La Net Neutrality ha vinto

La Net Neutrality ha vinto

La Net Neutrality ha vinto. Giovedì 26 Febbraio 2015 la FCC, la Federal Communications Commission, l’agenzia governativa che regola il sistema delle comunicazioni negli Stati Uniti, ha approvato una nuova serie di regole per tutelare la net neutrality (“neutralità della rete”), cioè il principio secondo cui tutto il traffico su Internet deve essere trattato allo stesso modo. I provider, gli operatori che ci offrono la connessione a Internet, non possono decidere arbitrariamente cosa trasmettere e a quale velocità: nessuna corsia preferenziale o restrizione per chi offre prodotti e servizi online.

Per gran parte della storia la rete è stata per sua stessa natura “neutrale” grazie alle sue impostazioni tecniche che rendevano “ciechi” i provider rispetto alla tipologia di dati trasmessi. Tutti i servizi online – Google, Facebook, Youtube, Netflix ad esempio – sottostavano alle stesse regole: gli operatori della rete non potevano decidere arbitrariamente – o in base a chi paga di più – quale servizio trasmettere più velocemente.

Le nuove tecnologie come il DPI (deep packet inspection), consentono ora agli operatori di identificare la tipologia di contenuti che stanno trasmettendo. Allo stesso tempo nuove forme di traffico sono in aumento : basti pensare a Netflix, il servizio di video streaming, che rappresenta oggi un terzo del traffico di punta in America.

Per trasmettere questi dati, dicono le aziende di telecomunicazione, è necessario costruire un’infrastruttura potenziata. C’è chi usa più banda di altri. Ed è giusto, secondo alcuni, che questi costi vengano caricati su aziende come la stessa Netflix.

Il dibattito ha suscitato molto scalpore negli ultimi mesi e ha visto contrapporsi interessi ed ideologie. Si è snodato tra chi era favorevole, come le associazioni dei consumatori e le aziende della Silicon Valley (senza dimenticare il Presidente Obama che si è schierato a favore) e i contrari, in prima linea i grandi operatori telefonici – i provider – come Verizon, Comcast e AT&T.

I fautori della net neutrality sostengono che garantire la neutralità della rete è una misura indispensabile perchè abilita l’innovazione : se i giganti del web dovessero godere di specifici privilegi, le startup e, più in generale, tutti i servizi innovativi ne sarebbero danneggiati dovendo fronteggiare enormi barriere all’ingresso. Gli stessi distributori di contenuti, oggi, non sarebbero favoriti dal dover pagare per usufruire di una banda più larga, ad esempio. Come sostiene Tim Wu della Columbia Law School che ha inaugurato il dibattito più di un decennio fa, la net neutrality consente di preservare una competizione darwiniana tra tutti i servizi online, rendendo possibile la sopravvivenza solo dei migliori. La net neutrality rappresenta il principio inalienabile che garantisce la democratizzazione della rete.

Dall’altra parte, chi la osteggia, afferma che queste misure sono contrarie all’innovazione perché non favoriscono il libero mercato e conducono alla stagnazione tecnologica: nessun operatore è incentivato a potenziare il suo servizio. Allo stesso tempo, sostengono, la neutralità della rete rischia di dare molto più potere al governo in materia di controllo di Internet, concedendogli l’onore e l’onere di monitorare la rete per assicurarsi che il principio venga rispettato.

Alla fine, ha avuto la meglio la posizione espressa da Tom Wheeler , Presidente della FCC: nonostante riconosca come comprensibili le richieste degli operatori di gestire i network massimizzando il loro business, Wheeler si schiera nettamente a favore della tutela dei consumatori. La commissione, sostiene il suo Presidente, ha da sempre imposto la sua autorità per cercare di garantire i benefici più ampi per tutti. Per esempio, cita, internet non sarebbe emerso come abbiamo assistito se la FCC non avesse imposto un accesso open alle apparecchiature di rete nei tardi anni 60. Prima di allora, AT&T proibiva a chiunque di collegare alla rete modem che non fossero di sua proprietà. Allo stesso modo, aziende come AOL sono cresciute proprio perché questi modem davano loro accesso ad una rete telefonica “open”, ancora una volta grazie alla regolamentazione imposta dalla FCC.

Internet deve rimanere aperto, equo e veloce, afferma Wheeler . Almeno per ora e almeno negli Stati Uniti, il pericolo di un Internet a due velocità è scampato.

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