Come leggere le bollette elettriche e capirci qualcosa

Vi è mai capitato di sentire qualcuno che parla di energia e perdervi in un mare di kilowatt (kW) e di kilowattora (kWh)? Spesso anche qualche personaggio autorevole fa confusione fra questi due termini. Vediamo di capirne di più

Nel Sistema Internazionale delle Unità di Misura, l’energia è espressa in joule (J). Un joule è definito come il lavoro necessario per spostare per 1 metro un oggetto che pesa 1 kilogrammo imprimendogli una accelerazione di 1 metro al secondo per secondo.Non importa se compiamo questo lavorobruciando combustibili, consumando elettricità o semplicemente usando le nostre mani.

Ma non dovevamo parlare di kW e kWh? Un momento ancora e ci arriviamo. Non abbiamo ancora detto quanto tempo è necessario per compiere questo lavoro: possiamo spostare questo kg con tutta calma oppure farlo molto rapidamente. Ecco che diventa importante la velocità con cui compiamo questo lavoro.

Per questo serve proprio il Watt (W), che è l’unità di misura della potenza, cioè della velocità con cui compiamo un lavoro e che nel Sistema Internazionale si misura con unità di energia nell’unità di tempo, cioè in joule al secondo (1 W = 1 J/s).

Nella maggior parte delle applicazioni domestiche e industriali, usare direttamente i Watt è un po’ scomodo. Per questo si sceglie un suo multiplo: il kiloWatt (kW) che corrisponde a mille watt. Per le grandi centrali elettriche si usano invece i MegaWatt (MW)o i GigaWatt(GW)che corrispondono rispettivamente a un milione e a un miliardo di W, ma questa è un’altra storia.

Quando scegliamo un fornitore di energia elettrica per casa nostra, stipuliamo un contratto per la fornitura di un certo numero di kW. Se abbiamo firmato con Eni Gas & Luce un contratto per una utenza elettrica domestica da 3 kW, vuol dire che possiamo prelevare dalla rete elettrica la potenza istantanea che ci serve fino al massimo di 3 kW. Se superiamo il limitecontrattuale (di solito è un po’ più alto per tollerare eventuali fluttuazioni: attorno ai 3,3 kW) si stacca il teleruttore -il dispositivo limitatore inserito nel contatore elettrico proprio per questo – e rimaniamo al buio.

Immaginiamo di avere collegato il frigorifero (con una potenza istantanea di 400 W), il nostro desktop (100 W), la TV (altri 100 W) e la lavatrice (1.400 W). Dobbiamo inserire nel calcolo anche le lampade accese in giro per casa (diciamo altri 200 W). Per ora siamo a 2.200 W o 2,2 kW.

Se accendiamo ancora l’asciugacapelli (800 W) arriviamo giusti giustia 3 kW e non abbiamo nessun problema. Ma se invece ci viene in mente di preparare una torta nel forno – che ha una potenza di 1.4 kW – finisce che rimaniamo al buio e con la torta cruda finché non stacchiamo qualcosa e andiamo a ripristinare il contatore.

La quota fissa che paghiamo in bolletta ogni bimestre – a parte tasse e balzelli – è legata alla potenza massima disponibile ed è espressa in kW. Ma la quota variabile dipende dall’energia totale che consumiamo in quel bimestre. Quest’ultima è espressa in… kilojoule? Sbagliato, sarebbe troppo semplice. Per rendere le cose un po’ complicate (in realtà per motivi di consuetudine) si è preferito abbandonare il Sistema Internazionale e usare il kiloWattora (kWh).

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