Paninari 2.0La fenomenologia del Pagante

Il trio di cantanti nato per goliardia nel 2010 è diventato un piccolo fenomeno di cult tra i millennial. Raccontano una sottocultura, spesso ignorata dai media. Una generazione che non ha twitter, non ascolta musica indipendente, non è politicamente impegnata

Se avete più di 30 anni forse non li conoscete. Raccontano le gesta del vostro amico che posta le foto del cibo su Instagram o di vostro figlio che non ve l’ha detto ma è fuori corso e invece di laurearsi pensa a come rimorchiare il sabato in discoteca. Si chiamano il Pagante ed è un trio nato a Milano un po’ per cazzeggio, un po’ per goliardia nel 2010. Da pochi anni sono diventati un piccolo fenomeno di culto tra i millennials. Sono milanocentrici ma descrivono tic e tendenze ormai diffuse tra i giovani di tutta la Penisola. Dietro le rime ironiche a ritmo di disco pop si nasconde, forse involontariamente, una sottocultura, spesso ignorata dai media. Una generazione che non ha twitter, non ascolta musica indipendente, non è politicamente impegnata e solo in un lontano futuro, forse, sarà una parte della classe dirigente del Paese. Sempre che riesca a trovare l’uscita della discoteca. Sono gli stessi giovani descritti nei cinepanettoni dei fratelli Vanzina negli anni Ottanta e da Max Pezzali nei tormentoni pop degli anni Novanta. Ieri erano i vitelloni e i paninari, oggi sono diventati i paganti.

Il pagante si chiama così per un motivo: paga per entrare in discoteca. “È un tipo specifico di giovane milanese, spesso benestante, che frequenta la Bocconi o la Cattolica, oppure è un fuori sede attratto da tutto ciò che offre la Milano notturna. Ci siamo accorti che tipi così in realtà ci sono in ogni città medio grande d’Italia”, dice Edoardo Cremona, in arte Eddy Veerus, ventisettenne leader del trio formato da Roberta Branchini e Federica Napoli. “Dovrebbe studiare, laurearsi e trovare un lavoro ma non può fare a meno della Milano mondana. La discoteca e le ragazze sono un ostacolo che cambia le sue priorità e gli fanno perdere tempo. Passare da fuori sede a fuori corso è un attimo.” (Alla sera leoni, la mattina in Bocconi/Scrivo la tesina quando esco dal Divina).

Nell’epica dei paninari 2.0 il pagante è come Ulisse tentato dalle sirene, un rito di iniziazione alla vita adulta che tutti gli universitari più svogliati prima o poi devono passare. Alcuni ci rimangono di più altri di meno. Col tempo il pagante riuscirà a laurearsi e con un po’ di fortuna, anche grazie al papà, diventerà dirigente di azienda, “il cumenda che va in settimana bianca a Cormayeur o addirittura uno dei tanti politici che ci governa. Molti hanno avuto un passato da pagante, anche se non tutti sono disposti ad ammetterlo”.

L’altare della discoteca è il privè, un’area riservata ai “bomber”, calciatori (Tutti allievi di Bobo Vieri/Sempre fieri, coi bicchieri/In after dall’altro ieri), o celebrità, spesso invitati dai pr per fare pubblicità al locale. In pista invece ci sono tutti gli altri, i comuni mortali. Esiste però un modo democratico per avere un tavolo nel privè: pagare. “In quel caso puoi essere chiunque, anche un semplice pagante, è una specie di ascensore sociale nell’universo della discoteca“. Nel privé si beve, e tanto, ma un errore da principianti che il pagante non deve mai commettere è confondere sbocciare con lo sciabolare. “Si sboccia vuol dire far schizzare la spuma dello champagne, facendo lo “shampoo” con il Dom Perignon (Dom Pero per gli amici) ai compagni di tavolo, un po’ come fanno i piloti di Formula 1 sul podio dopo la gara. Il secondo invece è un gesto audace, in cui si toglie il tappo di champagne con la sciabola”. Non provateci a casa.

