Si chiama «European Federation for Freedom of Belief (FoB)» e teoricamente è una «federazione di associazioni che sostengono la libertà di pensiero e di religione», come si legge direttamente dal sito. Già: teoricamente. Perché a detta dei vari enti impegnati nella lotta al mondo settario, dietro ci sarebbe ben altro. A dirlo, senza mezzi termini, è il dottor Luigi Corvaglia, presidente del Cesap (Centro Studi Abusi Psicologici), secondo il quale il FoB sarebbe «un vero e proprio gruppo di pressione che ha l’intento di contrastare qualsiasi politica che possa essere dannosa per il mondo delle sette».
Inquietante? Sì, specialmente se pensiamo alla vicinanza del FoB a una schiera trasversale di parlamentari. A partire da Luciano Ciocchetti: è stato proprio il deputato fittiano dei Conservatori e Riformisti a organizzare, il 21 dicembre, un convegno di presentazione della Federazione direttamente a Montecitorio. Eppure, come dice ancora Corvaglia, «ci sono tanti punti di domanda sul reale intento di questa organizzazione». Il dubbio in altre parole è che la libertà di credo sia solo uno specchietto per le allodole. Un dubbio, questo, che si amplifica andando a vedere i “conflitti d’interesse” e i legami con questa o quella setta che spuntano qua e là nel cda della Federazione.
European Federation for Freedom of Belief. In teoria si tratta di una «federazione di associazioni che sostengono la libertà di pensiero e di religione». In pratica però, molti dei suoi componenti, hanno subito indagini e condanne come appartenenti a svariate sette
Tra gli altri nomi, ad esempio, troviamo Fabrizio D’Agostini, uno dei più eminenti membri italiani di Scientology, suo portavoce «a Roma e nel Mediterraneo» e responsabile di diversi prodotti editoriali della chiesa di Ron Hubbard. A sedere al fianco di D’Agostini, Raffaella Di Marzio, oggi dottoranda in psicologia delle religioni e in passato molto vicina ad Arkeon – per la qual cosa è stata anche indagata e poi archiviata – il movimento diffusosi anni fa in Puglia, guidato dal guru Vito Carlo Moccia, condannato in appello a 2 anni e 5 mesi di reclusione. Secondo la ricostruzione dell’accusa, chi soffriva di tumori, aids o infertilità si rivolgeva ad Arkeon – oltre diecimila i casi denunciati – sperando in una guarigione.
E ancora: nel comitato consultivo spuntano anche i nomi di Camelia Marin e Monica Daniela Dobrin, la prima coordinatrice del progetto di «Soteria International», la seconda presidente della «Layms». Secondo il Cesap entrambe le associazioni, a loro volta, sarebbero riconducibili al «Misa Yoga», il «Movimento per l’Integrazione dello Spirito nell’Assoluto» fondato da Griegorian Bivolaru, discusso maestro rumeno che avrebbe sfruttato lo yoga per altri fini. Almeno stando alla condanna inflittagli proprio in Romania: sei anni di reclusione per violenza carnale su minore. E anche in Italia Bivolaru non sarebbe stato da meno: nel 2012 la procura di Firenze ha iscritto nel registro degli indagati ben 18 persone, tutte riconducibili alla scuola di Yoga Misa, per riduzione in schiavitù e abusi sessuali.
