Il fascino del blasone
Correva l’anno 954 e un certo marchese Guido, conte imperiale di Ventimiglia, si preparava a partire per prestare aiuto a re Alfonso di Spagna, che stava combattendo contra perfidos Saracenos. Prima di avviarsi però, il solerte marchese si premuròdi donare alcuni dei suoi possedimenti ai monaci benedettini dell’abbazia di Lerino. Si trattava del territorio attualmente occupato dal comune di Seborga, in provincia di Imperia; e se questo piccolo fatto storico — per alcuni di dubbia veridicità — potrà sembrare del tutto marginale nell’economia della grande Storia dell’Occidente, per i seborghini si tratta invece di una questione molto seria. Oserei dire cruciale.
Come ben sanno i parvenu russi in viaggio in Italia, il piccolo comune di Seborga — 323 abitanti — oltre a essere un adorabile borgo ligure, è una micronazione, ovvero un’entità autodichiaratasi indipendente dal proprio Stato, senza però aver ottenuto (ancora?) un legittimo riconoscimento. Che si tratti di una rivendicazione storicamente fondata o di una mossa per attrarre turismo, quel che è certo è che a Seborga la questione indipendentista è molto sentita e caldeggiata da tutta la cittadinanza. C’è un principe — Marcello I —, una principessa — Nina Döbler, sua consorte nonché ministro degli esteri —, una moneta — il luigino — e un inno, grondante retorica come ogni inno che si rispetti, con in più qualche tocco alla Gigi D’Alessio, specie nei versi «vai, seborghino vai / non ti fermare mai / se incontri degli ostacoli».
Attratti dal fascino del blasone e dalle eccentricità di questa piccola monarchia autoproclamata, siamo andati a visitarla in occasione di una delle sue feste nazionali: la notte BiancAzzurra, che è una sorta di sagra, però più glamour e meno caciarona.
Arrivare a Seborga non è tanto diverso dal mettere piede in uno dei tanti piccoli borghi medievali italiani: molta pietra, graziose piazzette, piccole viuzze e un’atmosfera che sa di antico, però di un antico molto lindo e ordinato, come turismo impone.
Al nostro arrivo nel pomeriggio sono in corso i preparativi per la sagra, che inizierà intorno alle 8 di sera. Nella piazza più grande del paese, in particolare, si stanno predisponendo un palco e le grandi tavolate. Il cielo, che sembra trattenere la pioggia a stento, non promette nulla di buono, ma l’allestimento non è in alcun modo fiaccato dal pessimismo e procede spavaldo sotto la volta plumbea.
La festa è anche un’occasione per esporre una volta di più i colori nazionali — bianco e azzurro — nella forma di ghirlande e festoni, che vanno ad aggiungersi alle già numerose bandiere del Principato, che campeggiano un po’ ovunque.
Oltre al furore araldico, notiamo subito moltissimi rimandi ai cavalieri templari, che la fanno da padrone anche nei negozi di souvenir, accanto ai sempre verdi gadget del Signore degli Anelli.
Qui a Seborga i monaci, gli ordini cavallereschi e le grotte dedicate alla Madonna sono cose di grande importanza, per questo, per cominciare, sarà bene fare un po’ di ordine nella storia del Principato. D’altra parte persino Wikipedia, che sulla voce micronazioni si mostra particolarmente beffarda, inserisce Seborga nella categoria meno bistrattata, quella cioè delle «anomalie storiche», ovvero quelle micronazioni «fondate con aspirazioni genuine», molte delle quali basate appunto «su anomalie storiche, o — e qui i toni si fanno nuovamente beffardi — eccentriche interpretazioni di leggi».
Ma quali sono queste anomalie? Qui trovate una versione dettagliata dal punto di vista dei seborghini, ma per farla breve il primo importante tassello è appunto la donazione del territorio ai monaci di Lerino. Segue, quasi settecento anni più tardi — nel 1729 — un nuovo cambio di proprietà: i monaci vendono Seborga al Regno di Sardegna, ma nell’atto di vendita, a detta dei seborghini odierni, sembrano esserci delle irregolarità, che di fatto renderebbero nulla sia l’annessione ai territori sabaudi, che, di conseguenza, quella al Regno d’Italia.
«Seborga è sempre stata indipendente. È l’Italia che ci ha annesso abusivamente», ci spiega Marcello I, il principe in carica, che ci ha dato appuntamento insieme a sua moglie presso il suo ristorante, Marcellino’s, il cui slogan recita «royal taste experience».
