“Landini non può dire che Renzi è peggio di Berlusconi”

“Landini non può dire che Renzi è peggio di Berlusconi”

Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.
 

Da Repubblica del 28 marzo

I miei studenti analfabeti di ritorno dopo le vacanze estive

Sono grato al ministro Poletti per aver gettato un sasso nell’acqua stagnante delle vacanze estive degli studenti. Naturalmente si sono subito levate voci contrarie da parte dei soliti conservatori. Qual è davvero la situazione? Abbiamo una disoccupazione giovanile impressionante, nelle scuole non si impara a lavorare, gli studenti non imparano le lingue straniere. Allora proviamo a inventare qualcosa di nuovo in almeno la metà dei lunghissimi tre mesi di vacanza. Il futuro corre veloce e solo chi tiene il passo andrà avanti. Ho fatto l’insegnante di scuola superiore per trent’anni e ho sempre constatato nel mese di settembre, dopo la lunga vacatio estiva, un preoccupante analfabetismo di ritorno. È come se ogni anno gli studenti, oltre a godersi una meritata vacanza dalle fatiche dello studio, sprecassero il loro tempo a non andare da nessuna parte, se si eccettua la ricerca di qualcuno o qualcosa con cui connettersi nel mondo virtuale.

Alberto E. Calosso, Torino
 

Da Il Fatto Quotidiano del 28 marzo

Le ideologie sono state sconfitte. Oggi comanda soltanto il dio denaro

Passeggiando per le vie del centro storico di Verona ho notato un foglio affisso sulla vetrata di una libreria che recitava così: “Tutto quello che ci faceva paura del comunismo, che avremmo perso le nostre case e i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema, è diventato realtà grazie al capitalismo” (Jeff Sparrow). Il concetto sembra chiaro, ma volendolo semplificare ulteriomente, si può affermare che, seppur opposte tra loro, le ideologie ci hanno propinato lo stesso “regalo” ma confezionato in due diversi contenitori per riuscire a “comprarci”. Due ideologie che hanno segnato la storia di ieri, mentre oggi sembra dominare un’unica ideologia, quella del profitto: il dio denaro sta comprando i sogni delle giovani generazioni per poi distruggere le loro vite in un attimo. E’ il frutto amaro del fallimento delle ideologie in questione.

Silvano Lorenzon
 

Dalla Stampa del 29 marzo

Quell’archistar di Piano mi ha tolto la visione delle mie montagne

Avrei una domanda per l’archistar Renzo Piano. Perché a Londra, sulle rive del Tamigi, svetta il grattacielo “The Shard” con le sue linee avveniristiche e sfuggenti verso l’alto come “la scheggia” suggerita dal nome, mentre a Torino in corso Inghilterra (manco a farlo apposta…) “troneggia” quella specie di frigorifero Ignis AnniSettanta del grattacielo di Intesa SanPaolo? Eppure la “mano” che ha progettato i due edifici dovrebbe essere la stessa, ma per la capitale inglese ha riservato un profilo che toglie il fiato, mentre per la nostra Torino l’unica cosa che riesce a togliere questo parallelepipedo bianchiccio è la vista delle nostre belle montagne, loro sì svettanti verso il cielo. Cos’è, un problema di creatività che viene stimolata meglio in terra d’Albione o piuttosto una scelta della “committenza”? Qualcuno dei due vuole, cortesemente, dire la sua in proposito?

Giuliano Bosco
 

Dal Corriere della Sera del 30 marzo

Quiz alla Rai: e li chiamano esperti…

In un noto programma a quiz della Rai le lucciole, notoriamente insetti coleotteri, sono state definite «molluschi», con buona pace di seppie, chiocciole, cozze ecc. La beffa è che quelli che preparano le domande sono definiti «esperti».

Vincenzo Scotto di Suoccio, Rho (Mi)
 

Da Repubblica del 31 marzo

Le evoluzioni del volo

Volo Alitalia interno, Airbus A320 (sì, quello), ho in mano i racconti di Cechov, medico di talento. Sono nella fila dell’uscita di sicurezza: la scelgo per farci stare i femori. L’imbarco dei 150 è laborioso e mesto; mentre saliamo vedo uno dei due piloti azzannare un panino, buon segno. Uno steward con accento straniero nota che la vecchia cinese della fila 11 ha un bastone, piccolo come lei . Non potrebbe stare lì. Anche la fila 11 è quella del portellone di sicurezza. Chi sta in queste file deve essere deambulante e parlare bene la lingua della compagnia o l’inglese (le compagnie serie fanno un breve test linguistico per accertare che sappia collaborare in caso di evacuazione). Lo steward chiama due colleghi. L’aereo è già in ritardo. I due italiani ammiccano, uno prende il bastone e lo nasconde nella cappelliera, sorridendo all’ottuagenaria claudicante che non capisce una sillaba, ma sorride, in cinese. Ecco la sicurezza in aereo. Nascondi il bastone e la cinese con la coxartrosi diventa una pimpante orientale dall’italiano fluente. Nascondi un certificato e un pilota depresso diventa il Padreterno. Stavo leggendo La signora col cagnolino , ora davanti a me ho la signora col bastoncino.

Gabriele Bronzetti, Bologna ([email protected])

Le frasi a effetto di Landini per eccitare la piazza

Sorprende che un sindacalista esperto come Landini per ottenere il plauso degli aderenti a una manifestazione assai partecipata come quella di sabato si sia lasciato andare ad affermazioni superficiali, per non dire di peggio, come quella che Renzi è peggio di Berlusconi. Non è necessario essere renziani per vedere come questa affermazione non stia in piedi. La storia politica (per non citare quella personale) delle due persone è talmente diversa che l’affermazione di cui sopra può essere solo il frutto del tentativo di solleticare la “pancia” dei manifestanti. Non mi pare un buon segno per la Fiom; tra l’altro Landini non dovrebbe scordare gli anatemi scagliati in direzione di Marchionne per Pomigliano d’Arco sui quali è poi stato costretto dagli eventi a fare una robusta marcia indietro.

Antonio Pezzotta, [email protected]
 

Dal Corriere della Sera del 31 marzo

Quella “i” di troppo è un errore

Nella risposta a un lettore ho letto due volte la parola errata «complementarietà» in luogo di «complementarità». Dalle parole che finiscono in –are, come: regolare, secolare, singolare ecc. si ottengono le parole regolarità, secolarità, singolarità ecc. così da complementare si ottiene complementarità e non «complementarietà». Purtroppo è un errore molto comune che feci notare, invano, anche a Montanelli e che ho notato recentemente anche nell’Osservatore Romano. La finale in –ietà viene dai nomi che finiscono in –ario come da ordinario «ordinarietà», da missionario «missionarietà», da primario «primarietà», da secondario «secondarietà» ecc. .

Sabino Maffeo S.J., [email protected]
 

Dal QN del 31 marzo

Uova in vendita e te le portano a casa

Una mia cugina novantenne mi scrive da un paesino della campagna inglese dove vive da “secoli”. Chiuso l’ultimo negozio, una vicina ha avuto l’idea di lasciare ogni mattina davanti a casa un cesto pieno di uova d’anatra con indicato il costo (basso) da lasciare nella cassetta della posta. E nessuno ruba. Se qualcuno qui volesse imitarla, i miei auguri. Anche per il commercio abusivo.

Maurizio Ricasoli, Bologna
 

Dal Manifesto del 31 marzo

E se ci fosse follia anche con gli ordigni nucleari?

Sull’aereo della Germanwings che è stato portato a schiantarsi sulle Alpi tutti i sistemi di sicurezza contro le intrusioni esterne erano perfetti. Ma niente hanno potuto contro un male dell’anima che nasce dal seno stesso della nostra società. Anzi, hanno facilitato l’esecuzione della strage. E con gli ordigni nucleari, a che punto siamo? Che cosa ci garantisce che la depressione di uno non possa provocare un olocausto planetario?

Guido Viale

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