E allora, forse, non sarebbe nemmeno un caso che uno dei nemici giurati per il FoB è la «Sas», la squadra anti-setta della polizia. Ogni anno il FoB attacca la Sas dinanzi all’Ocse, chiedendo allo Stato italiano la soppressione, perché illiberale e inutile
Insomma, sembra proprio che quello dei guai giudiziari sia una sorta di minimo comun denominatore: nella stessa Arkeon, d’altronde, ritroviamo anche un altro maestro condannato in primo grado per abusi sessuali. E non finisce qui. Ad essere rappresentata nel FoB anche la Federazione di Damanhur, con uno dei suoi più noti esponenti , Silvio Palumbo. Anzi – pardon – Stambecco Pesco. Già, perché in Damanhur – attiva soprattutto nel piemontese, sebbene conti poi diverse sedi distaccate in tutta Italia – c’è l’usanza di “ribattezzarsi”, prendendo nomi di animali e piante. Esattamente come ha fatto il suo maestro (morto nel 2013), Oberto Airaudi. Alias: il Falco, che si vantava di essere la reincarnazione del dio egizio del Sole, Horus. Peccato che Airaudi abbia avuto problemi con la giustizia italiana, tanto da dover pagare al fisco una multa da 1,1 milione di euro per evasione fiscale.
Ma non basta. Perché tra i tanti movimenti che gravitano attorno al Fob – da Hare Krishna alle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno – spicca anche la Soka Gakkai, una delle maggiori organizzazioni buddhiste in Italia, finita al centro delle cronache per via di una vera e propria “inquisizione interna” per chiunque fosse in disaccordo con la linea seguita. Una realtà, in altre parole, che «all’esterno si presenta come dedita alla difesa dei diritti umani, ma che poi al suo interno viola quegli stessi diritti», come emerso da una serie di denunce dei fuoriusciti, raccolte dalla sociologa Maria Immacolata Macioti.
Insomma, nel FoB spunta più di qualche conflitto d’interessi. E allora, forse, non sarebbe nemmeno un caso che uno dei nemici giurati per il FoB è la «Sas», la squadra anti-setta della polizia che monitora il fenomeno settario. Ebbene, «ogni anno – continua Corvaglia – il FoB attacca la Sas dinanzi all’Ocse, chiedendo allo Stato italiano la soppressione, perché illiberale e inutile». Tutte accuse rispedite al mittente: «Ognuno è libero di dire ciò che vuole – ci dicono direttamente dalla Squadra anti-setta – ma all’Ocse ha risposto direttamente il governo. Per il resto, noi siamo una squadra riconosciuta costituzionalmente, che opera sulla base della legge. Il resto sono chiacchiere: sul nulla si può dire quel che si vuole».
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO QUESTA RETTIFICA DA PARTE DI F.O.B.
L’European Federation for Freedom of Belief (FOB), in merito all’articolo pubblicato da “Linkiesta” a firma di Carmine Gazzanni dal titolo “Scientology e gli altri: così le sette sbarcano in Parlamento” intende rettificare quanto segue.
Il termine “setta” è utilizzato dall’articolista con chiaro intento lesivo nei confronti di FOB e dell’on. Luciano Ciocchetti, che hanno rispettivamente organizzato e ospitato un convegno presso la Camera dei deputati il 21/12/2015 sul tema della libertà religiosa. Il titolo “Le sette sbarcano in Parlamento” è, oltre che gravemente diffamatorio, palesemente infondato.
Si sottolinea inoltre che l’Associazione non è “in teoria” per la libertà di pensiero, ma la difesa di tale valore rientra nei suoi scopi statutari e nelle azioni intraprese a livello nazionale e transnazionale: l’affermazione “molti dei componenti hanno a che fare con organizzazioni controverse” è lesiva e priva di riscontri.
FOB è un’associazione senza scopo di lucro che ha rifiutato ogni forma di finanziamento pubblico e di esenzione fiscale. Non esiste dunque, come afferma l’articolista, alcun “conflitto d’interesse”.
Per ciò che riguarda il caso Arkeon, la ricostruzione del Cesap del Dr. Corvaglia è stata clamorosamente smentita dai giudici del Tribunale di Bari con sentenza del 16/7/2012.
La dr.ssa Raffaella Di Marzio fu indagata mentre svolgeva uno studio su Arkeon per conto del CESNUR per l’assurda accusa di essere il “guru in pectore” della “setta”, e l’archiviazione “per infondatezza della notizia di reato” fu richiesta, e ottenuta, dallo stesso p.m. che aveva formulato l’accusa.
