AnniversarioMarco Bentivogli racconta i 70 anni della Fim-Cisl

Il segretario generale della Federazione italiana metalmeccanici: «La pandemia Covid-19 sta rimettendo in discussione il nostro stile di vita e le nostre certezze. Le nuove generazioni hanno il diritto di progettare il futuro che dovranno abitare»

Credits: Archivio Fim Cisl

Quelli che stiamo vivendo non sono giorni di festa, la pandemia Covid-19 sta rimettendo in discussione il nostro stile di vita e le nostre certezze. Ma oggi più che mai la sfida è alta, sanitaria, demografica, ambientale, digitale, e ci impone di guardare, nonostante tutto, al futuro con fiducia. Ancora una volta nella sua storia la Fim non accetta atteggiamenti difensivi ma piuttosto guarda ai cambiamenti come occasioni affinché le persone si “liberino nel lavoro”. Oggi queste sfide vanno raccolte lasciando ai giovani uno spazio di protagonismo autentico. Non è ammesso tenere l’umanità in panchina, immaginando scenari distopici, tanto più se si tratta delle nuove generazioni che hanno il diritto di progettare il futuro che dovranno abitare.

Il 30 marzo 1950, a Milano, si riunivano in Commissione paritetica i rappresentanti della Fillm (Federazione dei liberi lavoratori metalmeccanici) e del Silm (Sindacato dei lavoratori metalmeccanici), i due sindacati metalmeccanici nati dalla scissione sindacale del 1948 e usciti dalla Fiom che, fino al 1948, era stata la sigla unitaria del sindacato metalmeccanico aderente alla Cgil anch’essa, fino ad allora, sigla unitaria del sindacato promosso nel giugno 1944 dalle forze antifasciste nel Patto di Roma. La prima era la categoria che faceva parte della Libera Cgil, la componente sindacale cristiana che nel 1948 era uscita dalla Cgil unitaria, ormai egemonizzata dalla componente socialcomunista, perché non disponibile a usare il sindacato come arma politica di opposizione; la seconda era parte della Fil (Federazione italiana del lavoro), a dominante socialdemocratica e repubblicana, uscita qualche mese dopo dalla Cgil unitaria per le stesse ragioni.

Decisero all’unanimità di mettere insieme le proprie forze per costituire un unico sindacato dei metalmeccanici che prese il nome di Fim (Federazione italiana dei metalmeccanici) la cui nascita fu accompagnata da quella del suo giornale, il Ragguaglio. Di lì a un mese, il 30 aprile, a Roma, nel teatro Adriano, si sarebbe costituita formalmente la già nata Cisl, erede della Libera Cgil e di parte della Fil (l’altra parte avrebbe costituito la Uil nello stesso anno).

I metalmeccanici della Cisl, la Fim, nascono in un contesto durissimo come si può leggere dai documenti di allora dove colpisce la durezza del confronto-scontro con la componente socialcomunista. Lo sfondo è noto: ormai imperversava la “guerra fredda” tra l’Occidente “democratico”, egemonizzato dagli Stati Uniti, e l’Oriente “comunista”, dominato all’Unione Sovietica di Stalin e le tensioni internazionali erano trasposte all’interno dei movimenti dei lavoratori.

Colpisce, tra l’altro, l’impressionante serie di violenze denunciate dalla relazione del primo congresso della Fim, documenti che abbiamo messo a disposizione sul sito  dando vita a un repertorio straordinario che racconta la nostra storia senza filtri e da cui si evince una caratteristica fondamentale che abbiamo conservato nel tempo: preservare il sindacato come luogo e strumento di rappresentanza degli interessi e delle aspirazioni dei lavoratori, indipendentemente dalla costellazione politica di riferimento. Questo repertorio è un omaggio ai nostri “padri fondatori” che in condizioni tanto difficili hanno avuto il coraggio di gettare le basi di un sindacalismo libero, democratico e autonomo che nella Fim ha trovato piena realizzazione e nella Cisl la sua casa naturale.

Per fortuna, il mondo – almeno quello in cui abbiamo avuto la ventura di nascere e operare – è assai cambiato da allora. Nel sindacato c’è stata la sperimentazione di una vera, anche se problematica, unità e poi – negli ultimi vent’anni – il ritorno alla divisione e a un “confronto competitivo”, ma non più in un orizzonte di scontro tra blocchi politico-ideologici, bensì all’interno di una divaricazione tra modelli e pratiche sindacali differenti. Certo, almeno nella nostra categoria, sopravvivono atteggiamenti che a volte hanno assunto toni prevaricatori e minacciosi quando si è trattato di prendere decisioni difformi, ma in un contesto storico completamente mutato.

Dalla Fim negli anni ’60 partirono le spinte più forti al rinnovamento sindacale, con la battaglia per l’autonomia e l’incompatibilità tra incarichi sindacali e politici, proponendo una strategia contrattuale innovativa, la contrattazione articolata, più vicina alle persone, il contratto “aziendale” o “integrativo”, che noi non chiamiamo “di secondo livello” proprio perché non meno importante del primo. Un’impostazione fedele all’indicazione di Giulio Pastore per cui la democrazia sostanziale vive in azienda grazie alla contrattazione e alla partecipazione dei lavoratori che consente di incidere e promuovere la solidarietà nel mercato.

Nella Fim Cisl la diversità di idee e di stili diventa quella capacità di sintesi che, arricchita dalla formazione, consente di sfuggire all’inaridimento del conformismo. Per questo siamo usciti dalla gloriosa stagione unitaria della FLM degli anni ’80 non facendo leva su ideologie o appartenenze partitiche ma puntando sulle persone, sugli attivisti, realizzando il centro di studi e formazione di Amelia, il famoso Romitorio, in cui generazioni di “fimmini” sono stati formati da illustri intellettuali italiani, come Federico Caffè.

Vittorio Foa, tanti anni fa a Formia, disse: «La Fim è una bellissima organizzazione perché sa di essere condannata a pensare »; E infatti la Fim ha sempre avuto fiducia nel progresso, speranza di una condizione umana nuova e migliore, a partire dai più deboli. Anche nelle stagioni in cui il radicalismo attraversava le forze sindacali del nostro paese, la Fim non ha mai smarrito il suo tratto distintivo: amare più le persone che le idee.  Per difendere questo spirito, 70 anni fa è nata la Fim Cisl.

Archivio Fim Cisl