Pizza ConnectionCi eravamo tanto temuti: Berlusconi arriva al Ruby-Ter

Tra bonifici a politici, amici e ragazze l'ex Cav al terzo processo scaturito dall'affaire Ruby. Intanto alla Giunta per le immunità del senato è muro contro muro sulle intercettazioni.

Il cosiddetto processo “Ruby-Ter” è sempre stata la grana giudiziaria più temuta da Silvio Berlusconi. Non c’era frode fiscale a Roma in Cassazione o affaire Lavitola a Napoli che lo tenesse più in apprensione. Alla fine la condanna per frode fiscale nel processo Mediaset è stato poco più di un incidente di percorso e il processo napoletano sulla compravendita dei senatori era, di fatto, iniziato già prescritto. In quell’ambito infatti Berlusconi ha rimediato una pena a tre anni in primo grado insieme a Valter Lavatola, ma il sei novembre scorso è intervenuta la prescrizione che ha salvato il Cav. dal seguito del processo.

IL REATO

È sempre Milano a non far dormire sonni tranquilli a Silvio Berlusconi, e il prossimo 15 aprile si ricomincia con il Ruby-ter nella fase dell’udienza preliminare. Il Cav. finisce imbrigliato nel terzo filone scaturito dalle “cene eleganti” di Arcore con le accuse di corruzione in atti giudiziari. A mettere di nuovo Berlusconi sotto i riflettori della procura di Milano sono stati i pagamenti che lo stesso ex presidente del Consiglio ha corrisposto alle Olgettine (in tutto 21 ragazze transitate da Arcore, tra cui la nota Karima el Marough detta Ruby) e altri testimoni durante i primi due processi. Versamenti, secondo i pm, che sarebbero serviti per ammorbidire le testimonianze delle ragazze nei primi due processi.

PERCHE’ IL PROCESSO-TER

I pm di Milano tengono a sottolineare come di fatto il Ruby-Ter sia un processo indipendente rispetto agli altri due, finiti con le assoluzioni degli imputati. I magistrati però ritengono di avere nuovo materiale documentale tra cui intercettazioni, mail e conversazioni via whatsapp. La decisione di gettare le basi per un altro processo è scaturito anche dalla sentenza di Cassazione sul Ruby 1, che nonostante l’assoluzione ha sancito come «è stata provata oltre ogni ragionevole dubbio l’esistenza di un sistema prostitutivo ad Arcore».

Il cosiddetto processo “Ruby-Ter” è sempre stata la grana giudiziaria più temuta da Silvio Berlusconi

IL GIUDICE: CAPO D’IMPUTAZIONE GENERICO, DA RIFORMULARE

“Indeterminatezza del capo di imputazione”. Con questa formulazione il giudice per l’udienza preliminare di Milano Anna Laura Marchiondelli ha invitato la procura a riscrivere l’imputazione perché non è chiaro se a Berlusconi sia contestato uno solo o più episodi di presunte corruzioni. In sostanza il giudice chiede ai magistrati inquirenti di precisare le date delle impuitazioni. Le accuse ipotizzate dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio sarebbero, per il gup, troppo “generiche” soprattutto in riferimento al tempo e al luogo della presunta corruzione. Si torna dunque in aula il 15 aprile.

ALL’UDIENZA PRELIMINARE SENZA LE INTERCETTAZIONI DI BERLUSCONI

Di sicuro c’è che all’udienza preliminare non si è trovata una quadra nella Giunta per le immunità del Senato. Qui il relatore Dario Stefano (Sel) aveva proposto di autorizzare all’utilizzo nel processo solo due delle undici intercettazioni di Berlusconi. A fine marzo però la proposta non è stata accolta e ora la giunta dovrà nominare un nuovo relatore e ricominciare l’iter, che durava dallo scorso ottobre. Fino al 15 aprile infatti la giunta non tornerà a riunirsi e, riferiscono fonti parlamentari a Linkiesta «il 20 dovrebbe ripartire la macchina con il nuovo presidente Enrico Buemi. Per ora però non c’è ancora niente di calendarizzato».

I VERSAMENTI TRA AMICI, POLITICI E RAGAZZE

Al centro della nuova inchiesta ci sono i 2.500 euro al mese versati da Berlusconi alle ragazze di Arcore. Non solo però: riscrivendo il capo d’imputazione i pm hanno rilevato i bonifici a Mariano Apicella e Danilo Mariani, musicista e cantante assidui frequentatori di Arcore. Entrambi sono stati testimoni nei processi Ruby e Ruby bis. I due hanno ricevuto rispettivamente 157 mila e 500 euro e 171 mila euro. Il 15 maggio 2015 sono arrivati 30 mila euro in Romania a Ioana visa, mentre il 4 novembre scorso 30 mila euro sono arrivati sui conti di Alessandra Sorcinelli, showgirl, che ha ricevuto in tutto dal Cav 367 mila e 500 euro oltre a una villa in Brianza e una Bmw in “uso gratuito”.

Le accuse ipotizzate dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio sarebbero, per il gup, troppo “generiche” soprattutto in riferimento al tempo e al luogo della presunta corruzione. Si torna dunque in aula il 15 aprile

Tra amici, politici e ragazze però i soldi sono girati e continuano a girare: per esempio Nicole Minetti tutti i mesi si vede recapitare sul proprio conto 15 mila euro a titolo di «prestito infruttifero» da parte di Berlusconi. In tutto dall’inizio della vicenda Minetti si è portata a casa 300 mila euro, oltre 65 mila euro con la causale, riporta il Corriere della Sera, «risarcimento danni alla regione», con possibile riferimento alla vicenda “rimborsopoli”. Qui Minetti si trovava a rifondere 27.500 euro dopo la condanna da parte della Corte dei Conti mentre era consigliere regionale.

IL PROCESSO DA MILANO A ROMA?

Gli avvocato dell’ex Cavaliere hanno chiesto di spostare il processo a Roma, sede dell’ultimo bonifico registrato dai pm e destinato a Mariano Apicella. I pm ritengono invece che il processo debba celebrarsi a Milano dal momento che da qui sono partiti i denari e qui il processo deve rimanere.

FUORI DAL PROCESSO ALTRI BONIFICI

Fuori dalla rilevanza del processo, ma comunque tra le righe dell’estratto conto personale di Silvio Berlusconi depositato a fine marzo dai pm di Milano, trovano posto anche 125.000 euro sempre a titolo di «prestito infruttifero» per la moglie dell’ex governatore del Veneto ed ex ministro Giancarlo Galan, 405 mila euro sono finiti invece a Michela Vittoria Brambilla, che spiega al Corriere che con quei denari ha fatto fronte ad alcune cause intentate dai dipendenti dei Circoli della Libertà per illegittimo licenziamento e per saldare gli affitti della sede milanese dei Circoli dovuti a Unipol-Fonsai.

Un altro «prestito infruttifero» è quello che, riferisce il Corriere, finisce sui conti di Alfredo Meocci, ex direttore generale della Rai tra il 2005 e il 2006, ex deputato Pdl ed ex membro della commissione di vigilanza Rai. Un prestito per difficoltà economiche, spiega lo stesso Meocci al Corriere della Sera.

COSA RISCHIA

Per il reato di corruzione in atti giudiziari si rischia una pena da quattro a dieci anni di reclusione. Dopo la fase di udienza preliminare il gup, avendo a disposizione gli elementi delle parti deciderà se procedere con il rinvio a giudizio oppure archiviare il caso.

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