Terremoto a Livorno: la città rossa per eccellenza punisce il Partito Democratico e per la prima volta nella sua storia cambia pagina mandando in comune un sindaco del Movimento 5 stelle, l’ingegnere aerospaziale Filippo Nogarin: «Sono il sindaco della gente – le sue prime parole – ci siamo presi la città e la restituiremo ai livornesi, se io sono qui lo devo anche a Grillo». Ma non sono finite qui le sorprese in casa del Pd di Matteo Renzi. A Padova dove ha regnato per tanti anni l’ex ministro Flavio Zanonato la spunta Massimo Bitonci della Lega Nord. I democratici si rifanno in Lombardia dove Giorgio Gori la spunta a Bergamo o a Pavia dove a perdere è il giovane astro nascente di Forza Italia Alessandro Cattaneo. Anche a Cremona vince Gianluca Galimberti del Pd. Nel milanese i candidati del Partito Democratico ai ballottaggi vincono in 7 comuni su 9, Novate Milanese, Melzo, Peschiera Borromeo, Cesano Boscone, Rozzano e Trezzano sul Naviglio. In Liguria il centrosinistra la spunta a Sanremo e Ventimiglia, ma perde a Rapallo dove vince Carlo Bagnasco del centrodestra. In Piemonte Biella va al Pd con Marco Cavicchioli, come a Vercelli con Maura Forte e a Verbania con Silvia Marchionini. In Emilia Romagna, a parte Riccione, è monocolore del Pd, da Modena con Gian Carlo Muzzarelli fino a Sassuolo con Claudio Pistoni. Per Silvio Berlusconi e il centrodestra è un bagno di sangue, con la perdita di 46 comuni.
Significativo il risultato di Bergamo e quello di Padova. Gori, ex direttore di Canale 5 al ballottaggio ha sconfitto il primo cittadino uscente Franco Tentorio. Ha ottenuto il 53,5 per cento con 26.385 voti, mentre l’avversario Franco Tentorio è arrivato al 46,5 (22.929 preferenze). Nonostante il calo dell’affluenza, scesa al 55,2 per cento rispetto al 70,4 del primo turno, Gori è riuscito a confermare il vantaggio del primo turno, dove il distacco da Tentorio era superiore ai tre punti percentuali. «La mia priorità è quella di preparare la squadra – è stato il primo commento del neosindaco Gori – Dedico la vittoria alla mia famiglia, che mi ha sopportato e supportato in tutti questi mesi di campagna elettorale. Conosco bene Bergamo. Abbiamo lavorato mesi per entrare nelle realtà più minute, nei quartieri e lavorato per cercare soluzioni». A Padova Bitonci canta «chi non salta comunista è». In piazza delle Erbe, sede della campagna elettorale di Bitonci, è festa, tra un coroe un brindisi. Molti padovani si sono riversati in centro per chiudere degnamente una lunga maratona elettorale che ha portato l’ex sindaco di Cittadella al governo di Padova. Un risultato storico spiegano i leghisti.
Oltre alla vittoria di Livorno, i Cinque Stelle piazzano una bandierina anche a Civitavecchia, importante polo portuale in provincia di Roma. Qui il candidato grillino Antonio Cozzolino batte l’ex senatore Pd e sindaco uscente Pietro Tidei. In Umbria il centrosinistra tiene Terni (il democratico Di Girolamo vince con il 59,5%) e Foligno ma perde Perugia, dove a sorpresa si impone il candidato di Forza Italia Andrea Romizi. Nelle Marche il centrosinistra è costretto a cedere la storica roccaforte rossa di Urbino: in quella che fu la culla dei Montefeltro il centrodestra passa al secondo turno col 56%. Risultato a metà anche in Abruzzo dove il Partito Democratico esce vittorioso a Pescara con Marco Alessandrini (66,3% dei voti) e a Giulianova ma perde a Teramo, dove il sindaco uscente di centrodestra Maurizio Brucchi riconferma la poltrona. A Bari non c’è storia e il candidato Pd Antonio Decaro vince senza patemi d’animo col 65,4% prendendo il posto di Michele Emiliano. Se a Potenza si impone il candidato di Fratelli d’Italia Dario De Luca, a Termoli passa il centrosinistra per 400 voti mentre a Pompei trionfa Ferdinando Uliano, aggregatore di nove liste civiche.