Qualche ora fa, sui propri profili di Facebook, Twitter e Instagram, Kim Kardashian e Emily Ratajkowski hanno pubblicato un selfie che le ritrae entrambe in topless davanti allo specchio di un bagno. Lo scopo? Lo scrive la stessa Emily Ratajkowski con una rivendicazione su Twitter:
«Siamo più dei nostri soli corpi, ma questo non significa che dobbiamo vergognarci di averli o della nostra sessualità. Per quanto possano essere sessuali i nostri corpi, abbiamo bisogno di avere la libertà in quanto donne di scegliere quando e come esprimere la nostra sessualità. E per quanto venire sessualizzate dallo sguardo della società sia degradante, deve esserci uno spazio in cui le donne possono ancora essere sessuali quando scelgono di esserlo».
Il messaggio, per quanto un po’ contorto nell’espressione, è ampiamente condivisibile: tutti devono avere la libertà di esprimere la propria sessualità, indipendentemente dall’essere un uomo e una donna, e indipendentemente dal proprio orientamento sessuale. Ma.
Sì, c’è un ma. Perché il problema, qui, è la foto che accompagna il messaggio. E rappresenta un problema perché non c’è alcun dettaglio che richiama la libertà. È una foto autocensurata con delle pecette nere. Che cosa significa? Che l’autocensura è quel gesto di libertà per dimostrare il proprio diritto di scegliere quanto e come esprimere la propria sessualità?
I dettagli sono importanti, perché è in quelli che sta il senso delle cose. E ci sono due dettagli, non censurati, che danno il senso a questa foto. Il primo è il dito medio che entrambe rivolgono allo specchio, se a se stesse o al pubblico lo possiamo decidere noi. Un vaffanculo è un gesto di libertà? Mah. Sono passati quarant’anni da quando il cordiale doigt d’honneur era un gesto rivoluzionario.
Il fatto è che questa foto non esprime alcuna libertà. Questa è una foto desolante. Esprime la noia di due miliardarie egocentriche dai corpi spaziali, che neanche mentre si rivolgono al mondo per rivendicare quello che è probabilmente il messaggio più importante dell’ultimo secolo, la libertà di totale autodeterminazione delle donne, neppure lì riescono ad evitare di guardare se stesse, fissando il cellulare con lo sguardo spento dalla noia (il secondo dettaglio significativo della foto), mentre si fanno l’ennesimo selfie davanti allo specchio.
Nessuna libertà. Solo ego. E di quello ci siamo ampiamente rotti i coglioni tutti. Da un po’.