Il 2017 è stato una lunga scossa di assestamento dopo un 2016 che, tra morti eccellenti e sconvolgimenti politici, ha provocato un vero e proprio rovesciamento e ribaltamento geopolitico nel mondo. Ma cosa ci aspetta nel 2018? Purtroppo niente di buono, se consideriamo i trend che stanno emergendo da più parti e in più settori della vita pubblica internazionale. Forse gli avvenimenti che elenchiamo non si avvereranno tutti nel 2018, ma lo scenario che si sta delineando ci sta dicendo che la tempesta non sembra accennare a finire.
1. Cosa succederà a Donald Trump?
La presidenza Trump vive di pochissime luci e moltissime ombre. L’opinione pubblica internazionale è polarizzata tra chi lo considera un pericoloso improvvisatore, e chi lo considera una scheggia impazzita in grado di rovesciare il sistema (suo malgrado). Il problema, però, è che Donald Trump non sembra consapevole di cosa voglia dire fare politica. Impegnato a portare avanti il suo personalissimo brand e il suo personalissimo storytelling, andrà senza paura (comme d’habitude) verso alcuni problemi che potrebbero tradursi in un prima richiesta di impeachment.
2. Il cambiamento climatico impatterà ancora di più sulle nostre vite
Dimenticatevi i proclami politici successivi alla Cop21, la conferenza di Parigi. La situazione è tale da essere quasi irrimediabile. Quello che succederà non sarà solo una meridianizzazione del clima che stiamo vivendo ormai da anni, ma ci saranno ancora più catastrofi dovute alla ribellione della natura: uragani, frane, piogge torrenziali. C’è addirittura chi prevede lo scollamento di una grossa fetta dell’Antartide. Forse il punto non è più cercare di tornare indietro, ma come vivere con il nuovo assetto.
3. L’Italia non avrà un governo stabile
Questa, in realtà, non è una novità. Ma stando ai sondaggi e al clima che si respira a Roma, tutto fa pensare a una situazione per cui la prossima legislatura potrebbe partire zoppa. Un parlamento diviso in tre parti, senza una maggioranza e con una litigiosità altissima che non sarà in grado di dare un governo. Forse, nemmeno un governo di larghe intese. Forse, nemmeno un governo del Presidente o di scopo. E se la prossima legislatura battesse il record negativo di durata non superando l’anno?
4. Potrebbe scoppiare una nuova bolla finanziaria
La crisi del 2007 non ha insegnato niente, e la politica non è stata in grado (forse perché non è in grado) di regolarizzare e normare i flussi finanziari. I comportamenti che hanno portato alla crisi dei mutui subprime, e questa sorta di “meta-finanza” che parte dalla finanza stessa, rischiano di ripetersi con le stesse dinamiche. Forse è una bomba a orologeria per cui non ci chiediamo più “se”, ma “quando”. In tutto questo, chissà e un tessuto sociale già stremato da un decennio di crisi sarà in grado di sostenere un secondo scossone così grosso. Certo, la recente bolla dei Bitcoin non aiuta.
5. La fusione tra la Disney e la Fox
Ne abbiamo già parlato, ma la Disney è destinata sempre di più a diventare la proprietaria di tutto l’immaginario collettivo occidentale. È un potere immenso, non solo economico, ma proprio egemonico. Nel 1984, il Neuromante William Gibson immaginava un mondo governato dalle multinazionali. Nei prossimi anni, tra il comparto delle industrie dei dati (da Facebook a Google) e i nuovi super conglomerati mediali che guidano i processi culturali, ci avvicineremo sempre di più a quell’ipotesi.
Forse gli avvenimenti che elenchiamo non si avvereranno tutti nel 2018, ma lo scenario che si sta delineando ci sta dicendo che la tempesta non sembra accennare a finire
6. Le spinte indipendentiste non si fermeranno
Nonostante la Brexit sembra destinata a tradursi in un niente di fatto (il che porterà il Regno Unito a nuove elezioni), i tumulti indipendentisti in giro per l’Europa non si fermeranno. Si è aperta la breccia, e chiedere di andarsene dall’Unione è ormai la prassi di una politica sempre più polarizzata. Di sicuro la crisi di legittimità di Bruxelles non si risolverà in tempi brevi. Se poi ci si mette un nuovo terremoto finanziario…
7. Cosa succede a Est?
Putin resterà saldamente leader di tutte le Russie. La Cina rafforzerà il suo nuovo ruolo di agente fondamentale per le sorti degli equilibri geopolitici (guardate tutto quello che stanno facendo anche per la produzione di energia: la vera moneta del futuro). E la Corea del Nord? C’è chi dice che Kim Jong-Un verrà destituito. Sicuramente continuerà ancora per un po’ il balletto di distrazione di massa recitato da lui e Trump.
8. Ci saranno ancora attacchi terroristici marchiati ISIS
Dal momento che lo Stato Islamico sta perdendo un po’ terreno, la sua strategia del terrore permanente continuerà anche nel 2018. Certo, va detto che per come si è configurata la sua linea di comunicazione, ogni volta che nel mondo a qualcuno verrà il colpo di testa di fare qualche attacco sui civili, questo potrà essere rivendicato dall’ISIS. Ma è evidente che la tensione va continuamente alimentata.
9. Zuckerberg potrebbe lanciare la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti
Trump ha sdoganato il conflitto d’interesse palese dentro l’amministrazione americana (stando a Michael Moore, invece, già la dinastia Bush aveva fatto di tutto per usare la Casa Bianca come straordinario volano per i propri affari). Comunque vada, nel 2020 si voterà e Mark Zuckerberg, su cui da tempo aleggia l’ombra della “discesa in campo”, potrebbe effettivamente annunciare nel 2018 di candidarsi alla presidenza. Democratico? Indipendente? Il capo di Facebook è già una delle persone più potenti della terra, e se decidesse di correre, l’imparzialità del suo social network sarà messa a dura prova. Di fatto, con un cambio di codice, di possono cambiare le sorti del linguaggio, di quello che si vede e del mondo in cui abbiamo inconsapevolmente scelto di vivere.
10. I lavoratori torneranno ancora di più a farsi valere (e questa è una buona cosa)
Il 2017 è stato l’anno in cui i lavoratori hanno lottato per i loro diritti nel nuovo contesto del “capitalismo delle piattaforme”. Da Amazon a Ryan Air passando per Foodora, chi è costretto a dinamiche di lavoro che sembrano più sfruttamento che altro sta acquisendo sempre più consapevolezza e forza. E tutto fa pensare che nel 2018, nel quadro problematico che stiamo analizzando, chi lotterà per i propri diritti avrà sempre più forza e sempre più possibilità di ottenere qualcosa.