Fabrizio D’Agostini, del Consiglio Direttivo di FOB, non è portavoce “a Roma e nel Mediterraneo” della Chiesa di Scientology.
Tutti i membri del gruppo rumeno MISA Yoga sono stati assolti l’11/12/2015 con verdetto n. 62, con formula piena. Il caso ha destato molto interesse in relazione alla difesa della libertà religiosa (v. interrogazione dell’europarlamentare Rita Borsellino all’epoca dei fatti).
Il fondatore Gregorian Bivolaru è un rifugiato politico, perseguitato dal regime di Ceausescu. Le ONG aderenti a FOB si sono attivate contro quelle violazioni dei diritti umani prima dell’assoluzione del movimento.
La Soka Gakkai ha ottenuto formale Intesa col governo italiano.
In merito alla SAS, è opinione personale e infondata dell’Articolista che sussista un qualche conflitto tra l’Associazione e l’organizzazione amministrativa dello Stato. L’azione di FOB è proprio quella di una ONG che ha il diritto-dovere di vigilare affinché nessun soggetto, statale o non statale, metta in atto azioni discriminatorie o persecutorie nei riguardi di gruppi o singoli a causa del loro credo.
Riservandosi d’intraprendere le opportune azioni legali nei confronti di Corvaglia e Gazzanni, F.O.B. richiede a “Linkiesta” immediata rettifica con medesima visibilità e rilevanza ai sensi dell’art. 8 della legge 8 febbraio 1947 (e successive modifiche).
Roma, 23/1/2016
Il Comitato Direttivo di F.O.B.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE RETTIFICA DA PARTE DI FABRIZIO D’AGOSTINI, CITATO NELL’ARTICOLO
Illustre Direttore,
Non ho mai ricoperto nella Chiesa di Scientology le funzioni e gli incarichi attribuitimi dall’Articolista.
La notizia pubblicata è falsa perché infondata.
Mi preme riportare quanto riferito sulla mia persona nella incontrovertibile realtà delle cose.
Ribadisco, quale associato del FOB, che è principio ineludibile della Associazione considerare e rispettare tutte le fedi religiose tra le quali non può essere esclusa quella attribuitami dall’Articolista.
Chiedo la immediata rettifica della errata propalazione delle notizie sulla mia persona ai sensi della legge sulla stampa, riservandomi ogni tutela in merito.
QUI LA RISPOSTA DI LUIGI CORVAGLIA, PRESIDENTE DEL CESAP
Devo ammettere che avevo sopravvalutato il Consiglio Direttivo della FOB la cui firma è in calce ad una richiesta di rettifica all’articolo di Carmine Gazzanni Scientology e gli altri: così le sette sbarcano in parlamento, pubblicato da Linkiesta, che si conclude con una riserva ad adire le vie legali tanto nei confronti dell’autore dell’articolo quanto nei miei. Difficile, infatti, immaginare una azione più infelice di scrivere “L’affermazione <<molti dei componenti hanno a che fare con organizzazioni controverse>> è lesiva e priva di riscontri” e farla seguire da una serie di riscontri. Il Direttivo FOB, infatti, non nega affatto le appartenenze dei propri componenti che l’autore gli attribuisce (Scientology, Damanhur, MISA Yoga, ecc.) ma si limita a difendere il buon nome di questi culti affermando che i suoi membri o i loro promotori sono stati assolti da questo o quel tribunale, che il tale membro del Consiglio Direttivo non è quel fedele di Scientology a cui si attribuiscono troppe qualifiche, in quanto alcune di quelle qualifiche sono da attribuire ad altra persona (di fatto, ammettendo che le altre si riconoscono a lui), che un famoso leader sarebbe nella lista dei perseguitati politici di Caeusescu (sic…) oltre che in quelli degli indagati della Procura di Firenze e, ovviamente, in quella dei “most wanted” della Polizia rumena (post Ceausescu, I suppose). Addirittura, il Consiglio Direttivo della FOB si