Ecco a voi Mauro Aresu, l’influencer anti-Ferragni

Una parola al giorno, spiegata bene. Le figure retoriche ben esemplificate. Il ruolo di Mauro Aresu, giovane influencer e studioso di lettere classiche, è un po’ quello dell’anti Chiara Ferragni

Anche gli influencer non sono tutti uguali. Alcuni, per esempio, non meriterebbero questo osceno anglicismo che designa di solito un manipolo di furbetti, rappresentanti del nulla, abili giusto a influenzare chi ha il vuoto pneumatico al posto del cervello. Mauro Aresu, giovane studente di Lettere Classiche, del quale di recente ha parlato anche L’Unione Sarda (il quotidiano regionale), ha un’idea completamente diversa di come impattare sulla vita di giovani e meno giovani. Lui, tanto per capirci, scrive per il sito Una parola al giorno e spiega, per chi non abbia avuto la fortuna di impararlo a scuola, quali sono le figure retoriche e la loro applicazione. L’aspetto più lodevole è che Mauro fa tutto questo gratuitamente, mentre la Ferragni espone impunemente il figlio appena nato, con addosso un capo firmato, in cambio di denaro. Se ancora esiste una parvenza di parametro morale diffuso, non sarà difficile stabilire chi buttare dalla torre e chi porre, invece, sulla sommità. Estasiati dall’altissima nobiltà intellettuale ed etica di questo ragazzo, siamo andati a sentirlo per complimentarci e manifestargli il nostro pieno supporto, oltre che per cercare di capire quali siano le idee di chi lavora ogni giorno, nell’oscurità dei media nazionali, per il bene di tutti noi. La lezione che ne abbiamo tratto è una ed è estremamente forte: per combattere il degrado rappresentato dalla Ferragni & company non resta che opporre con gloriosa ostinazione la potenza della cultura, ovvero dell’unica cosa che la bionda influencer non potrà smerciare utilizzando un paio di foto su Instagram.

Innanzitutto, complimenti. In questo mondo di influencer e cazzoni vari, è decisamente encomiabile che qualcuno faccia ciò che fai tu. Per questo ho pensato che il tuo caso meritasse di figurare in un magazine. In ultimo, abbiamo un’unica arma per combattere contro la potenza di Chiara Ferragni e del suo cane da compagnia ed è quella di parlare di coloro che davvero meritano e nessuno si fila. Sono certo che anche tu condivida quanto detto, se ti sei lanciato in un’impresa tanto folle quale quella di diffondere le figure retoriche tra le masse.

Ti ringrazio. È un’attività abbastanza impegnativa in effetti, visto anche lo scarso livello di conoscenza dell’argomento, ma è proprio questo a rendere la sfida interessante. Mi diverte spronare la gente a informarsi su ciò che non conosce, per quanto sia consapevole che quella da me aperta è appena una porticina che dà sull’immenso edificio del sapere. Ma mi piace pensare che le persone, dopo aver letto ciò che scrivo, decidano di impegnarsi autonomamente per approfondire. Dicevo che mi piace di fantasticare così, ma non so quanto di ciò che immagino corrisponda a realtà o sia una mia pia illusione. Vedo però, come dimostra il tuo caso e tanti altri, che qualcuno è stato ispirato da ciò che faccio. In molti mi hanno scritto, dopo l’articolo comparso su L’Unione Sarda. Ciò ha in parte confermato i miei auspici e mi ha fatto, per una volta, ben sperare.

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