RIMINI – «Oggi sono qui per denunciare come Comunione e Liberazione, la più potente lobby italiana, abbia trasformato l’esperienza religiosa in un paravento di interessi personali, finalizzati sempre e comunque al denaro. Negli anni avete generato un potere politico capace di influenzare sanità, scuole private cattoliche, università e appalti». La reprimenda arriva dal Meeting di Rimini dove il deputato del Movimento 5 Stelle Mattia Fantinati era stato invitato a un convegno promosso dall’intergruppo parlamentare della sussidiarietà. Dopo aver raccontato le battaglie dei Cinque Stelle, va all’attacco. Accuse e domande, con un piccolo entourage di attivisti pronti ad applaudirlo. Un discorso preparato con cura, spiattellato alla platea ciellina che si spazientisce e comincia a fischiare. A Rimini non erano abituati a intemerate simili: dalle centinaia di ospiti passati in Riviera in questi anni sono sempre arrivate lodi e cordialità.
Un intervento studiato da giorni, annunciato anche da alcuni colleghi parlamentari per spegnere le polemiche della base. Pubblicato sul blog di Grillo proprio mentre il dibattito è in corso a Rimini
Una piccola tempesta, annunciata però. Lo sbarco di Fantinati in Riviera era stato anticipato da polemiche furiose, scoppiate tra gli attivisti M5s contro la partecipazione al Meeting, per anni contestato da Grillo e i suoi. Tant’è che nelle stanze dei bottoni della kermesse ostentano tranquillità. Nessuno stupore negli uffici del Meeting nè tantomeno una replica ufficiale. «Semplicemente ci spiace per lui». Qualcuno attribuisce ai vertici dei Cinque Stelle la mossa di attaccare Cielle a casa propria. Un intervento studiato da giorni, annunciato anche da alcuni colleghi parlamentari per spegnere le polemiche della base. Pubblicato a tempo di record sul blog di Beppe Grillo proprio mentre il dibattito è in corso a Rimini e subito rilanciato dai big del direttorio Di Maio e Fico.
“Fare politica per chi, fare politica per che cosa” era il titolo dell’incontro, organizzato dall’interguppo di cui Fantinati fa parte. Arrivato a Rimini in pantaloni beige, camicia bianca e giacca nera, con un bagaglio di critiche e insulti recapitati per tutto agosto dalla sua stessa base elettorale. Qualcuno ha addirittura evocato tradimenti ed espulsioni. Il potenziale autogol viene trasformato in rivincita. Arrivato in Fiera, per Fantinati c’è il tempo di una foto per il suo profilo Facebook, poi l’ingegnere veronese si blinda nei salottini riservati. Al convegno parla per ultimo, dopo gli interventi degli altri relatori Vignali (Ncd), Palmieri (Forza Italia), Vaccaro (Gruppo Misto) e Donati (Pd). Armeggia con lo smartphone, sistema i fogli del discorso. Chiede di lasciare la scrivania da cui hanno parlato gli altri. Lui si prende il podio e l’attacco è a testa bassa.
«CL? L’inciucio a tutti i costi, pur di allargare la propria cerchia di alleati che un giorno sarebbero potuti tornare utili per il proprio tornaconto, dentro e fuori alle stanze della politica»
«Avete applaudito il prescritto per associazione mafiosa Giulio Andreotti perché rappresentava una visione politica in linea con la vostra: l’inciucio a tutti i costi, pur di allargare la propria cerchia di alleati che un giorno sarebbero potuti tornare utili per il proprio tornaconto, dentro e fuori alle stanze della politica». L’invettiva prosegue analizzando le ospitate riminesi di Berlusconi, Formigoni, Letta, Mauro, Lupi e infine Renzi. C’è spazio anche per gli sponsor e le grandi aziende di Stato che foraggiano la kermesse, le cooperative bianche come La Cascina, il sacerdote ciellino don Mauro Inzoli «con una forte passione per i minorenni». Infine la Compagnia delle Opere, «il vostro braccio armato, quello per cui io do una mano a te, tu dai una mano a me e insieme le mettiamo nelle mani degli italiani»·
Il pubblico rumoreggia. Partono i fischi, qualcuno prova a rispondere. I ciellini in sala non ci stanno a essere trattati come banditi, ma restano in ascolto. Raffaello Vignali, ex presidente della Compagnia delle Opere e moderatore del convegno, riporta la calma e invita Fantinati a proseguire. «Siete l’immagine di una Chiesa privata, che, ogni anno, forte del suo bacino di voti, si ritrova qui a parlare di valori cristiani e dell’amicizia, ma ne esce rinnovata negli affari». In sala si affaccia qualche dirigente del Meeting. «Per noi – continua a leggere Fantinati – la politica è un’altra cosa. Un politico deve essere onesto e avere il coraggio di dire la verità. Indipendentemente da quali siano i propri tornaconti personali. Ho iniziato a fare politica, perché ho capito che finché ci sono sistemi come il vostro, i nostri talenti veri, guadagneranno un decimo di una velina o un centesimo di un calciatore se non “si ammanicheranno” con le persone giuste. Io non ci sto! E sono venuto qui, in un terreno scomodo, per venirvele a dire, e a farvi qualche domanda: Cos’è comunione e liberazione? Il Movimento 5 Stelle non ha bisogno di benedizioni, ma di risposte».
Fantinati viene circondato da una pattuglia di attivisti M5s e scappa da un’uscita secondaria. Appena fuori dai padiglioni si lascia andare a un abbraccio liberatorio coi suoi
Vignali, nella veste di padrone di casa, prova a rispondere con garbo: «La tua presenza qui è il segnale che il Meeting non ha paura di invitare nessuno, Noi facciamo politica perché vogliamo bene alle persone, nessuno ha la patente di purezza o la verità in tasca. Ti consiglio di fare un giro in Fiera e parlare coi volontari». Ma non c’è tempo. Alla fine dell’incontro il deputato grillino allunga il passo, rivendica di aver scritto «personalmente» il discorso. «Non abbiamo paura di dire la nostra», ma alla domanda se il testo fosse stato concordato con Grillo e Casaleggio tentenna. Niente giro per gli stand, nemmeno una mostra. Fantinati viene circondato da una pattuglia di attivisti M5s e scappa da un’uscita secondaria. Appena fuori dai padiglioni si lascia andare ad un abbraccio liberatorio coi suoi, che esultano e si complimentano. Larghi sorrisi e pacche sulle spalle mentre alcuni capannelli di ciellini discutono per le accuse ricevute. A casa propria, l’ultimo giorno della trentaseiesima edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli.