Un’avvocatessa, una disoccupata e un’imprenditrice. Forse anche una veterinaria. La rivoluzione a Cinque Stelle è al femminile. Virginia Raggi, Patrizia Bedori e Chiara Appendino sono le tre candidate grilline a sindaco di Roma, Milano e Torino. Francesca Menna potrebbe essere il nome su cui puntare per la corsa a Napoli. Qualcuna ha buone possibilità di vincere, altre meno. Intanto la strada è tracciata. In quella che potrebbe rappresentare la prima vera sfida di governo del M5S, il movimento punta sulle donne. «È il segno che qualcosa sta cambiando – racconta Chiara Appendino – Anche perché la nostra candidatura non è stata pianificata, tutte e tre siamo state scelte dagli attivisti». Destino comune, storie diverse. Come diverse sono le state le modalità di selezione. Nella Capitale la Raggi è stata scelta online da circa 4mila attivisti, a Torino si è votato durante un’assemblea, per alzata di mano. E molto distanti sono anche le città al voto. A Roma si parte dalle macerie lasciate delle inchieste di Mafia Capitale. Milano, invece, esce dal successo di Expo. Torino è l’unica campagna elettorale dove in corsa c’è il sindaco uscente, il Pd Piero Fassino.
A Napoli il candidato M5S non è stato ancora scelto. Si voterà a breve. Intanto le indiscrezioni puntano su Francesca Menna, docente universitaria di veterinaria e attivista di lungo corso. Da una decina di giorni, invece, è stata individuata in rete l’aspirante sindaco di Roma. È Virginia Raggi, ex consigliera comunale, avvocatessa trentasettenne. Al momento è lei la protagonista del gruppo di candidate grilline. Per farla conoscere al grande pubblico lo staff M5S la sta sottoponendo a un vero tour de force mediatico. Scandito da conferenze stampa, interviste su giornali e ospitate in tv. Ieri nel salotto di Porta a Porta ha presentato parte del suo progetto per Roma. Alcuni passaggi del programma già fanno discutere, come la contrarietà alle Olimpiadi. «Roma è una città completamente devastata, abbiamo enormi problemi sull’ordinario: rifiuti, trasporti e buche. E allora perché mettere carne al fuoco con interventi straordinari?». Grintosa, attacca i palazzinari che hanno “stuprato” la Città Eterna. Ma realista. «Al momento – ha spiegato – è impossibile dire che abbasseremo le tasse. Negli anni passati la gestione delle casse del Comune è stata fatta molto allegramente dagli altri partiti». I sondaggi assicurano che le possibilità di arrivare al ballottaggio sono concrete. Anche per questo, forse, sono già partite le polemiche. Non ci sono solo i ricorsi di alcuni ex attivisti esclusi dalla candidatura in Consiglio comunale, che adesso chiedono di invalidare le “comunarie” che hanno selezionato Virginia Raggi. Già nelle prime ore della campagna elettorale la candidata Cinque Stelle è finita al centro degli attacchi del Partito democratico per aver svolto la pratica legale, alcuni anni fa, nello studio del forzista Previti. Circostanza, peraltro, mai negata neppure dalla diretta interessata.
«È il segno che qualcosa sta cambiando – racconta Chiara Appendino – Anche perché la nostra candidatura non è stata pianificata, tutte e tre siamo state scelte dagli attivisti»
A Milano la situazione è molto diversa. Patrizia Bedori, candidata sindaco dei Cinque Stelle, ha iniziato la sua campagna elettorale ormai da qualche mese. È stata a scelta a novembre dagli attivisti della città, emersa da un confronto con altri sette candidati. Eppure la sua resta una corsa un po’ sottotono. 52 anni, già dirigente d’azienda, ora disoccupata, l’aspirante inquilina di Palazzo Marino non sembra essere riuscita a conquistare la scena. Consigliere di zona 3, chi la conosce conferma il grande attivismo sul territorio. Ma nel dibattito politico milanese stenta ad emergere. Tanto che per qualche tempo – ipotesi sempre negata dai grillini – era persino circolata voce che i vertici del M5S avevano pensato a una sostituzione in corsa. Poi, nelle ultime settimane, qualcosa è cambiato. In città raccontano che la candidata ha iniziato ad avere più visibilità. Certo, per i Cinque Stelle Milano rappresenta la partita più difficile tra le grandi città al voto. I sondaggi attribuiscono ai grillini risultati lusinghieri, ma la vittoria alle amministrative per ora non sembra portata di mano.
A Roma e Torino ci sono buone possibilità di arrivare al ballottaggio. A Milano la strada è in salita. «Ma se vinceremo nascerà un asse tra queste grandi città»
Al contrario ha buone possibilità di arrivare al ballottaggio Chiara Appendino. Consigliera comunale uscente, è lei la candidata a sindaco di Torino per il M5S. Trentuno anni, laureata in Economia all’Università Bocconi. Moglie di un imprenditore e volto rassicurante della buona borghesia cittadina. Mamma da neanche due mesi, ha il difficile compito di contrastare Piero Fassino, il sindaco democrat che dopo qualche indecisione ha scelto di ricandidarsi. Gli attivisti ci credono. «A Torino l’alternativa è Chiara» recita uno slogan che va per la maggiore. Intanto, una settimana dopo l’altra, la grillina presenta pubblicamente una parte del suo programma elettorale. Diritti civili, ambiente, servizi educativi, riorganizzazione della macchina amministrativa. Domani sarà la volta del capitolo relativo a innovazione e start up. Nel frattempo è stato aperto un bando pubblico per selezionare la squadra degli assessori che la affiancheranno in caso di vittoria. Nei primi giorni sono già arrivati duecento curriculum, che adesso lo staff inizierà a studiare.
I rapporti tra le tre grilline? Pochi, almeno per il momento. Qualche ora dopo l’investitura della Raggi, Chiara Appendino le ha mandato le congratulazioni via Twitter. «Inizia il tuo lungo viaggio insieme alle tantissime persone con cui costruirai la Roma di domani. Forza e coraggio!». Con la Bedori, invece, c’è già stata una telefonata. Per una coincidenza le due candidate di Milano e Torino sono state selezionate lo stesso giorno, lo scorso autunno. Quella sera si sono sentite per scambiarsi i complimenti. In caso di elezione, non è difficile immaginare un rapporto privilegiato tra le metropoli guidate dalle donne grilline. Gli amministratori locali M5s, del resto, collaborano già. Esiste una chat su whatsapp a cui partecipano tutti i sindaci. «Ma è evidente – racconta Chiara Appendino – che se vinceremo nascerà un asse tra queste grandi città».