Mississippi ManL’inadeguatezza di Mimmo Parisi davanti alla catastrofe occupazionale da Covid 19

Il presidente di Anpal prevede la perdita di 500mila posti di lavoro nel 2020. Ma in audizione in Senato non ha presentato nessuna strategia operativa per far fronte alla crisi. Mentre il piano industriale è ancora rimandato a data da destinarsi. E il 3 giugno i precari dell’agenzia tornano in piazza

(foto: Andrea Pirri)

Una decina di slide, qualche grafico sui modelli di ripresa economica (a V, U e swoosh) e sette «ambiti di intervento», dalla sempreverde «formazione per le nuove competenze» all’atavico «rafforzamento dei centri per l’impiego». Chi nella Commissione Lavoro del Senato si aspettava di ascoltare dal presidente della Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (Anpal) Mimmo Parisi la strategia dell’agenzia per far fronte alla enorme crisi occupazionale in cui si ritroverà l’Italia di qui a poco, è rimasto deluso.

Dopo aver stimato la perdita di «500mila posti di lavoro nel 2020» e il ritorno ai livelli occupazionali pre-pandemia «non prima del 2023», il professore del Mississippi poi non ha presentato ai senatori nessuna proposta operativa per il reinserimento dei nuovi disoccupati che si prospettano all’orizzonte.

«Da Parisi solo parole vuote, la relazione in Senato è inadeguata rispetto al momento drammatico che stiamo vivendo», commenta basita la senatrice di Italia Viva Annamaria Parente. «Non c’è nessun progetto concreto e operativo su come l’Anpal sta affrontando la catastrofe occupazionale che si prevede in seguito all’emergenza Covid».

Tutti gli interventi a sostegno dei lavoratori e delle aziende, avverte, «non avranno coperture infinite se non rendiamo operativo un sistema lavoro degno di questo nome. E il presidente di Anpal ha una grande responsabilità. In questo momento il Paese ha bisogno di una classe dirigente all’altezza».

Tagliato fuori da ogni task force di governo e dalla cabina di regia istituzionale, in scontro aperto con il ministero del Lavoro di Nunzia Catalfo e con la direttrice generale di Anpal Paola Nicastro, Parisi sembra ormai “commissariato” nella sua torre d’avorio protetta a vista da Luigi Di Maio.

La ministra Catalfo, dopo un duro botta e risposta a distanza sulle spese pazze per i voli in business class (mai rendicontate) di cui Linkiesta ha dato notizia, nelle prime bozze del dl rilancio aveva provato l’affondo inserendo una norma che avrebbe esautorato Anpal dalla gestione dei programmi del Fondo sociale europeo. Immediato l’intervento di Di Maio. Così Catalfo ha fatto marcia indietro, la norma è stata cancellata, nel decreto rilancio all’Anpal è stata affidata la gestione del Fondo Nuove Competenze da 230 milioni di euro. E Parisi, nonostante le richieste incrociate di dimissioni, è rimasto al suo posto.

Ma senza portare ancora a casa l’approvazione del famoso piano industriale 2020-2022 di Anpal. A un anno dal primo annuncio di Parisi sull’arrivo imminente del nuovo piano, il testo è ancora in alto mare. A ogni convocazione, il consiglio di amministrazione lo ha rispedito al mittente, tra l’inadeguatezza dei contenuti e l’«indisponibilità» dei due membri (uno in rappresentanza del ministero del Lavoro e uno delle Regioni). L’ultimo rinvio, per la terza volta, il 22 maggio scorso, quando all’ordine del giorno c’era pure la questione del rimborsi spese. Le Regioni hanno ritenuto ancora insufficiente il documento sul fronte del nuovo scenario del lavoro post-Covid e si sono prese dieci giorni di tempo per presentare le integrazioni necessarie. Se vuole farlo passare, Parisi dovrà piegarsi alle richieste degli assessori regionali. «È sua responsabilità se dopo due mesi e mezzo non ha aggiornato il piano industriale adeguandolo all’emergenza occupazionale che si prevede», dice la senatrice Parente.

A oltre un anno dall’insediamento del “padre dei navigator”, nel bel mezzo della più grande crisi occupazionale dal Dopoguerra, l’Anpal naviga a vista. E il fallimento del “Modello Mississippi” voluto dai Cinque Stelle preoccupa maggioranza e opposizione.

La famosa piattaforma di incontro tra domanda e offerta del lavoro non c’è. Su 2,4 milioni di percettori del reddito di cittadinanza, «65mila hanno trovato un lavoro», ha detto Parisi, ma i monitoraggi non vengono più aggiornati da mesi e quei dati non sono mai stati verificati. I 3mila navigator assunti a luglio, alcuni dei quali avrebbero pure chiesto il bonus da 600 euro, sarebbero impegnati in una non meglio identificata mappatura delle vacancy nelle aziende, i cui primi risultati – ha detto Parisi – si vedranno entro l’autunno.

E pure la stabilizzazione dei 654 precari storici di Anpal è ancora in alto mare. Parisi all’inizio si era impuntato su sole 400 stabilizzazioni, legandole alla approvazione del piano, nonostante il decreto salva imprese avesse già previsto le risorse per la stabilizzazione completa. Il cda del 22 maggio, dopo un anno di scontri e scioperi, ha chiesto di prevedere una procedura unica entro fine anno. Ma nel corso dell’audizione, Parisi si è contraddetto più volte, prima dicendo che vanno trovate ancora le coperture finanziarie, poi che le coperture sono state individuate e che entro fine anno si procederà alla stabilizzazione completa. «Smentendo le sue dichiarazioni degli ultimi mesi, ora Parisi afferma che vuole sanare la situazione dei circa 650 precari storici», dice Nicola Fratoianni, deputato di LeU. «Ora Parisi faccia la sua parte».

Ma davanti a tanta confusione, le Clap (Camere del lavoro autonomo e precario) hanno già organizzato per il prossimo 3 giugno un nuovo sit-in dal vivo davanti alla sede centrale di Anpal. «Non c’è tempo da perdere», dicono, «260 collaboratori scadono a luglio e altri 260 a settembre».

«Mi sembra di ascoltare Le Cronache di Narnia, con i due universi paralleli», ha fatto notare il senatore del Partito democratico Tommaso Nannicini a Parisi durante l’audizione. «Da una parte c’è l’universo in cui lei parla di formazione e mappatura delle vacancy, dall’altra ci sono il sistema delle politiche attive ferme e il piano aziendale di Anpal non ancora approvato». E anche la collega di partito Debora Serracchiani va all’attacco: «L’attività svolta dal presidente Parisi è assolutamente inadeguata. È molto grave infatti che in una fase complessa come questa l’agenzia che si occupa di politiche attive per il lavoro non abbia una guida efficace, all’altezza dei problemi che deve affrontare».

Il nuovo cda di Anpal non è stato ancora convocato. «Siamo all’ultimo miglio», ha detto Parisi, rassicurando sul suo buono rapporto con le regioni. Le stesse che, però, hanno appena cassato il suo piano. Una quarta bocciatura sarebbe troppo, ma nessuno lo esclude. Se gli alleati di governo dei Cinque Stelle, che da tempo chiedono le dimissioni del prof del Mississippi, non possono farlo cadere in nome della tenuta del governo, il colpo mortale per Parisi a questo punto potrebbe anche arrivare dal cda.

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club