Natasha Siassina: una donna, mille progetti (dalla moda alla lotta contro la violenza sulle donne)

Nata nell'Urss, arrivata in Algeria e infine in Italia, Natasha Siassina ha uno spiccato senso del business e tante passioni: oltre alla moda e all’arte, ha fondato un’associazione per assistere le donne straniere vittime di violenza

Foto tratta da Facebook

Nata a San Pietroburgo e creatrice in Italia del brand di abbigliamento Tailor’s Art Revolution T- Art Rev, Natasha Siassina ha fondato anche l’associazione Vitaru, che si occupa di dare assistenza legale e psicologica alle donne vittime di violenza. E tra i suoi tanti interessi, c’è anche quello dell’arte, sia italiana sia russa. «Sono nata nel Paese sbagliato», ci spiega, iniziando a raccontare di sé.

Perché il Paese sbagliato?
Perché sono nata in URSS, dove la curiosità era un difetto, dove porsi e porre delle domande era una insubordinazione all’ordine costituito. A scuola, finivo sempre dal preside. Mettevo in discussione tutto ciò che mi veniva detto, soprattutto sulla situazione economica che vivevamo. Dovevamo vivere in un Paese anestetizzato. Mio padre era un militare dell’aviazione e mia madre una traduttrice dall’inglese. Questo comportava una situazione per me insostenibile, eravamo sotto osservazione, sempre: per via del loro mestiere, non si potevano avere contatti con stranieri.

Quando ha iniziato a cercare una sua indipendenza economica?
Prestissimo. Il primo business è stato portare sul mercato i jeans scoloriti che andavano di moda tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90. Riuscivo a comprare i jeans, li facevo scolorire e poi li rivendevo. Praticamente a sedici anni avevo già la mia prima attività. Inoltre, la moda è sempre stata una mia passione.

Quando ha deciso di lasciare la Russia?
Ho conosciuto una ragazza italiana che viveva ad Algeri con la sua famiglia. Così sono andata ad Algeri e ci sono rimasta. Mi sono anche innamorata di suo fratello, che è il padre del mio primo figlio. Per parecchi anni non ho più voluto parlare russo, se non con i miei genitori. Mi esprimevo in francese e inglese.

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