Tra i numerosi dossier sul tavolo del nuovo maxi-ministero dello Sviluppo economico e del lavoro guidato da Luigi Di Maio, ce n’è uno che preme più di tutti e che potrebbe essere risolto – a quanto dicono – a costo zero: quello degli ispettori del lavoro. Ai quali sia la Lega sia i Cinque Stelle in campagna elettorale hanno promesso l’abolizione del grande carrozzone dell’Ispettorato nazionale (Inl) creato dal Jobs Act renziano, nel quale sono confluiti gli ispettori del ministero del Lavoro, dell’Inps e dell’Inail, complicando le operazioni di accertamento e portando a una perdita di 600 milioni di euro in tre anni solo nella lotta all’evasione contributiva. «Se crediamo veramente in un governo del cambiamento, per il bene del Paese, delle aziende e dei cittadini, bisogna abolire l’Inl, creando un polo unico dell’attività ispettiva di Inps e Inail», dice Giancarlo Sponchia, presidente di Aniv, Associazione nazionale ispettori di vigilanza. «In cinque anni l’incremento dell’attività ispettiva porterebbe 15 miliardi aggiuntivi, che il nuovo governo potrebbe riutilizzare per suoi progetti».
Nel programma elettorale della Lega a pagina cinque si prevede l’eliminazione dell’Inl, facendo confluire l’agenzia nell’Inps «con risparmi notevoli sui costi di gestione, ma soprattutto sull’efficacia dei controlli». Il riferimento è sparito poi nel contratto di governo comune con i Cinque Stelle. Ma i questi mesi i pentastellati hanno promesso agli ispettori una soluzione in tempi rapidi. Il deputato 5S Claudio Cominardi è intervenuto anche al forum dell’Aniv, prospettando una soluzione in tempi rapidi. E pure la direttrice generale dell’Inps Gabriella Di Michele, dopo il presidente Tito Boeri, si è espressa a favore della confluenza delle attività ispettive sotto il cappello dell’Inps. Intanto l’Aniv ha già chiesto di essere ricevuta al Mise da Di Maio ed è in attesa di risposta.
Il problema è che la nuova agenzia creata sotto il cappello del ministero del Lavoro, a sentire gli ispettori, non avrebbe fatto altro che peggiorare il loro lavoro. Nata senza risorse aggiuntive, ha incastrato il lavoro ispettivo in una complicata macchina burocratica che richiede timbri, attese e carte bollate per un’attività che invece dovrebbe essere agile e veloce, se si vogliono cogliere di sorpresa gli evasori. Perdendo così per strada l’expertise che Inps e Inail hanno sviluppato nel tempo, tramite il perfezionamento dei software e l’incrocio di banche dati, che permettono di fare attività di intelligence e di andare quasi a colpo sicuro, evitando anche le doppie ispezioni.
Nel programma della Lega si prevede l’eliminazione dell’Inl, facendo confluire l’agenzia nell’Inps. Il riferimento è sparito poi nel contratto di governo comune con i Cinque Stelle. Ma i questi mesi i pentastellati hanno promesso agli ispettori una soluzione in tempi rapidi
Con l’Inl tutto questo è destinato a scomparire. Gli ispettori del lavoro in Italia sono circa 5mila: 3mila per il ministero, 1.400 per l’Inps, 370 per l’Inail. Ma nonostante i numeri cospicui, Inps e Inail hanno sempre portato in cassa maggiori risultati. I tassi di irregolarità in Italia sono altissimi: il calcolo è che ogni cento visite ispettive, 88 si concludono positivamente per l’Inail, 81 per l’Inps e 51 per gli ispettori del lavoro.
La costituzione della nuova agenzia prevede che i pensionati di Inps e Inail non vengano rimpiazzati. Anzi, molti, spaventati dalla prospettiva di lavorare in una macchina iperburocratica come il ministero del Lavoro, hanno fatto le valigie. Il risultato è che l’Inl non ha rimpiazzato i posti vacanti con nuove assunzioni e in tre anni si contano 300 ispettori in meno. Che vuol dire meno controlli e meno introiti dall’evasione e dall’accertamento delle irregolarità. Giancarlo Sponchia fa i conti: «Se si calcola che ogni ispettore Inps in media accerta ogni anno 1 milione di euro di evaso, vuol dire che ogni anno perdiamo 300 milioni. Che in tre anni sono quasi un miliardo in meno».
Nel 2014, prima della riforma, le ispezioni dell’Inps avevano portato in cassa 1,5 miliardi di premi e contributi evasi. L’importo è sceso a 1,3 miliardi nel 2015, 1,1 miliardi nel 2016, e nel 2017 è stato di 900 milioni. Seicento milioni che non sono nelle casse dell’Inps. Solo nel 2016 ci sono state 30mila ispezioni Inps in meno. All’Inail, invece, le ispeziono sono state 2.200 in meno in due anni. Nonostante le notizie degli infortuni e delle morti sul lavoro siano ormai nelle cronache quotidiane.
La proposta dell’Aniv, depositata sul tavolo del Mise, è quella di creare un polo unico delle ispezioni con Inps e Inail. «Tutto a costo zero», assicura Sponchia. «C’è già la struttura. E in più questi due enti dialogano con le loro banche dati già da tempo, hanno applicativi perfezionati nel corso degli anni e fanno attività di intelligence, che non fanno invece all’Inl. Assorbire in questa struttura i 3mila ispettori del ministero, poi, non sarebbe di grosso impatto».
Gli ispettori avevano già avanzato la proposta all’ex ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che non l’ha presa in considerazione. Eppure anche la Corte dei Conti ha bollato il fallimento dell’Ispettorato nazionale del lavoro.
«Se questo è davvero il governo del cambiamento, allora bisogna trovare una soluzione», dice Sponchia. «La nostra proposta è a costo zero. Con una seria lotta all’evasione contributiva e assicurativa, viste tutte le truffe che si verificano dall’agricoltura all’edilizia, si recupererebbero soldi che potrebbero andare a finanziare i progetti che il nuovo governo vuole mettere in campo». La palla ora passa a Luigi Di Maio.