premura di far sapere al lettore ignaro, e ricordare a quello distratto, che la dottoressa Di Marzio fu indagata con l’accusa di essere “il guru in pectore” del gruppo Arkeon. Si trattasse di una partita di calcio, simili autogol farebbero sospettare la combine. Infatti, delle due l’una: o la FOB non è costituita da persone che hanno a che fare con queste associazioni, e allora, dimostrato ciò, tanto io quanto l’autore dell’articolo non potremmo far altro che esprimere le nostre scuse alla FOB, oppure alcuni dei suoi componenti hanno realmente a che fare con le organizzazioni che l’autore dell’inchiesta descrive. In quest’ultimo caso la frase “ molti dei componenti hanno a che fare con organizzazioni controverse” non solo non è calunniosa, ma risulta perfino una formula eufemistica. Non credo infatti che nessuno, dentro o fuori la FOB, avrebbe l’ardire di affermare che Scientology, per dirne una, non è una organizzazione quantomeno “controversa”. Eppure il direttivo FOB scrive che questa affermazione è “lesiva”. Perché? Se esser parte di organizzazioni anche controverse è il diritto che la FOB difende a spada tratta, perché affermare che anche i suoi componenti ne fanno parte sarebbe lesivo?! Forse che una associazione che difende i diritti dai gay si sentirebbe offesa ad essere accusata del fatto che alcuni dei suoi componenti sono omosessuali? Un curioso incartamento logico che può spiegarsi solo col timore del board della FOB che ciò possa insinuare dei dubbi sui reali obiettivi della Federazione. Che questi siano solo dubbi è vero, che siano scomodi è comprensibile, ma che siano legittimi è sicuro e dimostrato anche dal fatto che la stessa FOB si preoccupa di non mettere in evidenza tali connessioni. Esprimere perplessità al riguardo, poi, rientra fra quei diritti di qualunque cittadino di uno stato libero e democratico che la FOB contribuisce a difendere quale associazione iscritta al Registro della trasparenza della UE. Sono allora certo che la FOB non voglia negare né il diritto di cronaca né l’espressione di una libera opinione, che sarebbe atto che si addice più al già evocato Caesescu che ad una associazione dai nobili ideali liberal-democratici e che persegue “ la libertà di credo religioso, filosofico e spirituale “. Esprimo quindi tutta la mia solidarietà all’autore dell’inchiesta Carmine Gazzanni.
Tanto premesso, arrivo alla intimata azione legale nei miei confronti. I miei “virgolettati” si limitano a tre affermazioni. Vediamole. Una è “ci sono tanti punti di domanda sul reale intento di questa organizzazione”. L’affermazione non mi pare particolarmente aggressiva e tutto il discorso portato avanti finora verte sulla legittimità di tale opinione, per cui sono sicuro che la FOB non possa trovarvi nulla di lesivo; quindi passiamo avanti. Pare che abbia affermato che la FOB sia “un vero e proprio gruppo di pressione che ha l’intento di contrastare qualsiasi politica che possa essere dannosa per il mondo delle sette”. Bene, che la FOB sia un “gruppo di pressione” è, non solo un fatto lecito, ma dichiarato dalla stessa federazione sul proprio sito: “ in qualità di ONG portatrice di interessi, la European Federation for Freedom of Belief (FoB) è iscritta nel Registro Ufficiale delle Lobby presso il Parlamento e la Commissione UE a Bruxelles e Strasburgo”. Che fra i suoi fini ci sia il contrasto alle politiche anti-sette è altrettanto autodichiarato ed evidente a chiunque visiti il sito medesimo (una pagina a caso:https://freedomofbelief.net/it/articoli/liberta-di-credo-e-coscienza-i-pericoli-del-ritornello-antisette ). Non posso immaginare che sia in questa frase che