Era il 3 ottobre 2013. Al largo di Lampedusa, davanti all’isola dei Conigli, affonda un’imbarcazione carica di migranti dopo un incendio a bordo. In mare, vengono recuperati 366 cadaveri. Secondo il racconto dei 155 superstiti, di cui 41 minori, sul peschereccio viaggiavano più di 500 passeggeri. In mare restano disperse circa 20 persone. È la più grande catastrofe marittima nel Mediterraneo dall’inizio del ventunesimo secolo.
(Le bare dei migranti all’aeroporto di Lampedusa il 5 ottobre 2013 /Getty Images/Tullio M. Puglia/Stringer)
In quei giorni il molo dell’isola si trasforma in un grande cimitero. Le immagini dei corpi coperti dai teli fanno il giro di tutto il mondo. Dopo pochi giorni, il 18 ottobre 2013, partirà l’operazione Mare Nostrum, in cui l’Italia si è impegnata nel pattugliamento delle coste e il recupero delle imbarcazioni in difficoltà. A fine agosto, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha annunciato l’avvio dell’operazione Frontex Plus.
«In 12 mesi non è stata presa nessuna decisione politica nel Paese. Invece in questo momento più che mai gli interventi politici sono necessari, soprattutto in considerazione che l’Italia ha davanti a sé altri tre mesi di presidenza europea, ed è questo il momento migliore per promuovere iniziative concrete e condivise tra gli Stati», ha detto Christopher Hein, direttore del Cir (Consiglio italiano per i rifugiati).
Una raccolta dei nostri articoli e delle nostre analisi dell’ultimo anno sugli arrivi degli immigrati in Italia e le politiche messe in campo dal nostro Paese: