Chi volesse tentare incursioni in mondi cinematografici nuovi, non ha che da provare la fantascienza sovietica, cioè uno dei maggiori contributi alla settima arte, e al modo di interpretare i viaggi nello spazio. La differenza principale rispetto alla produzione americana contemporanea è che, per i sovietici (i russi, in sostanza), le avventure spaziali sono una metafora psicologica, un momento di introspezione e di riflessione profonda sui perché della vita (non a caso, appunto, sono russi). Quelli americani sparano e volano, e fanno sventolare stelle e strisce. Ognuno fa quel che può.
Per cominciare, Aelita è perfetto. Un classico del cinema tout court, del 1924, opera di Yacob Protanazor. Ispirato al racconto di Tolstoj, narra la storia di un ingegnere, Los, che crea una navicella in grado di raggiungere Marte. Parte per il viaggio con Gusev (soldato dell’Armata Rossa) e Kravtsov, un detective. Una volta arrivati su Marte, dovranno scontrarsi con i giochi di potere – e le storie d’amore – tra e con i marziani.
Il secondo livello è Viaggio cosmico, del 1935, capolavoro di Vasily Zhuravlev. Ci sono tentativi di allunaggi falliti, conigli che muoiono nelle rotte spaziali, gatti che scompaiono nel cosmo. Alla fine, la Russia (ancora Urrs) conquista la Luna e, tornando indietro, trova pure il gatto sparito. La cosa bella del film, oltre al film, è il fatto che per realizzarlo è stato impiegato un team di veri scienziati come consulenti. Konstantin Tsiolkovsky, uno di questi, ha creato ben 30 disegni tecnici per tracciare il profilo dell’astronave.
Infine, La strada per le stelle. È un ibrido curioso del 1956-7, di Pavel Klushantsev, che mescolava documentario (vero) a fantasia e azione in movimento. Una sorta di Gomorra dei cieli sovietica 50 anni prima. Ci sono riprese di laboratori, immagini da documentari e poi pianeti abitati da alieni. Un capolavoro in sé, ma anche come tassello di una filmografia che ha affascinato anche gli Usa. Si narra che George Lucas sognasse sempre di incontrare Klushantsev, senza però riuscirvi mai.