Il pagante di solito viene da una famiglia conservatrice, ma se ne frega di tutte le cose che comportano impegno e fatica (lo sbatti). Tra queste c’è anche la politica. L’unica cosa che gli interessa è conquistare una ragazza, la pagante, che può essere di tre tipi: la snob del centro, la radical chic o la shampista. “La shampista è un’arrampicatrice sociale, una che ti fa perdere tempo, la profumiera per intenderci”, dice Eddie. “Il nome è un gioco di parole tra la shampista che dal parrucchiere intrattiene le clienti con considerazioni superficiali facendo gossip sul ragazzo visto la sera prima e lo champagne che lei porta al tavolo del pagante. Lui pensa di aver fatto colpo, a lei in realtà importa solo dei follower su Instagram e dei soldi. Sta nel privè con i bomber solo per un ritorno di immagine”. La Radical chic, invece è una ragazza della Milano bene, arrivata a un bivio esistenziale: andare in discoteca come una pagante qualsiasi o scegliere di frequentare eventi e locali alternativi (Sei piena di soldi ma ti vesti male/Sempre con quell’aria da intellettuale/Sui navigli a bere birra artigianale/Che poi detto tra noi neanche ti piace). “Lo fa così senza un reale motivo, solo per potersi distinguere dalla massa. La sua famiglia è di destra e come atto di ribellione decide di votare a sinistra, ma non così tanto perché è pur sempre una pagante inside, per questo sceglie il PD”.

Milano non è divisa come Roma nord o Roma sud. Crescere a ovest o est della città non cambia nulla, il vero cambiamento è tra essere cittadino o di provincia. “C’è un tipo di ragazza snob, che abita a Milano centro e disprezza il provinciale come se fosse un essere inferiore (Oh mamma sono uscita con un paesano/Sembrava un turista in centro a Milano/Così trash il suo identikit. Resterò prigioniera per sempre nell’area C). Lei sogna di sposare il milanese che un giorno diventerà cumenda ed esce con il ragazzo di provincia solo per divertimento”. Che sia snob, radical chic o shampista, nell’epica dei paninari 2.0 c’è solo un finale fantozziano per il pagante: non riuscire mai a conquistare la ragazza che rimane lì, irraggiungibile come la regina del Celebrità cantato dagli 883.

L’evento dell’anno per il pagante è la settimana della moda: “Cerca in tutti i modi di entrare nelle sfilate per farsi notare, fare qualche foto e vedere le modelle. (Modelle escono come zombie dalla copertina di Vanity Fair/Tutti total black, ma che cazzo è? Sembra che rubate dall’armadio di Bruce Wayne). Lo stile cambia nel corso degli anni perché il pagante segue sempre la moda. Ci sono due tipologie: lo zarro e il pettinato. “Il pettinato, o pettinero (Il Pagante è pettinero/Pure dopo l’after, mattinero/Sotto cassa tutto fiero/Con la camisa e l’abito nero) si veste sempre con camicia, maglioncino e scarpe eleganti perché vuole atteggiarsi da adulto. Lo zarro invece è la versione base del pagante: indossa le Air Max o altre sneakers della Nike, la felpa e i jeans. La parte sopra è quella che cambia a seconda della moda e del brand del momento: da Stone Island a Balenciaga”. Ma per entrambi vale la regola d’oro: in discoteca si va con la camicia sbottonata.

I paninari nacquero negli anni Ottanta anche perché avevano un luogo di ritrovo: le hamburgherie. “Oggi Milano ti offre fast food di qualsiasi tipo perché hanno aperto tanti locali, il pagante si strafoga di sushi o si fa portare a casa il cibo, ma l’importante è poterlo condividere sui social, magari con l’hashtag #FoodPorn (Ho voglia di All You Can Eat, KFC, Burger King/Vedo meno la mia tipa del ragazzo di Just Eat/Vuoi la pizza solo per la foto, #Instafood).

C’è un pagante in ogni città italiana ma il suo universo è Milano, cosa la rende speciale? “L’italiano vero è il toscano o il romano. Il milanese è più svizzero come mentalità. Anche per questo Milano è come fosse staccata dal resto d’Italia. Tutte le mode partono da qui e vengono trasmesse nella Penisola. Facciamo concerti in tutta Italia e vediamo mode e atteggiamenti che a Milano sono già finiti da mesi, se non anni. Questo rende Milano unica, non c’è altra città italiana dove vivrei.” Milan l’è on gran Milan, abbiamo capito, ma quando il pagante scende al Sud la storia è diversa perché il “Terrone va di moda: “È stata una faticaccia convincere tutti quanti a scegliere questo titolo per il pezzo. Il terrone non sta solo al Sud, è anche il ragazzo di provincia di Milano. Però ho notato che negli ultimi anni il meridionale un po’ goliardico ed eccessivo veniva esaltato in tv, pensiamo agli scherzi di Pio e Amedeo per esempio. Il terrone va di moda perché alla ragazza piace il tipo più diretto, estroverso, amante del cibo. Nella canzone mi sono immaginato una compagnia di paganti milanesi che va in vacanza a Gallipoli pensando di rimorchiare facilmente ma si confrontano con compagnie dilocali che invece hanno più fascino del nord e sono un passo in avanti, perché ci sanno fare meglio con le ragazze”.

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