Garanzie statali allargate, sospensione del fisco per altri due mesi e golden power estesa. Il governo, dopo una lunga trattativa interna alla maggioranza, ha trovato la quadra sul nuovo decreto anti crisi per iniettare liquidità alle imprese sfiancate dalla pandemia. L’accordo sul testo è stato raggiunto dopo un consiglio dei ministri interrotto e poi ripreso, con i Cinque Stelle contro Roberto Gualtieri su un fronte, e i renziani su un altro.
L’intesa trovata sarà in grado di mobilitare risorse per 400 miliardi di euro: 200 miliardi per la liquidità delle imprese e 200 miliardi per il sostegno dell’export. «È una potenza di fuoco», ha detto il premier Giuseppe Conte. «Lo Stato offrirà una garanzia perché i prestiti avvengano in modo celere, spedito. Potenzieremo il fondo centrale di garanzia per le pmi e aggiungiamo il finanziamento dello Stato attraverso Sace, che resta nel perimetro di Cassa depositi e prestiti, per le piccole e medie e grandi aziende». «Con questo decreto realizziamo un intervento senza precedenti», ha spiegato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Complessivamente, considerando anche il decreto Cura Italia con un effetto leva da 350 miliardi, si mobilitano quindi in totale fino a 750 miliardi di risorse.
Le questioni che hanno agitato la maggioranza sono state due. Da un lato, le garanzie dello Stato sui prestiti – con Italia Viva che ha spinto per estendere la garanzia al 100 per cento. Dall’altro il ruolo di Sace, la società di Cdp che gestirà le garanzie per le grandi imprese. Gualtieri avrebbe voluto scorporare Sace e portarla sotto l’ombrello diretto del Mef, i Cinque Stelle si sono opposti. Il compromesso raggiunto ora prevede che Sace resterà una controllata di Cdp, gestendo le garanzie sotto l’indirizzo del Tesoro, ma la Farnesina di Luigi Di Maio ha incassato un accordo da 50 miliardi di garanzie per l’export, a cui nel 2021 si aggiungeranno altri 200 miliardi per nuovi investimenti.
Le questioni tecniche da sciogliere ora saranno diverse. E oltre alla parte centrale sul sostegno alla liquidità, al decreto sono stati aggiunti altri capitoli sul rinvio delle scadenze fiscali e l’allargamento della golden power per le aziende ritenute strategiche in un momento d’emergenza.
Liquidità
Stando alla bozza del decreto, il Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese erogherà i prestiti e sarà aperto anche ai professionisti e alle imprese fino a 499 dipendenti. Con un doppio binario: garanzia massima al 100% in alcuni casi e al 90% in altri.
I prestiti fino a 25mila euro non avranno la valutazione del merito di credito sullo stato di salute dell’azienda nell’anno precedente. E saranno diretti, senza che le banche debbano aspettare il via libera del Fondo di garanzia. Da 25mila a 800mila euro, la garanzia pubblica sarà al 100%, ma lo Stato coprirà solo il 90 per cento. Il restante 10% sarà coperta dai Confidi. Da 800mila euro e fino a 5 milioni di euro, la garanzia statale sarà limitata al 90 per cento. Per entrambe queste tipologie di prestito, non ci sarà la valutazione dell’andamento economico.
Delle grandi imprese, con più di 500 dipendenti, si occuperà un fondo istituito presso Sace. La garanzia sarà al 90% fino a un massimo del 25% del fatturato registrato l’anno precedente. E il livello delle garanzie scenderà al crescere delle dimensioni dell’impresa: 90% per le aziende con meno di 5mila dipendenti e 1,5 miliardi di fatturato; 80% con più di 5mila dipendenti e fatturato fino a 5 miliardi; 70% per le più grandi. Ma ci sono delle condizionalità per ottenere i prestiti: non si possono erogare dividendi, servono accordi con i sindacati per eventuali tagli occupazionali e i finanziamenti saranno destinati solo agli stabilimenti italiani.
Per le piccole e medie imprese, anche individuali o partite Iva, sono riservati 30 miliardi e l’accesso alla garanzia rilasciata da Sace sarà gratuito ma subordinato alla condizione che abbiano esaurito la loro capacità di utilizzo del credito rilasciato dal Fondo centrale di garanzia.
Quanto ai tempi, cosa che preoccupa di più, Gualtieri ha spiegato che «il nuovo strumento per la garanzia da Sace sarà operativo in pochi giorni: stiamo già mettendo in campo una task force integrata con il sistema bancario e Sace per renderlo immediatamente operativo, contiamo che in pochi giorni sia possibile usufruire di questo potente strumento».
Per avviare la macchina dei prestiti garantiti, però, serviranno prima i finanziamenti del decreto aprile, che arriverà dopo aver chiesto un ulteriore scostamento di bilancio al Parlamento e che immetterà 30 miliardi a sostegno delle garanzie, ha chiarito Gualtieri. A cui andranno aggiunti 7 miliardi per il potenziamento del Fondo di garanzia per le pmi.
Fisco
I versamenti tributari e contributivi vengono sospesi per altri due mesi. Prorogata anche la sospensione delle ritenute sui redditi da lavoro autonomo e sulle provvigioni.
Le partite Iva «con ricavi o compensi non superiori a 50 milioni di euro» nel 2019, che hanno subito a marzo e aprile una perdita dei ricavi di almeno il 33%, non dovranno versare le ritenute alla fonte, l’Iva, i contributi previdenziali e assistenziali, e i premi per l’assicurazione obbligatoria per i mesi di aprile e maggio. Per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 50 milioni di euro si applica la stessa sospensione delle tasse e dei tributi se le perdite per i due mesi superano il 50 per cento.
Il decreto prevede anche la defiscalizzazione dei farmaci utilizzati nelle sperimentazioni di terapie anti-Covid, equiparati fiscalmente ai farmaci distrutti. Prevista l’estensione del credito d’imposta già introdotto per le spese di sanificazione anche per le spese sostenute per l’acquisto di dispositivi di protezione: mascherine, guanti, visiere, occhiali e tute, oltre a barriere e pannelli protettivi nelle postazioni di lavoro. Sono compresi anche detergenti per le mani e disinfettanti. Il credito d’imposta è fino a 20mila euro e fino al 50% delle spese sostenute (fino al 31 dicembre 2020), ma con un limite di spesa fissato a 50 milioni di euro. Per le strutture sanitarie impegnate nell’emergenza Covid, è previsto anche il riconoscimento di una specifica funzione per i maggiori costi sostenuti, in deroga alla spendig review.
Golden Power
Il testo del decreto allarga inoltre il campo di azione dello scudo della golden power sia in termini di partecipazione che di settori per impedire che ci possano essere scalate ostili fino al 2021. «Potremo controllare operazioni societarie e scalate ostili non solo nei settori tradizionali, ma in quelli assicurativo, creditizio, finanziario, acqua, salute, sicurezza», ha detto Conte. «È uno strumento che ci consentirà di intervenire nel caso ci siano acquisizioni di partecipazioni appena superiori al 10% all’interno dell’Ue».