Non essendo propriamente una statua di carne, Federica Guidi non poteva che cascare nelle mani di un ominicchio, uno sparviero di ereditiere, un terribile Ivano Trump né bello né fascinoso e tuttavia abile assai a “far sentire uniche e desiderate le donne che non si sono mai sentite né l’una né l’altra cosa”. È l’analisi di Massimo Gramellini, che su La Stampa non scagiona l’ex ministra, ma le accorda l’attenuante dell’umanità, che per un politico (s’intenda all’unisex) dovrebbe essere un’aggravante.
Poiché siamo un paese alfiere delle quote rosa, dove i deboli sono assistiti affinché tali rimangano ed è diffuso l’irrazionale principio per cui la politica debba essere crema Fissan, mentre è “sangue e merda”, non sappiamo ammettere che il potere logora chi ce l’ha, fosse pure una donna.
Non volendo o potendo difendere Federica Guidi dall’unica cosa da cui andava difesa e cioè l’uso ciarliero e grottesco delle intercettazioni da parte di giustizia e informazione, si preferisce ammansirne l’immagine, dipingendola come una vittima dell’amore.
Una donna di ferro che, come tutte le donne di ferro, non è davvero inespugnabile perché ha la sindrome di Didone, in questo caso pure aggravata dalla poca avvenenza fisica (le brutte sono per forza buone e caritatevoli, mentre le belle sono per forza Angeli Azzurri, cioè diavolesse, come Marlene Dietrich nel film omonimo).
Non volendo o potendo difendere Federica Guidi dall’unica cosa da cui andava difesa e cioè l’uso ciarliero e grottesco delle intercettazioni da parte di giustizia e informazione, si preferisce ammansirne l’immagine, dipingendola come una vittima dell’amore
Perché non riserviamo a Federica Guidi la spietatezza che abbiamo riservato a Silvio Berlusconi? Perché quando abbiamo letto le intercettazioni di Berlusconi e le olgettine non abbiamo visto un uomo perduto, in preda ai sentimenti (fossero pure narcisistici, di auto-affermazione), manovrato da signorine che facendosi usare come burattine sono poi diventate burattinaie, ma solo un corrotto puttaniere indegno di governarci, mentre Federica Guidi è “l’utilizzata finale”?
Un uomo di potere è un furbastro e basta, mentre una donna di potere è comunque una donna, quindi vulnerabile e prona, finita al comando quasi per caso, standoci stretta tanto da essersi dovuta costruire una corazza impermeabile, nella quale, però, sempre, alla fine, permea un carceriere, al quale lei non dà un calcio nel culo perché lo ama, perché ha la sindrome di Stoccolma e mai, mai perché così le conviene.Federica Guidi è stata usata da un uomo perché è una donna di potere e perché ha provato un piacere nel farsi usare, ci si è accomodata: è successo a molti maschi prima di lei e ora, in pieno rispetto della parità indifferenziata, vediamo che succede pure alle signore con tutte stelle nella vita
Federica Guidi si è subito dissociata dal Gemelli (mentre B. le sue ragazze le ha difese fino all’ultimo, drammaticamente scisso com’era tra il nonno, il macho e l’innamorato) e se per tutti questi mesi ha solo saputo lagnarsi al telefono, sbuffando e recriminando con l’inefficacia di cui solo le mogli sono capaci (pure quando non sono mogli, poiché mogli si nasce) è perché sapeva perfettamente che delle donne non vince né quella che corre dietro, né quella che scappa, bensì quella che aspetta.
E la sua sbiadita vittoria è la vittimizzazione che le stiamo accordando, che però va a scapito della splendida e terribile lezione di parità dei sessi che questa vicenda ci ha offerto e che però non ha appassionato nessuno.
Federica Guidi è stata usata da un uomo perché è una donna di potere e perché ha provato un piacere nel farsi usare, ci si è accomodata: è successo a molti maschi prima di lei e ora, in pieno rispetto della parità indifferenziata, vediamo che succede pure alle signore con tutte stelle nella vita. “Prendi l’aspetto del fiore innocente, ma sii il serpente sotto di esso”: Lady Macbeth, moglie di Macbeth omuncolo in balia della brama di potere, ma ancor più di sua moglie. Rileggere Shakespeare, questo fine settimana, in alternativa a Gramellini.