La tecnologia che fa venire il pollice verde ai più negati

L’Internet delle cose si applica anche alla coltivazione delle piante e a beneficiarne sono tanto i professionisti quanto i principianti. Un mondo in espansione di cui si occupa il Mendel Project, ospitato nel Parco Tecnologico Padano. Prima di partire, però, la società sta creando una community

Non avete idea di cosa sia la pacciamatura, né che possa far ridurre l’evaporazione dell’acqua drasticamente nel vostro orto? Avete sempre voluto realizzare dei giardini verticali ma non sapete da dove cominciare? Non c’è problema: c’è un sito che vi spiega queste e molte altre cose per arrivare, passo dopo passo, ad avere il pollice verde. Si chiama Mendel Project, è una delle start up ospitate al Parco Tecnologico Padano di Lodi ed è tra le finaliste del programma di accelerazione Alimenta2Talent. I consigli non sono solo per principianti, ma anche per i professionisti della botanica, ai quali si propongono delle dritte, ad esempio, nella costruzione di una serra. Agli utenti, novellini o esperti, è richiesto di condividere le proprie esperienze, per creare una community del verde.

Una volta che tutto questo sarà a regime, si tratterà solo del primo tassello di un progetto che nasce con molte ambizioni. I due cofondatori di Mendel Project, l’informatico Riccardo Savi e il chimico esperto di materiali Simone Ronchini, non vogliono limitarsi a un’attività scientifica che si arricchirà di schede dettagliate su diversi progetti botanici. La loro idea è di proseguire con un’attività educativa, da svolgere nelle scuole, e con una consulenza agronomica di livello professionale. Il punto d’arrivo sarà ciò a cui i due cofondatori stanno lavorando da due anni: far entrare in scena i macchinari, da loro stessi progettati.

Si tratta di moduli, per ora piccoli (50 centimetri di altezza per una base di 25×25), che proteggono le piante dagli agenti esterni e permettono di far risparmiare i costi e di aumentare la produttività. In mezzo ci si mette la tecnologia, perché stiamo parlando di dispositivi Iot (Internet of Things) che, in base alle indicazioni date dagli utenti, erogano in maniera ottimale l’acqua, le luci e i fertilizzanti. Serviranno soprattutto per piante delicate e costose, come le orchidee e i bonsai. «Nei prossimi mesi contiamo di fornirli al mercato degli utenti casalinghi», anticipa Riccardo Savi. Si tratterà, più che di venderli, di affittare un pacchetto che comprenderà sia l’hardware che il software, perché «senza connessione con la rete saranno meno efficaci, è come paragonare l’iPhone con un iPod». Essendo strutturati come moduli, l’applicazione di tali macchinari si può immaginare tanto per gli utenti domestici, quanto per quelli professionali.

I dispositivi Iot (Internet of things) applicati alle piante erogano in maniera ottimale l’acqua, le luci e i fertilizzanti, in base alle indicazioni degli utilizzatori. Servono soprattutto per far crescere piante delicate e costose, come le orchidee e i bonsai

Al progetto di Savi e Ronchini, originari di Como, non ha creduto solo il Parco Tecnologico Padano, che li ospiterà nei propri laboratori da ottobre. Microsoft ha inserito Mendel Project in un programma di sostegno alle startup, mettendo a disposizione un software per due anni. E il progetto è stato ospitato per quattro giorni negli spazi della fiera Seed&Chips, dedicata alle startup del settore “food innovation”.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter