Corona EconomyLa grande abbuffata del debito, la fase uno e mezzo e il ritorno nei borghi

Nella newsletter de Linkiesta dedicata al lavoro questa settimana si parla di come gestire il debito pubblico, delle nuove misure anti-covid negli uffici e anche della fatica di usare Zoom. Eccome iscriversi

(Photo by Anthony WALLACE / AFP)

LA GRANDE ABBUFFATA DEL DEBITO
Circa 43.100 euro a testa, neonati compresi. Il Sole 24 Ore ha calcolato a quanto ammonta il debito di ogni italiano dopo l’approvazione del Def. In questa fase, tutti gli Stati stanno ricorrendo ai bilanci pubblici per fronteggiare l’emergenza sanitaria e sostenere l’economia reale: è una scelta obbligata. Il cancelliere dello scacchiere britannico Rishi Sunak ha detto addio all’austerità (Financial Times), il debito pubblico della Germania arriverà al 75% del Pil (Reuters), e negli Stati Uniti si parla ormai di livelli “astronomici” del debito (Axios). Il problema però non è il debito pubblico in sé, scrive l’Economist. Quello che conta in primis è il costo della sua “manutenzione”. E finché i tassi di interesse sono bassi, si può ancora gestire. Ma la pandemia dovrà inaugurare ora una nuova stagione di gestione del debito sovrano da parte dei governi, che dovranno trovare la strada giusta tra stimoli e moderazione, con investimenti in innovazione e infrastrutture.

Che c’entra Marx? “L’unica parte della ricchezza nazionale che entra realmente in possesso della collettività dei Paesi moderni è il debito pubblico”, scriveva Karl Marx nel Capitale. Ma per evitare che questo fardello finisca ancora sulle spalle delle giovani generazioni, servirà una politica monetaria coraggiosa, piani di rientro credibili e soprattutto una spesa che stimoli la ripresa economica, spiega Lavoce.info. Quindi meno bonus e più investimenti in capitale fisico e umano. Lo stesso Mario Draghi nel suo editoriale sul Financial Times lo aveva detto: “Debiti pubblici più alti diventeranno una caratteristica delle nostre economie. La questione chiave non è se, ma come lo Stato utilizzerà il suo bilancio”.

Prepararsi al dopo Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha assicurato che “il debito tornerà su un sentiero discendente già dal 2021” (La Stampa). Una proposta per tagliarlo è arrivata nel fine settimana da Carlo Messina, ad di Intesa San Paolo, che sul Sole 24 Ore ha proposto “cinque mosse”: bond sociali, rientro dei capitali dall’estero, valorizzazione del patrimonio pubblico, investimenti pubblici e nella green economy, impiego agevolato del Tfr in titoli pubblici esentasse. Garantire liquidità non basta. Senza dimenticare l’aiuto che arriverà dal Mes (Rep).

 

CONTI IN TASCA
In attesa del decreto Il 29 aprile Camera e Senato voteranno il Def e l’autorizzazione allo scostamento di bilancio in vista del prossimo decreto aprile da 55 miliardi, che potrebbe quindi non arrivare entro la fine del mese come previsto dal governo (Repubblica). Nel provvedimento dovrebbero esserci il rinnovo della cassa integrazione, l’aumento a 800 euro del bonus autonomi, il reddito d’emergenza, l’allungamento della Naspi (Il Sole 24 Ore) e anche un assegno per colf e badanti (Rep). Ma nella maggioranza la discussione è ancora aperta, soprattutto sul reddito d’emergenza: il presidente dell’Inps Pasquale Tridico propone un assegno da 500-600 euro per 1 milione di famiglie (Corriere).

Con calma Italia Intanto, molti lavoratori aspettano ancora la cassa integrazione del decreto Cura Italia di marzo. In ritardo soprattutto quella in deroga, con alcune regioni che ancora non hanno inviato le domande e altre che hanno inviato solo dati parziali (Fatto Quotidiano). E anche il trasferimento di liquidità alle imprese non sta funzionando: le norme introdotte si stanno rivelando farraginose, e i tempi si allungano, con il rischio di un boom di chiusure. Mentre le imprese che comunque saranno riuscite a ripartire avranno la zavorra dei debiti da restituire in sei anni (Corriere).

Qualcuno ha detto hacker? Sarebbero quasi 400mila gli stagionali esclusi dal bonus di 600 euro, oltre a professionisti e lavoratori dello spettacolo, rimasti fuori a causa dei criteri troppo selettivi (Rep). Il presidente Tridico, intanto, in audizione davanti alla Commissione Lavoro della Camera, ha chiarito che la causa del data breach del 1 aprile non è stato un attacco hacker, come aveva subito denunciato, ma un errore alla configurazione della rete. Mentre 900mila domande per l’indennità di 600 euro, ha detto, sono ancora in fase di istruttoria (Linkiesta).

Recovery Europa Dopo il consiglio europeo di giovedì scorso, restano ancora diversi punti in sospeso sui piani di Bruxelles. Il pacchetto Mes-Bei-Sure sarà operativo dal primo giugno. In due settimane la Commissione dovrà lavorare per capire come realizzare il recovery fund (Europea). Ma nel suo discorso al Bundestag la cancelliera Angela Merkel ha precisato: “Daremo un maggiore contributo al bilancio Ue, ma no al debito in comune” (Europea). Serviranno ancora nuove e lunghe trattative.

 

(QUASI) FASE DUE 
Il calendario di Conte Il presidente del Consiglio ha firmato il nuovo dpcm. Oggi riaprono i cantieri pubblici e le aziende votate all’export, ma la vera “fase uno e mezzo” scatterà il 4 maggio, quando ripartiranno manifattura, costruzioni e commercio all’ingrosso. Saranno circa 400mila gli over 60 che torneranno a lavorare (Messaggero). I negozi invece dovranno attendere il 18 maggio, parrucchieri ed estetisti l’inizio di giugno (Corriere). Nell’attesa, sarà possibile preparare gli ambienti di lavoro. Ma, secondo gli esercenti, riaprire i ristoranti a giugno significa altri 9 miliardi di perdite (Il Sole 24 Ore). Nessuna indicazione sulla scuola. Nota per il governo: non si può ripartire il 4 maggio senza un piano realistico per le famiglie con figli (Linkiesta).

Il nuovo protocollo Governo, associazioni imprenditoriali e sindacati hanno raggiunto l’intesa sul nuovo “Protocollo per il contrasto e il contenimento del Covid-19 negli ambienti di lavoro”. Un documento di 10 pagine che aggiorna l’accordo quadro del 14 marzo. Ma sono più indicazioni che obblighi. Emblematico il capitolo dedicato alle mascherine, la cui adozione, si legge, “è evidentemente legata alla disponibilità in commercio” (Corriere).

Ognuno il suo piano In attesa delle indicazioni del governo, c’è chi si porta avanti. Gli alberghi del complesso termale di Abano, in Veneto, con il microbiologo Giorgio Palù, hanno già redatto un piano per riaprire le strutture ai turisti (Giornale). E anche il Comune di Milano ha lanciato il suo piano, aperto ai contributi dei cittadini. Tra le misure previste, limite di velocità a 30 all’ora e spazi per tavolini anche in sostituzione dei posti auto (Linkiesta).

I nuovi uffici Intanto gli architetti, rimasti esclusi da task force e comitati di esperti, sono al lavoro per riorganizzare gli spazi degli uffici del post pandemia. Serviranno pareti mobili, porte automatiche e anche assistenti vocali. Mentre molte aziende stanno già spostando i dipendenti nei coworking, che saranno destinati a cambiare con l’obbligo di distanziamento (Linkiesta).

 

LAVORO IN QUARANTENA
La mossa del granchio Mentre negli Stati Uniti le richieste per i sussidi di disoccupazione hanno raggiunto quota 26 milioni (Nbc), il presidente Donald Trump ha firmato l’ordine di sospensione per 60 giorni del rilascio delle green card per lavorare negli Usa. Ma dal blocco sono esclusi medici e altri lavoratori essenziali, tra cui impiegati nell’agricoltura, giardinieri e pescatori di granchi. “Sarebbe sbagliato e ingiusto che gli americani infettati dal virus venissero sostituiti da nuovi lavoratori immigrati arrivati dall’estero”, ha detto Trump (Politico).

Immunità British Tutti i lavoratori essenziali in Inghilterra, e i membri della loro famiglia, saranno sottoposti al tampone per verificare se sono stati contagiati o no. Circa 10 milioni di lavoratori chiave potranno prenotare il test online (Bbc).

Zona rossa Sono quasi 60 milioni i posti di lavoro a rischio in Europa: più di uno su quattro. E i livelli di disoccupazione potrebbero raddoppiare, se il “distanziamento sociale” continuerà fino a dopo l’estate. A dirlo è un report di McKinsey, secondo cui i lavoratori più a rischio sono attori, cuochi e cassieri dei negozi.

L’altra emergenza Con i permessi di soggiorno legati ai contratti, il rischio ora per molti extracomunitari è di perdere il permesso di soggiorno e diventare irregolari. Solo per i lavoratori domestici, già nelle prime settimane di aprile si è registrato un incremento del 30% dei licenziamenti. Si attendono indicazioni da parte del Viminale (Linkiesta).

Li chiamavano eroi Carrefour ha deciso di approfittare della cassa in deroga prevista dal decreto Cura Italia e ha chiesto l’ammortizzatore sociale per 4.472 dipendenti concentrati nelle regioni del Nord Italia. Ma perché se la grande distribuzione sta registrando fatturati in crescita? (Dissapore)

 

POST PANDEMIA
Se lo dice il Financial Times! Quali imprese usciranno meglio dalla crisi? Quelle che hanno puntato solo a minimizzare i costi e a massimizzare l’efficienza soffriranno di più. Chi invece ha fatto scelte più solide, creando una rete di sicurezza di fornitori, clienti e lavoratori a tempo pieno fedeli e flessibili avrà più possibilità di farcela e di fronteggiare i futuri disastri (Financial Times).

Shopping post-Covid Secondo quanto scrive il New York Times, la pandemia potrebbe decretare la fine dei grandi centri commerciali, a partire dagli Stati Uniti. Non bastano app e e-commerce: l’epidemia ha messo a nudo la dipendenza dei grandi magazzini dai loro avamposti fisici (Linkiesta).

Che fatica Se qualcuno tornerà in ufficio, tanti dovranno fare i conti ancora con Zoom, Skype e simili. Ma fare una videochiamata richiede più attenzione e ci fa consumare più energie mentali, dovendo lavorare di più per elaborare i segnali non verbali. L’essere filmati mentre tutti gli altri ci guardano, inoltre, rappresenta un forte elemento di stress, racconta Bbc.

Voglio andare a vivere in campagna In compenso, però, nel mondo post-Covid potremmo abbandonare le città e andare a vivere nei borghi. L’idea l’ha lanciata Stefano Boeri su Repubblica: “Servirebbe una campagna per facilitare una dispersione”. Il virus potrebbe quindi far riscoprire la vita rurale, ma per lasciare le metropoli e trasferirsi in campagna servono una burocrazia semplificata e la banda larga (Linkiesta).

PROMEMORIA Il 29 aprile si riunisce il cda di Anpal, decisivo per l’approvazione del piano industriale dell’Agenzia delle politiche attive (anche se non tira una buona aria). Mentre il 30 aprile l’Istat diffonde i dati su occupati e disoccupati a marzo, con le prime cifre sulle conseguenze della pandemia sul mercato del lavoro italiano.

 

Buona settimana,

Lidia Baratta

 

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