Autogol in manovraDal crac alla beffa: niente rimborsi per i risparmiatori di Mps che hanno perso tutto

Nella manovra sono previsti i rimborsi per risparmiatori, obbligazionisti e azionisti delle banche finite in liquidazione. Ma dal perimetro sono rimasti fuori coloro che hanno perso tutti i propri risparmi dopo l’ultimo tracollo del Monte dei Paschi di Siena

La platea dei beneficiari del fondo per i “truffati” delle banche fallite è ancora da definire. Ma quello che emerge è che il governo del cambiamento, alla fine dei conti, potrebbe discriminare i piccoli risparmiatori di crac disastrosi come quello di Mps. Il fondo previsto nella manovra è stato aperto anche agli azionisti, salendo a 1,5 miliardi in tre anni. Sono previsti i rimborsi per risparmiatori, obbligazionisti e azionisti delle banche finite in liquidazione tra il 16 novembre 2015 e prima del 1 gennaio 2018. Ma dal perimetro sono rimasti fuori coloro che hanno perso tutti i propri risparmi dopo l’ultimo tracollo del Monte dei Paschi di Siena, anche se la banca non è andata in liquidazione.

Andiamo per ordine. Per chiudere i disastri bancari di Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti, la manovra prevede un fondo per il ristoro di tutti coloro che avevano investito negli istituti. Compresi gli azionisti di Banca Etruria, l’unica quotata delle sei. Nella norma sono previsti rimborsi fino al 95% per le obbligazioni e del 30% per le azioni, fino a una soglia di 100mila euro. Usando come base di calcolo il prezzo di acquisto dei titoli e non, come richiesto da diverse associazioni, l’ultimo prezzo. La priorità verrà data ai risparmiatori con Isee sotto 35.000 euro.

Perché non sarà rimborsato anche chi ha perso tutti i soldi con Mps? I risparmiatori dell’istituto senese dopo l’ultima ricapitalizzazione hanno perso quasi tutto quello che avevano accumulato

Ma, fanno notare gli esperti, così il governo discrimina i piccoli risparmiatori. Perché non sarà rimborsato anche chi ha perso tutti i soldi con Mps? Se si confrontano le perdite del caso Etruria e del caso Mps, nonostante la banca senese non sia fallita, viene fuori che i risparmiatori dell’istituto senese dopo l’ultima ricapitalizzazione hanno perso quasi tutto quello che avevano accumulato. Dal 13 febbraio 2015, data dell’ultimo prezzo di mercato per banca Etruria (quando gli scambi sono stati sospesi in Borsa), a oggi, un risparmiatore di Mps ha perso il 99,26% dei risparmi, a fronte del 100% di uno di Etruria. La differenza è che per il primo la manovra non ha previsto nessun rimborso, per il secondo invece sì.

La spiegazione, forse, è che per salvare i risparmiatori di Mps servirebbero parecchi soldi. Perché, mentre nel caso di Banca Etruria gli azionisti avevano in tasca poco più di 100 milioni di euro, con Mps si parla di miliardi. La capitalizzazione di mercato dell’istituto di Arezzo, 128 milioni di euro nell’ultimo giorno di vita, era niente rispetto a quello senese. Basti pensare che a fine 2014, Monte dei Paschi di Siena aveva 5.117 milioni di azioni, delle quali l’87,83 % detenuto da piccoli azionisti: il valore di mercato solo dei piccolo azionisti arrivava a quasi 7 miliardi di euro. Insomma, per rimborsare i piccoli azionisti di Mps ci vorrebbero miliardi.

Dal governo potrebbero rispondere che «lo Stato è in Mps e gli azionisti pazienti potranno recuperare il valore nel tempo». Ma per recuperare il 30% dell’investimento, come assicurato agli ex azionisti di Banca Etruria con il fondo del governo gialloverde, servirebbe un vertiginoso balzo del prezzo attuale di borsa da 1,5 euro a più di 60 euro. Ci vorrebbe un miracolo, insomma. Ma quando «è tutta colpa del Pd», forse, i risparmiatori possono aspettare. E pure tanto.

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