Oggi si chiude a Treviso la dodicesima edizione del TCBF — Treviso Comic Book Festival — uno dei festival più interessanti e dinamici della scena indipendente del fumetto italiano, capace di attrarre anche quest’anno più di 30mila persone tra le mostre degli autori — 20, sparse per tutta la città —, il mercato degli editori e gli workshop per adulti e bambini che arricchiscono il programma.
Al centro del festival, fin dall’inizio, c’è la scena del fumetto indipendente italiano e straniero, una scena che, malgrado forse siano poche le firme e le opere che arrivano all’attenzione del grande pubblico, è ricchissima per varietà e per qualità e che, negli ultimi anni, oltre che a consolidare la nicchia di pubblico che da sempre ne garantisce la sopravvivenza, si sta riuscendo ad allargare e, fattore ancora più interessante, sta trovando nuove strade per esistere e per risolvere il più grande problema di ogni indipendente: la distribuzione.
Tra le bancarelle che si susseguono nei corridoio e nel bellissimo chiostro secentesco dell’ex I.S.R.A.A. — acronimo per Istituto per Servizi di Ricovero e Assistenza agli Anziani, un ex ospizio, insomma — dietro pile di libri da autografare e disegnare ci sono, in poche decine di metri, quasi tutti i migliori protagonisti del fumetto italiano contemporaneo.
Il fumetto indipendente italiano sta trovando nuove strade per esistere e per risolvere il più grande problema di ogni indipendente: la distribuzione.
Al banchetto di Bao Publishing c’è LRNZ, autore del bellissimoGolem, ci sono Stefano Turconi e Teresa Radice, che dalla scuola di Topolino sono arrivati quest’anno con Il porto proibitoschiantando l’asticella della graphic novel d’ampio respiro, e anche Alessio Spataro, appena uscito con il bellissimo Biliardino.
Proprio di fronte a loro, allo stand della genovese Grrrz — per molti versi la migliore casa editrice indipendente italiana — c’è il milanese Spugna, la rivelazione di Lucca 2014 che disegna per i lettori le sue facce da marinai — il visionario veronese Nicolò Pellizzon, autore del geniale Gli amari consigli. Ma non serve spostarsi di molto per arrivare a parlare con Claudio Calia, allo stand Becco Giallo o con Squaz, che disegna poco più in là sotto le insegne di Diàbolo Edizioni, o ancora, la bravissima Alice Socal, che a Treviso porta anche una mostra personale allo stand della Eris.
A passeggiare nel chiostro rischi di incrociare campioni come Tuono Pettinato, il cui capolavoro, Corpicino, è stato appena ristampato da Grrrz, e il grandissimo Ratigher, che non soltanto nel maggio scorso ha vinto il Premio Micheluzzi al Comicon di Napoli per il miglior fumetto, ma che, ancor di più, quel fumetto lo ha prodotto inventandosi il metodo Prima o Mai, un metodo di autoproduzione che con il successo dell’ultimo libro di Maicol&Mirco — tra i pochi assenti in questi giorni — ha dimostrato di essere potenzialmente rivoluzionario e si è conquistato l’attenzione di tutti.
«È un metodo che per noi è molto interessante», ci racconta Benei, «perché quello che ci strozza è la distribuzione, che per noi arriva a pesare fino al 60% del costo di copertina. Quello che ci permette questa cooperazione a tre è di togliere quel costo fisso e ridistribuirlo tra autore, libraio e il nostro partner, Corpoc»
Ma il punto più interessante dove passare un quarto d’ora è in un angolo del chiostro interno, dove, c’è il Dottor Pira con il terzo volume della saga del Gatto Mondadory, che, come ci spiega Andrea Benei di Grrrz, che lo ha coeditato insieme a Corpoc, rappresenta una nuova strada per la produzione indipendente del fumetto, una strada che, aggirando il problema e il costo — altissimo — della distribuzione in libreria, potrebbe valere molto per il futuro di tutta la scena indie.
Quello che hanno messo in piedi Grrrz, Corpoc e il Dottor Pira è un circolo virtuoso in cui l’autore, non perdendo nessuna delle prerogative di libertà espressiva garantite dall’autoproduzione, riesce a guadagnare margini più alti grazie alla mancanza di spese di distribuzione, la cui mancanza viene sopperita dal lavoro di Corpoc, stampatori serigrafici di Bergamo, che insieme al Dottor Pira porteranno in giro in un fitto tour Gatto Mondadory 3 e ne assicureranno la diffusione.
«È un metodo che per noi è molto interessante», ci racconta Benei, «perché quello che ci strozza è la distribuzione, che per noi arriva a pesare fino al 60% del costo di copertina. Quello che ci permette questa cooperazione a tre è di togliere quel costo fisso e ridistribuirlo tra autore, libraio e il nostro partner, Corpoc».
Questa alleanza di Grrrz e Corpoc, insieme al metodo Prima o Mai inventato da Ratigher, sono soltanto le ultime due idee in ordine di tempo che gli indipendenti si stanno inventando per far garantire sempre più margini e quindi sempre più vita alle loro produzioni, ma non sono le uniche. Anche altri si stanno industriando, qualcuno iniziando a costruire reti parallele alla distribuzione canonica, costruendo una rete di rapporti diretti con i librai, un’operazione che nel mondo dell’editoria libraria stanno provando le edizioni SUR.