Alexandra Bulat dalla Romania al Regno Unito contro gli stereotipi: non ruba il lavoro agli inglesi ma li studia

Venticinquenne con un master a Cambridge, vive da sette anni oltremanica. Il suo dottorato all’Università di Londra è sulle attitudini verso gli europei nella Gran Bretagna al tempo della Brexit. Ora è portavoce degli Young Europeans

Alexandra Bulat è arrivata in Gran Bretagna dalla Romania nel 2012, quando aveva 18 anni. Parlava male inglese ma aveva un insaziabile voglia di studiare e di emergere. Sette anni dopo sta per finire un dottorato all’università di Londra dopo essersi laureata a pieni voti ed aver fatto un master a Cambridge. Oggi, è portavoce degli “Young Europeans” e si occupa di definire e comunicare le loro difficoltà ad integrarsi pienamente nel Regno Unito al tempo della Brexit. Una ragazza di 25 anni, minuta e timida di una gentilezza e disponibilità disarmanti. Da quando l’ho conosciuta a Londra nel 2017 ad oggi si è affermata quale portavoce dei giovani europei nel Regno Unito, ha quasi novemila follower su Twitter ed è stata ospite in vari programmi televisivi inglesi. Ma la storia di Alexandra inizia molto prima.

Quando è andata a vivere in Gran Bretagna?
«La prima volta che sono arrivata in Gran Bretagna avevo tre anni ed era il 1997. Mio padre si era trasferito dalla Romania per partecipare ad un programma di formazione del sistema sanitario nazionale britannico per giovani chirurghi europei. Dopo alcuni mesi, io e mia madre l’abbiamo raggiunto. Mi ricordo che andavo all’asilo dell’ospedale e lì ho cominciato a parlare inglese. Purtroppo, siccome mia madre – anche lei medico – non riusciva a trovare lavoro, dopo quasi un anno ce ne siamo andati e siamo ritornati in Romania».

Perché è tornata dopo così tanti anni?
«Quell’anno vissuto in Gran Bretagna da piccola mi ha influenzato profondamente. Ho sempre amato tutto quello che veniva dalla Gran Bretagna ed ho sempre voluto tornare. Appena diplomata ho fatto domanda solo ad università britanniche e sono stata accettata all’Università del Sussex».

Come sono stati i primi tempi nel Regno Unito?
«Quando sono arrivata parlavo male inglese. Riuscivo a malapena a seguire i discorsi dei miei compagni di casa. Non è stato facile integrarsi anche se nel campus non ero certo l’unica straniera. Dopo alcuni mesi però mi sono fatta dei buoni amici e anche un fidanzato inglese! Ho dovuto abituarmi ad un approccio di studio molto diverso da quello a cui ero abituata in Romania ed ho faticato a stare al passo il primo anno di università».

Nonostante le difficoltà iniziali è riuscita però a farcela e a proseguire i tuoi studi. Di cosa si occupa oggi?
Sono molto determinata ed ho recuperato nel secondo e terzo anno laureandomi a pieni voti per poi entrare a Cambridge a fare un master. Ora sono all’ultimo anno del mio dottorato all’Università di Londra e sto studiando le attitudini verso gli europei nella Gran Bretagna al tempo della Brexit. Sono anche impegnata come coordinatrice e portavoce dell’iniziativa “Young Europeans” per cercare di capire meglio quali siano gli ostacoli all’integrazione nel Regno Unito per i giovani europei oggi.

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