La Cia può vantare una lunga lista di profili psicologici, elaborati a distanza, di leader e nemici degli Stati Uniti. Uno degli ultimi studi del Pentagono, nel 2008, ha concluso che Vladimir Putin sarebbe un “autistico”. Dopo aver osservato con attenzione diversi filmati del presidente russo sono giunti alla concusione che “Putin è portatore di una anormalità neurologica, identificata come sindrome di Asperger”, un disordine che “influisce su tutte le sue decisioni”. Sarà.
La storia, però, è lunga. Prima di lui sono stati esaminati con cura personaggi come Adolf Hitler, Nikita Krusciof, Fidel Castro. Di tutti sono stati ravvisati tratti e caratteri strani, sindromi e malattie psicologiche importanti.
Hitler, ad esempio, è descritto come un narcisista nevrotico tendente al suicidio (e questo era esatto), impotente, insicuro e masochista. Si legge, in un report sul dittatore nazista: “C’è quasi completo accordo tra specialisti e non specialisti della psicologia che la personalità di Hitler sia un esempio del tipo antagonistico, marcato da sforzi testardi e intensi per superare disabilità, debolezze e umiliazioni (ferite alla sua autostima) e anche da tentativi di vendicare offese al suo orgoglio”.
Dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale Hitler soffrì di cecità isterica, da cui guarì quando decise di proporsi come salvatore della patria.
Nel 1961 sotto le lenti della Cia passò il presidente sovietico Nikita Krusciof, in occasione del suo incontro con il presidente John F. Kennedy – la cosa, in realtà fu reciproca: anche i russi fecero un profilo di Kennedy per Krusciof, descrivendolo come un “tipico pragmatico”, la cui “fede liberale” era “abbastanza relativa”. Per la Cia, Krusciof era un “contadino ruvido cui piaceva apparire imprevedibile, con una doppia faccia”. E ancora: “attore senza inibizioni, che sostiene le sue ragioni con umorismo campagnolo. Ma ha una abilità insolita a proiettare la forza della sua personalità potente. È sensibile in modo inimmaginabile alle mancanze di rispetto – vere o immaginate – nei suoi confronti. Sa essere onestissimo, ma anche un grande dissimulatore, esperto nei bluff. Ed è difficile capirlo. A meno che sia stanco, quando è meno bravo a nascondere il suo cattivo umore”.
Fidel Castro venne “analizzato” nel dicembre del 1961. “Non è pazzo”, hanno concluso. “Ma è una personalità così nevrotica e instabile per essere vulnerabile ad alcuni tipi di pressioni psicologiche. Le sue caratteristiche principali sono la fame di potere e il suo bisogno di riconoscimenot e adulazione da parte delle masse”. Il tutto “con un bisogno costante di ribellarsi, di trovare un avversario e di estendere il suo potere personale contro l’autorità”. Se sottoposto a critiche, “diventa instabile e perde il contatto con la realtà”.