Il lato oscuro di Bill Gates, il finto buono

Dagli arresti alla fissa di controllare le targhe dei dipendenti. Il fondatore della Microsoft, che sembra sereno e realizzato, ha un passato di stranezze e manìe non sempre piacevoli

Di solito è glorificato come genio dell’informatica. Viene indicato come esempio per aver fondato una prima società a 13 anni. E soprattutto, è preso in considerazione perché è stato, più volte, l’uomo più ricco del mondo. Bill Gates ha un aspetto rassicurante e pacato, dispensa consigli ovvi e legge libri importanti. Guardandolo, con il suo sorriso trasognato e comprensivo, sembra di poter condividere la sua serenità fatta di piscine enormi, prati ben curati, ville tecnologiche e ariose.

Ma Bill Gates non è sempre stato Bill Gates. Quando era ancora uno spietato e ambizioso nerd rampante, per esempio, è stato arrestato due volte – per guida senza patente. La prima volta nel 1975, a 19 anni. La seconda a 21, fermato per un’altra violazione delle norme del traffico.

Pochi anni prima, da ragazzino, era stato incaricato di progettare il software per la formazione delle classi delle scuole superiori. E lui, su consiglio del suo amico Allen, lo ha creato in modo da finire in una classe di sole femmine.

La fissa per le donne (insospettabile) gli rimane anche negli anni. Tanto da approfittare del suo ruolo di leader dell’azienda per corteggiare la giovane Melinda, che allora era una sua dipendente. “La incontrai a un meeting di vendite a New York. E una settimana dopo l’ho raggiunta nel parcheggio e le ho chiesto se volesse uscire con me”, racconta l’ingenuo Bill. Lei ha accettato. Ma era sicura? Non ha giocato nella relazione anche il fatto che fosse il suo capo? Oggi, nell’America della Riforma Neopuritana del #MeToo, sarebbe già stato messo in croce, costretto a dimettersi e a chiedere scusa in pubblico.

Come capo, poi, si parla sempre male di Steve Jobs. Ma anche Gates non scherzava. Ad esempio, quando la Microsoft aveva un numero di dipendenti ancora ridotto, Gates memorizzava le targhe dei suoi sottoposti. Così poteva sempre tenere d’occhio il loro orario di arrivo e di partenza. “Le conoscevo tutte. Mi bastava lanciare uno sguardo sul parcheggio e sapevo se uno era arrivato o no. Poi, quando l’azienda è cresciuta, ho dovuto rinunciare”. Un capo che ti mette a tuo agio.

Per fortuna, ogni tanto il destino interviene: in questo caso sotto forma di una torta in faccia. Accadde nel 1998, durante un viaggio a Bruxelles. Bill Gates era atteso ad un incontro con oltre 400 insegnanti belgi, capi di aziende e funzionari del governo. Appena entrò nell’edificio, però, fu colpito in faccia da una torta. Tutto merito di Noel Godin, celebre entarteur (tiratore di torte) del Belgio. All’inizio Gates, pieno della sua solita simpatia e bonomia, aveva minacciato di sporgere denuncia. Poi, una volta che gli è stato spiegato chi fosse, ha deciso di lasciar perdere. Ma ha commentato. “La torta non era nemmeno buona”. Ma non gli era ancora piovuta addosso quella, ben più seria, dell’antitrust americana.

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