Un po’ di storia recente
In realtà, nonostante le rivendicazioni di matrice storica, le ambizioni indipendentiste si sono risvegliate relativamente di recente. Il 14 maggio 1963 infatti, secondo quanto riporta il portale del Principato, «il popolo di Seborga si riunisce liberamente e spontaneamente» ed elegge il suo primo principe, Giorgio I, ovvero Giorgio Carbone, un cittadino appassionato di storia e grande sostenitore della causa indipendentista.
Il principe Giorgio si rivela un sovrano molto amato e resta in carica fino alla sua morte, il 25 novembre 2009. Dopo un fisiologico periodo di confusione dovuto al vuoto di potere, il 25 aprile 2010 viene eletto, sempre tramite democratiche elezioni, l’attuale principe in carica, l’imprenditoreMarcello Menegatto, coadiuvato, come il suo predecessore, da un Consiglio di nove ministri e da un Consiglio dei priori.
Marcello I saluta i suoi “sudditi”
Anche se non è nato principe, il nostro Marcello vanta una biografia certamente poco plebea. Cresciuto in Svizzera, ha conosciuto sua moglie Nina, di origine tedesca, all’istituto Monte Rosa di Montreux. Si è poi trasferito nel Principato di Monaco, dove ha ricoperto la carica diplomatica di Console Onorario della Repubblica di Panama.
Approdato a Seborga come imprenditore edile, ha acquistato un ranch con vari animali, tra cui quindici cavalli purosangue, ha acquisito la cittadinanza e alle elezioni del 2010 ha sconfitto il suo blasonato avversario, Pepi Morgia, regista e designer, nel cui nome completo — Gian Luigi Maria Morgia dei conti di Francavilla — sembrava già scritto un destino regale.
Al momento della nostra visita però, il principe sta affrontando qualche difficoltà. Da pochi giorni infatti è stata diffusa la notizia che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha definitivamente respinto il ricorso per l’indipendenza di Seborga, presentato alcuni anni prima. E nonostante il ricorso fosse partito prima della sua investitura, alcuni cittadini e curiose personalità non mancano di dare la colpa al principe stesso. La coppia reale però ci assicura di avere altri assi nella manica, «ma non vogliamo dire nulla finché non è tutto fatto», precisa la principessa.
Nel frattempo la stampa locale calca la mano sulla delusione della cittadinanza — manifestata anche sui social network — e paragona la coppia a Carlo e Diana . Marcello e Nina però non si scompongono e delegano i malumori a una «sparuta minoranza di opposizione»: anche una monarchia di 320 abitanti ha il diritto di vantare i propri intrighi alla Game of Thrones.
Oltre alla corona però, a Seborga è naturalmente presente anche lo Stato italiano, nella persona del sindaco Enrico Ilariuzzi (lista civica Uniti per Seborga). «Con lui siamo in ottimi rapporti — ci spiega Nina — perché abbiamo entrambi lo stesso scopo: promuovere Seborga e renderla più invitante possibile». Di fatti l’impronta smaccatamente turistica di questo piccolo borgo dedito alla floricultura è evidente e coinvolge un po’ tutta la cittadinanza, come nel video Happy Seborga in cui a ballare sono anche le suore e le guardie reali.
Seborga e l’Oriente
Tra ituristi che il Principato vorrebbe assicurarsi ci sono sicuramente i cinesi facoltosi. Nei progetti della principessa c’è infatti l’organizzazione dei matrimoni da favola destinati a clienti cinesi, con «carrozze e abiti sontuosi in stile ’800 italiano».
«Addirittura in Cina c’è un cartone animato su Seborga — ci racconta il principe — Se digiti “Seborga” su Google vengono fuori le immagini». «Lo fanno studiare a scuola ai bambini — interviene la principessa — fanno studiare questo territorio che si trova geograficamente in Italia ma non fa parte dell’Italia».
Seguendo il suggerimento del principe e cercando su Google, notiamo che esiste effettivamente una sorta di fumetto cinese dedicato almeno in parte a Seborga; ciò che compare su Google immagini però è un personaggio dell’anime giapponese Hetalia Axis Powers in cui le nazioni vengono antropomorfizzate e caratterizzate da una personalità plasmata sullo stereotipo tipico del Paese in questione: i protagonisti sono i fratelli Italia del Nord e Italia del Sud — pigri, vigliacchi e donnaioli — mentre Seborga interpreta un personaggio secondario, anch’egli donnaiolo e un po’ passivo, il quale però sembra avere con le donne un successo maggiore dei fratelli italiani.
