dollari, allora Naftogaz è pronta a pagare il conto di circa 4 miliardi di dollari entro la fine di maggio. Il ministro ha spiegato che Kiev immagina di importare 3,4 miliardi di metri cubi di gas nel mese di maggio.
La Russia chiede invece all’Ucraina di pagare 485 dollari per 1000 metri cubi di gas.
TRUPPE KIEV DISTRUGGONO DUE BASI RIBELLI A KRAMATORSK
12.00 Associated Press riferisce che nella notte le truppe di Kiev hanno distrutto due basi dei separatisti filo-russi. Il presidente Oleksandr Turchynov ha riferito in parlamento che le forze ucraine hanno distrutto una base militare nei pressi del villaggio di Kramatorsk, a 150 kilometri dal confine con la Russia. Il Presidente ad interim ha inoltre riferito che è stata distrutta una base ribelle vicino alla città di Slovyansk. Secondo il ministro della Difesa ucraino non ci sarebbero vittime.
ULTIMATUM DEI SEPARATISTI: “VIA LE TRUPPE DI KIEV DALLA REPUBBLICA DI DONETSK IN 24 ORE”
Le forze di autodifesa filorusse hanno lanciato a mezzanotte un ultimatum di 24 ore a Kiev perchè ritiri l’esercito dalla autoproclamata Repubblica di Donetsk.
«Se i veicoli corazzati non saranno ritirati e i blocchi stradali delle cosiddette autorità non saranno rimossi avrò sufficiente potere e mezzi, il comandante per distruggere e bruciare qualsiasi cosa. Gruppi di ricognizione e di sabotaggio sono pronti a muoversi a alcuni sono già in posizione». Così ha affermato a mezzanotte a Ria Novosti Serghiei Zdriliuk, vice comandante delle milizie del Donbass.
La giornata di ieri, 14 maggio
INAUGURATA IERI TAVOLA ROTONDA A KIEV PER CERCARE UNA SOLUZIONE ALLA CRISI
Ieri pomeriggio a Kiev è stata inaugurata una tavola rotonda di unità nazionale. All’incontro hanno infatti partecipato ministri, leader politici, imprenditori e governatori regionali, ma non sono stati invitati i rappresentanti dei separatisti filorussi. Cosa che renderebbe – secondo molti osservatori – poco efficace la tavola rotonda.
LAVROV: UCRAINA SULL’ORLO DI UNA GUERRA CIVILE
«L’Ucraina è sull’orlo della guerra civile». È l’allarme lanciato ieri dal ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, che ha ribadito le perplessità di Mosca sulle prossime elezioni presidenziali, fissate per il 25 maggio. In un’intervista a Bloomberg Tv ha poi dichiarato che «i tentativi di trascinare l’Ucraina nella Nato avranno conseguenze molto negative per tutto il sistema della sicurezza europea».
PUTIN, APERTURA SULLE PRESIDENZIALI UCRAINE
Mosca ha dichiarato ieri che i referendum separatisti di Donetsk e Lugansk hanno dato «risultati convincenti» e che la legittimità delle presidenziali ucraine «non è completa». Ma il presidente della Duma russa, Serghiei Narishkin, ha anche affermato che «non svolgere le elezioni (le Presidenziali ucraine del 25 maggio, ndr) sarebbe persino più triste» e che «quindi è necessario scegliere il minore dei due mali».
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La cronaca del 13 maggio
DOMANI TAVOLO UNITÀ NAZIONALE A KIEV
18.45 Inizierà domani alle 16.30 (le 15.30 in Italia) nella sede del Parlamento ucraino la prima seduta del tavolo di unità nazionale annunciato il 9 maggio scorso dal premier ucraino Arseni Iatseniuk per provare ad affrontare la crisi in atto nel Paese. Lo fa sapere l’ufficio stampa del Parlamento. All’incontro parteciperanno – tra gli altri – ministri, candidati alle presidenziali e presidenti di amministrazioni regionali e consigli regionali. Non invitati, invece, i rappresentanti dei separatisti filorussi.
SONO SEI I MILITARI UCCISI NELL’IMBOSCATA DI KRAMATORSK
17.35 Sono sei i militari ucraini rimasti uccisi in un’imboscata dei miliziani filorussi nei pressi di Kramatorsk, nell’Ucraina orientale. Lo afferma il ministero della Difesa ucraino. Secondo fonti degli insorti, nello scontro di Kramatorsk i morti sarebbero stati addirittura una ventina. Nel comunicato si specifica che l’imboscata è avvenuta alle 13.00 locali (12.00 italiane) quando i soldati ucraini sono stati assaltati da un gruppo di 30 persone che il ministro ha definito «terroristi».
