Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.
Se rubare i soldi pubblici diventa normale
Ho letto l’intervista di Fabio Tonacci a Claudia Minutillo, ( Repubblica, 18 giugno) pesantemente coinvolta nel sistema corruttivo veneziano. Inutile che sottolinei quanto il suo atteggiamento sia lontano da quello che dovrebbe essere alla base di ogni uomo e donna delle istituzioni, da chi ricopre alti incarichi ai semplici impiegati o collaboratori. Non è possibile sentire giustificazioni come quelle rilasciate in tema di tangenti «Pensavamo fosse l’unico sistema possibile… Io ero solo un ingranaggio». Ognuno fa consapevolmente delle scelte, ad esempio da che parte stare; e ognuno ha il dovere sociale di dare il proprio anche piccolo contributo a che le cose siano le più corrette possibili. Naturalmente se si vuole che il mondo in cui viviamo sia a misura di tutti.
ALma Bellini, Repubblica 20 giugno
Ma la differenziata è soltanto una facciata?
Come in tutte le stazioni ferroviarie, anche a Faenza ci sono i contenitori diversificati per la raccolta di carta, plastica, alluminio. Ebbene, con grande sorpresa mi sono accorto che il contenuto dei vari contenitori veniva unito in un unico sacco. La raccolta differenziata è solo un’immagine di facciata?
Silvano Landini, Repubblica 20 giugno
Abbracci vietati davanti alla moschea
Pellegrino in Terra Santa sulla spianata antistante la moschea di Omar, davanti alla grande cupola dorata che domina il panorama di Gerusalemme. Vedo due persone che mi precedono di qualche passo, l’uomo cinge col braccio destro le spalle della compagna (entrambi con fare tranquillo), un custode li raggiunge e li invita a staccarsi. Beh, al momento il mio pensiero è andato alle nostre aule scolastiche private della presenza di un crocefisso per non far sentire a disagio i bambini di altro credo religioso.
Angelo Mandara, Repubblica 20 giugno
Iraq, un’altra guerra coi bambini soldato
Un nuovo fronte di guerra è esploso in Iraq. Pur essendo il petrolio il comune denominatore dei conflitti in atto, è difficile addentrarsi nell’ordito eterogeneo dove religione, potere ed economia si fondono in una miscela esplosiva. E come sempre sarà l’infanzia, l’anello debole della catena sociale, ad essere coinvolta ed usata nelle numerose zone di guerra. Il reclutamento coatto dei bambini rappresenta una inaccettabile violazione dei diritti umani e non riguarda solo il Medio Oriente: regioni in conflitto si trovano in Sud America, come in Africa e in Asia. L’Unicef fornisce cifre agghiaccianti sul numero di ragazzini la cui sorte sarà quella di essere dilaniati dalle bombe, o trucidati da lotte tribali o essere arruolati a forza, addestrati e mandati in prima linea. Tutte analisi puntuali ma senza un prosieguo efficace: simbolo del fallimento dell’occidente incapace di impedire che un’intera generazione di bambini sparisca inghiottita dall’inferno. Accettare che un bimbo si affacci
alla vita abbracciando un mitra esprime l’inerzia oscena della nostra civiltà.
Giulia L., Corriere della sera 20 giugno