Tassi al minimo e Ltro: il pacchetto Bce per il credito

Tassi al minimo e Ltro: il pacchetto Bce per il credito

La Bce riduce i tassi: quello di riferimento dell’area Euro passa dallo 0,25% allo 0,15%, nuovo minimo storico. I tassi sui depositi diventano negativi e arrivano al -0,1%, mentre il tasso marginale da 0,75% arriva a 0,4%. È la prima volta che un’importante banca centrale taglia il tasso sotto lo zero nel tentativo di rafforzare la spesa e i prestiti.

Queste sono alcune delle misure prese dal Consiglio direttivo della Bce. Il pacchetto, secondo le parole del governatore della Bce Mario Draghi servirà «riportare l’inflazione vicina, ma inferiore, al 2%». Oltre al taglio dei tassi, le iniziative riguardano nuove aste di liquidità e misure preparatorie per acquistare gli Abs (asset-backed security), insieme allo stop alla sterilizzazione dei titoli di Stato acquistati nel piano Smp (Security Market Programme) e a due Ltro (Long Term operazioni di rifinanziamento delle banche). Ecco le altre.

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Sospensione della sterilizzazione dei titoli

Fa parte del pacchetto anche lo stop alle operazioni di sterilizzazioni dei titoli di Stato acquistati durante il piano Smp, del 2010. La strategia bloccherebbe il trasferimento di liquidità delle banche centrali alla Bce, lasciando più denaro nel sistema (circa 170 miliardi di euro). L’obiettivo è di ridurre i tassi di interesse a breve termine (Eonia), e rendere meno cari i prestiti.

Piano acquisti titoli da cartolarizzazioni

La Bce ha annunciato anche l’intenzione di rivitalizzare il mercato degli Abs. Il piano è di «acquistare Abs semplici e trasparenti», ha detto Draghi, «cioè basati su prestiti reali e non derivati»: in altre parole i titoli sottosanti devono essere crediti verso enti non finanziari, con l’obiettivo di finanziare le piccole e medie imprese. L’incentivo, per le banche, risiede nel fatto di poter “impacchettare” il credito in un Abs, che sarà acquistato dalla Bce. Per questa operazione, nota Draghi, saranno necessarie alcune modifiche delle norme. La Bce ci starebbe già lavorando insieme ad altre istituzioni. 
Questa misura potrebbe lasciare ipotizzare che la Bce abbia intenzione di avviare un piano di quantitative easing, cosa che finora ha sempre cercato di evitare.

Due nuove Ltro

Ci saranno due maxi operazioni di rifinanziamento alle banche. «Le controparti saranno autorizzate a prendere in prestito», almeno all’inizio «fino al 7% del totale dei loro impieghi verso il settore privato — non finanziario — dell’area euro, al netto dei prestiti per i mutui al 30 aprile 2014». I fondi, in sostanza, sono “mirati” per essere a favore di famiglie e imprese. La loro scadenza è protratta a settembre 2018. Il totale combinato, ha aggiunto Draghi, «è di 400 miliardi di euro». Altri due Ltro «saranno condotti a settembre e a dicembre 2014»

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Insomma, conclude Draghi,«ci aspettiamo che le misure prese abbiano effetto», soprattutto in un quadro in cui «la ripresa è lenta, fragile e non equilibrata. Ma c’è». Anche dal mercato del lavoro «arrivano segnali di stabilizzazione». Per quanto riguarda il pericolo di una deflazione, ha sottolineato, «non la vediamo». Mancano alcuni segnali importanti: «Non vediamo famiglie che rimandano acquisti, né altri aspetti di questo fenomeno».

È comunque un pacchetto di misure è significativo: «La Bce ha deciso di muoversi sia sul fronte dei tassi che quello della liquidità», nota Sergio De Nardis, capo economista di Nomisma. Il rifinanziamento a lungo termine «persegue l’obiettivo esplicito di migliorare la trasmissione dello stimolo monetario all’economia reale», mentre il taglio in negativo del tasso sui depositi vuole «abbassare il cambio dell’euro». È notevole come abbia agito anche sulle aspettative: Draghi ha posto molta enfasi nell’impegno unanime del board a ricorrere «anche a misure non convenzionali, se la bassa inflazione persistesse», cioè se le decisioni di oggi «non dovessero funzionare». In generale, «è un’azione preannunciata e non inferiore alle aspettative. Si spera che sia giusto anche il timing».

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