Musica della quarantenaDischi imperdibili di giovani e anziani talenti sconosciuti

John Anderson e Israel Nash non sono nomi che dicano qualcosa, ma il primo è considerato una delle più grandi voci del country e l'altro è un chitarrista che sembra vivere negli anni Settanta. Il primo è stato riscoperto da Dan Auerbach e sembra un James Taylor rigenerato, l’altro è un Neil Young onirico

John Anderson è uno di quei misteri musicali che capitano di frequente e che non si riescono quasi mai a risolvere. Sconosciuto fuori dai circuiti country, il sessantacinquenne cantante della Florida è da sempre considerato una delle voci più belle musica country. Nell’arco di quarant’anni di carriera, una quarantina di sue canzoni sono finite in classifica di categoria, cinque delle quali al primo posto. Eppure non è mai diventato una star.

È successo che Dan Auerbach, uno dei due componenti dei Black Keys nonché bravissimo produttore, scopritore e riscopritore di talenti, lo ha contattato per manifestargli tutta la sua devozione e dopo un po’ ne è uscito un album formidabile, Years, dove la voce americana di John Anderson interpreta canzoni molto belle. Ricorda il migliore James Taylor.

Altrettanto misterioso è Israel Nash, cantante e chitarrista nato nel 1981 in Missouri che sembra però vivere negli Anni Settanta a Laurel Canyon, tra Neil Young e i Rolling Stones. Nel 2013 si era fatto notare con un favoloso disco fricchettone che si intitolava Rain Plans, ma il seguito non è stato all’altezza. Ora ha fatto uscire un EP dal titolo Topaz che, per quanto sia un piccolo album con 5 canzoni, rasserena col mondo rinchiuso in quarantena. È puro Neil Young, con i canyon e il sud e tutto l’armamentario di suoni, di armoniche e di falsetti, ma anche con un sapore finale onirico e funk. Lo trovate qui.

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