possa ravvisarsi l’ offesa, perché significherebbe che, invece di andarne fieri – visto che questa è la loro legittima idea di una azione virtuosa -, i membri del Consiglio Direttivo di FOB se ne vergognano al punto di minacciare azioni legali contro chi lo afferma. Eppure, francamente, non rimane che l’ultima citazione, che essendo l’affermazione di un fatto ovvio, conclamato e orgogliosamente rivendicato ad ogni piè sospinto, non può rientrare fra le accuse. Infatti la frase è “ogni anno il FOB attacca la SAS (Squadra Anti Sette, ndr.) davanti all’ OSCE, chiedendone allo Stato italiano la soppressione, perché illiberale ed inutile”. L’ultimo anno io ero seduto dietro al vice-presidente Amicarelli quand’egli ribadiva ancora il concetto a Varsavia. Cito: “Chiediamo ufficialmente al Governo Italiano di fornire un chiaro commento riguardo l’anomala Squadra Anti Sette – SAS – costituita il 23 Novembre 2006 con semplice lettera circolare del Capo della Polizia a quel tempo in carica – fornendo dati circa le attività svolte da questa unità del corpo di Polizia, gli effetti nel contrasto alle asserite attività criminali di gruppi religiosi semplicisticamente etichettati come sette e dare prova altresì del rapporto costo-benefici.” ( https://vimeo.com/140974950 ) .
Non riesco quindi a comprendere dove potrebbero esserci elementi tali da configurarsi come appiglio non scivoloso per una azione legale
Luigi Corvaglia
QUI LA RISPOSTA DI CARMINE GAZZANNI
Le affermazioni contenute nell’articolo non hanno inteso ledere affatto l’onorabilità e rispettabilità delle persone menzionate, ma evidenziare legami con gruppi e organizzazioni internazionalmente controverse e, in taluni casi, oggetto di indagini o condanne. Che Scientology lo sia, ad esempio, è incontestabile. Si ricorda, ad esempio, che in Francia le strutture della chiesa sono state condannate con sentenza definitiva per associazione a delinquere e che in Belgio è attualmente in corso un procedimento. Non può risultare lesivo alla luce di queste valutazioni aver affermato che componenti del FOB siano legati a tali organizzazioni. Il dott. Fabrizio D’Agostini è infatti membro di alto rilievo della Chiesa di Scientology e principale promotore del progetto editoriale della stessa chiesa “I Quaderni di Freedom”. Ci si scusa, invece, per aver erroneamente attribuito il ruolo di portavoce della “Chiesa di Scientology di Roma e Mediterraneo”, ruolo ricoperto dal sig. Fabrizio D’Agostino. Ciò non modifica il dato essenziale, così come ribadire la vicenda della dottoressa Di Marzio – di cui è chiaramente citata nell’articolo l’archiviazione del procedimento a suo carico – non cambia il fatto che il promotore del gruppo sia stato condannato in appello.
Nella rettifica del FOB, a ogni modo, non si nega né l’appartenenza di Stambecco Pesco a Damanhur, né la relazione dei due membri del Comitato consultivo col MISA. Si fa peraltro notare che l’articolo fa riferimento alla condanna definitiva per abusi su minore, non ad altri procedimenti penali, come quello riportato nella rettifica. Si fa presente, peraltro, che Gregorian Bivolaru compare nell’elenco dei soggetti più ricercati della Polizia Rumena. Infine, per quanto riguarda la Soka Gakkai, si parla di “organizzazione” e non di “setta”. Ma che sia stata al centro di polemiche interne, è fuor di dubbio, come emerso dalle testimonianze dei fuoriusciti.
La definizione di “controverse” non sembra quindi azzardata in relazione alle affiliazioni di cui gli membri del FOB non fanno mistero. Bene, però, le repliche degli interessati: aiuteranno i lettori ad avere un quadro complessivo della vicenda.
C.G.