Intervista a Domenico Felice: “Leggere Voltaire è il vero antidoto alle fake-news”

Il 2018 è il 240 anniversario della morte del grande scrittore. E ancora oggi risulta un vero e proprio antidoto alle fake news. Perché leggere Voltaire significa imparare a pensare con la propria testa, senza lasciarsi ingannare dalle bestialità della rete

Ricamare un pensiero che introduca all’opera di Voltaire è irritante, è uno schiaffo all’intelligenza del lettore. Voltaire sta lì, icona del pensatore onnivoro, elegante, geniale. Non ha bisogno dei nostri aggettivi per vivere serenamente tra i grandi d’Occidente. Soprattutto, Voltaire resiste pimpante, indistruttibile, per sempre giovane. Schiattato 240 anni fa, esatti (era la fine di maggio del 1778), a differenza di tanti santissimi estinti, di Voltaire è inestinguibile lo stile. Voltaire è uno scrittore fenomenale, dotato della leggerezza (Italo Calvino) e dell’intelligenza lucida come una lama (Leonardo Sciascia) che ne fanno un maestro dell’arte narrativa, senza pari. Più che parlare di Voltaire, appunto, basta leggerlo.

E far parlare chi è competente – della vaga incompetenza giornalistica ne abbiamo pieno il cervello. Per dire. L’anno scorso Einaudi, nella collana aurea de ‘I millenni’, in due tomi, ha stampato il Saggio sui costumi e lo spirito delle nazioni. Curatela impeccabile di Domenico Felice, che per Bompiani ha tradotto Tutte le opere (2014) e gli Scritti postumi (2017) di Montesquieu e che di Voltaire ha già “curato la prima traduzione integrale del Dizionario filosofico” (sempre Bompiani, 2013; un profilo completo di Felice lo trovate qui). Ad ogni modo. Leggetelo Voltaire. Insegna – come mi dice Felice – a pensare con la propria testa. Soprattutto, la sua foga nello scovare – e sconfiggere – le ‘fake news’ della Storia

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