L’altro Paese a cui il Principato sembra volgere lo sguardo in maniera preferenziale è la Russia. Interesse ricambiato, come conferma un servizio dell’edizione russa della rivista Royals — di cui la coppia va molto fiera — e il fatto che dopo il nostro incontro Marcello e Nina saranno intervistati da un’emittente russa. Per andare incontro ai gusti dei facoltosi turisti stranieri, altri progetti in cantiere, modellati sullo stereotipo della monarchia europea, saranno il cambio della guardia e il colpo di cannone sparato a mezzogiorno. «Penso che non ci siano altri spari di cannone in giro — riflette il principe — Monaco ha il cambio della guardia, ma niente sparo».
Rigurgiti medievali
Prima di terminare l’intervista, cerchiamo di chiarirci le idee sugli ordini cavallereschi. La questione in realtà è più spinosa di quanto si potrebbe pensare: ci sono infatti i Cavalieri di San Bernardo, patrono del Principato, e il V.O.S.S. (ilVenerabilis Ordo Sancti Sepulchri), conosciuto anche come l’Ordine dei Cavalieri Bianchi di Seborga, erede della cavalleria monastica cistercense. Ed è questo, secondo il principe, che crea un po’ di confusione perché di fatto esistono due V.O.S.S., uno registrato da un’associazione italiana e l’altro nel Principato di Seborga. Ovviamente entrambi pretendono di essere l’ordine autentico e la nostra impressione è che qui, se di battaglie per il potere si può parlare, esse vengano combattute a colpi di riferimenti storici. D’altra parte le suggestioni medievali si sprecano anche nel magazine ufficiale, InsideSeborga, del quale troviamo particolarmente inquietante la «rubrica esoterica», che nel numero che abbiamo in mano titola: « Tatuaggi e piercing, antiche pratiche ancestrali che ingannano nascondendo lati oscuri ed infernali».
La coppia reale posa davanti al Palazzo dei Monaci, sede della Zecca.
Dopo un attimo di doveroso smarrimento, è il momento della visita al negozio ufficiale di souvenir. Il principe, dopo essersi fatto fotografare, ci saluta, mentre la principessa ci accompagna al negozio e ci mostra i famosi luigini, il cui cambio è di 6 dollari americani e che vengono accettati da alcuni esercenti di Seborga come fossero moneta corrente. In caso di riconosciuta indipendenza però, la coppia reale non ha dubbi: «Seborga resterà nell’euro. Come ha fatto anche il Principato di Monaco».
Altri gadget molto peculiari sono i passaporti turistici e le targhe automobilistiche, che naturalmente vanno utilizzate solo in accompagnamento alla targa italiana.
La notte BiancAzzurra
Salutiamo anche la principessa e ci apprestiamo a goderci la sagra. Il tempo ha retto, con grande compiacimento di Marcello I, che fin da subito si era detto ottimista.
Oltre alla tipica cena da sagra, consumata nella piazza più grande, la festa prevede che nel centro storico — che è poi la quasi totalità del paese — siano imbastiti in tutte le piazzette tanti piccoli concerti di diversi generi musicali.
L’idea funziona e con la combinazione mini piazzetta + borgo notturno + orchestrina jazz si va sul sicuro. Certo, si tratta di un’immagine molto turistica dell’Europa, forse un po’ melensa, ma lo scenario è bello e anche gli spettatori beneficiano delle luci soffuse e dell’atmosfera creata ad hoc.
Ripartiamo a sera inoltrata, lasciando Seborga ai suoi prossimi eventi in cartellone: la festa nazionale del 20 agosto e, soprattutto, la prima partita della sua nazionale di calcio. La squadra avversaria sarà Sealand, altro celebre Principato indipendente, che consiste in una piattaforma artificiale costruita durante la seconda guerra mondiale al largo delle coste britanniche. «Adesso ci lanciamo nel calcio — aveva commentato soddisfatta la principessa — dopo che ha vinto la Germania, tocca a Seborga».
La partita, disputata il 10 agosto, si concluderà con la vittoria di Sealand, ma stando a Riviera24 la neonata nazionale si è difesa bene, sfiorando addirittura «un’epica rimonta».