Caro direttore, la casa del boss andava abbattuta prima

Caro direttore, la casa del boss andava abbattuta prima

Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.

Quando l’inchino è per un uomo onesto

Sabato 20 settembre a Oratino, in Molise, muore a 97 anni Mario C., per tutti “zio Mario”. Era uno scalpellino, e si era occupato per 50 anni dell’organizzazione della festa della Madonna di Loreto e della fiaccolata. La processione si è fermata davanti alla sua casa. L’inchino della Madonna a un uomo semplice e onesto. Forse c’è ancora speranza.

Valeria Tromba, [email protected]la Repubblica, 24 settembre

Non si poteva ricorrere al Genio per demolire la villa abusiva?

Non riuscirò mai a capire perché in Calabria, per demolire una villa (abusiva e costruita su un’area archeologica) dove venivano pianificati omicidi e estorsioni, sia stato necessario per ben 11 anni ricorrere a bandi pubblici andati tutti deserti. Solo ora un testimone di giustizia che vive da tempo sotto scorta si è offerto di demolirla. Non esiste più un corpo dell’esercito (il Genio) per incarichi così delicati?

Maria Pia Torretta, [email protected]la Repubblica, 24 settembre

Da noi tutto è severamente vietato

In Italia le cose non sono vietate, sono “severamente” vietate. E’ “severamente vietato” attraversare i binari, dare da mangiare ai cigni nel parco, oltrepassare il tale limite o entrare nel tal posto. Oppure c’è “divieto assoluto”: di vendere o somministrare bevande, di fumare, di toccare gli oggetti al museo…La differenza rispetto ad altri Paesi europei è evidente. In Inghilterra basta un “No smoking” per farti passare il vizio di accenderti una bionda, almeno in luoghi pubblici, così come in Germania al “Verboten” non va aggiunto un aggettivo rafforzativo, perché se una cosa è vietata lo è e punto. Invece da noi bisogna “caricare” il precetto, potenziarlo, quasi a minacciare che se ti vieto una cosa magari la passi liscia, ma se te la vieto “severamente”, allora… Il punto è che chi fa le regole in Italia (e ciò vale dai cartelli ferroviari alle politiche fiscali) non morde con i denti ma con le gengive. Gli italiani lo sanno bene. E continuano a fregarsene.

Gianni Macheda, Italia Oggi, 24 settembre

Che errore rifiutare la spazzatura del Sud

Non condivido le barricate alzate dall’assessore all’ambiente della Lombardia e dal sindaco di Brescia, ai quali si sono uniti il presidente della Lombardia e il coordinatore di Forza Italia Maria Stella Gelmini. Mi chiedo se costoro conoscono i dati tecnici dei termovalorizzatori e il loro funzionamento. La Germania si è forse rifiutata di accogliere i rifiuti di Napoli? No, perché i tedeschi non sono autolesionisti come gli italiani. I termovalorizzatori producono energia bruciando rifiuti, pertanto più rifiuti si bruciano più energia si produce, facendo scendere il prezzo della stessa. E se poi, come i tedeschi, si chiede un bel prezzo per ogni tonnellata questa scende ancor più. In Lombardia, invece, si costruiscono i termovalorizzatori, poi, in ossequio all’ambientalismo da strapazzo, si avvia una raccolta differenziata sempre più meticolosa e costosissima per i cittadini che sottrae materia prima agli impianti d’incenerimento rifiutandone addirittura altri.

Renato Rivelli, Gallarate (Va), Il Giornale, 24 settembre

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