”In punto di” o ”in punta di” diritto? Risponde la Crusca

Vige una certa confusione tra queste due espressioni. Facciamo chiarezza una buona volta con gli esperti dell’Accademia della Crusca

Iniziamo col dire che, al pari della locuzione in punta di… (penna, forchetta, piedi, ecc.), anche in punto di diritto richiede la preposizione di come specificazione necessaria dell’oggetto o ambito cui si fa riferimento, sia in modo figurato sia in senso concreto.

Per quanto riguarda il significato specifico dell’espressione, va rilevato che in punto di diritto, nel lessico dei giuristi, equivale a “secondo quanto il diritto prevede” e spesso si accompagna con la locuzione simmetrica opposta in punto di fatto, che allude, invece, a ciò che accade nella realtà fenomenica al netto della (o precedentemente la) valutazione giuridica. L’espressione pertanto evoca la tradizionale distinzione fra dover essere ed essere, fra comando giuridico che astrattamente prescrive qualcosa (“È vietato fumare”) e fattispecie concreta che viene sussunta in quella prescrizione (il singolo atto del fumare), fra diritto legale ed esperienza. La distinzione, però, piuttosto che delineare una dicotomia, una separazione, induce a mettere a fuoco la duplicità di punto di vista di cui il giurista deve essere provvisto per elaborare la soluzione offerta dall’ordinamento giuridico.

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