AGGRESSORI SPARANO CONTRO LEADER SEPARATISTI DI LUHANSK
17.30 Secondo Rainews, alcuni aggressori non identificati hanno sparato contro l’auto sulla quale viaggiava il leader separatista Valery Bolotov della regione di Luhansk, nell’est dell’Ucraina. L’uomo è rimasto ferito ma non è in pericolo di vita. Lo riferiscono alcuni filorussi. Bolotov è il leader che ieri ha annunciato l’indipendenza della regione di Luhansk.
SCONTRI A KRAMATORSK, CI SAREBBERO MORTI E FERITI
16.15 Si combatte a Kramatorsk, nella regione di Donetsk. Lo riferiscono i media russi e ucraini precisando che ci sarebbero morti e feriti. Secondo l’agenzia russa Ria Novosti, i miliziani filo-Mosca hanno distrutto un mezzo delle forze ucraine. Una testata russa riferisce di un morto e di un ferito tra gli insorti.
SEPARATISTI DI LUHANSK CONTRARI ALLE PRESIDENZIALI DEL 25 MAGGIO
15.30 I filorussi della regione di Luhansk, nell’Ucraina orientale, sono contrari allo svolgimento delle elezioni presidenziali nel loro territorio perchè dopo il referendum separatista di ieri «è cambiato lo status della regione». Ad affermarlo è un portavoce dei ribelli, Vasili Nikitin, secondo il quale «le autorità della Repubblica popolare di Lugansk stanno preparando una lettera indirizzata all’Onu per il riconoscimento di questo Stato».
MOSCA DOPO IL REFERENDUM: “RISPETTIAMO ESPRESSIONE DELLA VOLONTÀ DELLA POPOLAZIONE”
15.00 Mosca «rispetta l’espressione della volontà della popolazione della regione di Donetsk e Lugansk» e spera nel «dialogo tra i rappresentanti di Kiev, di Donetsk e di Lugansk», ha commentato l’ufficio stampa del Cremlino.
SUD-EST UCRAINA TRANQUILLO, NESSUNA MANIFESTAZIONE DI GIOIA
12.00 A Lugansk è stata annunciata una manifestazione per il tardo pomeriggio. Ma finora, nonostante l’annuncio, questa mattina, della vittoria dei sì sia nella regione di Donetsk che di Luhansk, non ci sono state manifestazioni di gioia in nessuna delle città dove ieri si è votato. Anche davanti al palazzo del governatore di Donetsk, dove generalmente staziona una folla di alcune centinaia di persone, non c’è nessuno, riferiscono le agenzie.
RIUNIONE MINISTRI ESTERI UE PER DECIDERE NUOVE SANZIONI
Il ministro degli Esteri olandese Frans Timmermans ha affermato di aspettarsi che il meeting dei ministri degli Esteri europei previsto per oggi a Bruxelles trovi un accordo per espandere le sanzioni economiche contro Mosca. Lo riferisce la Reuters.
I leader dell’Ue, scrive la Bbc, hanno messo in guardia Mosca: ulteriori sanzioni se falliscono le elezioni Presidenziali del 25 maggio.
IL RACCONTO DEL VOTO IN FOTO:
VINCE LA SECESSIONE
L’89,07% ha votato a favore dell’indipendenza dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, mentre il 10,19% si è dichiarato contrario nel referendum tenuto oggi nella regione ucraina orientale di Donetsk: lo ha annunciato Roman Luaghin presidente della commissione elettorale centrale locale.
Le elezioni si sono tenute con liste degli elettori non aggiornate (erano vecchie di due anni, diceva ieri il Kyiv Post), senza osservatori internazionali e con schede elettorali fotocopiate.
TURCHYNOV: “IL VOTO DI IERI È UNA FARSA ISPIRATA DALLA RUSSIA”
Il presidente ad interim Oleksander Turchynov ha condannato il referendum indetto ieri dai separatisti nel Sud-est Ucraina. Con un comunicato diffuso già nel pomeriggio di ieri afferma che il voto non avrà conseguenze politiche per il Paese. «Questi processi sono ispirati dalla leadership della Federazione russa e sono distruttivi per l’economia delle regioni di Donetsk e Luhansk, minacciano le vite e il benessere dei cittadini, e hanno come scopo quello di destabilizzare la situazione in Ucraina, mandare all’aria le elezioni del 25 maggio e rimuovere le autorità ucraine», ha affermato Turchynov.
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