È successo con i Rosa-Croce, è successo con gli Illuminati di Baviera, è successo con il Priorato di Sion: fantasie nate per capriccio, per tornaconto, per truffa, per goliardia o per estro romanzesco che poi, seguendo vie avventurose, hanno preso vita nel mondo reale, anche se in forma ben diversa da quella immaginata.
A questa bizzarra famiglia di mitologie che si autoavverano si ispirava “Il pendolo di Foucault” di Umberto Eco, dove i redattori di una casa editrice inventano una trama cospiratoria così vertiginosa, così cervellotica, così avvincente che finiscono per crederci davvero, cadendo nella rete che loro stessi hanno intessuto.
La storia di QAnon, all’inizio, sembrava appartenere alla stessa famiglia del Pendolo. L’ha raccontata Massimo Polidoro nel suo ultimo libro “Il mondo sottosopra” (Piemme). Nell’autunno del 2017, sul forum 4chan cominciano ad apparire messaggi vaghi e oracolari firmati semplicemente Q.
Sono “briciole” che un gruppo di utenti – che cominceranno a chiamarsi tra di loro i “fornai” – raccolgono e impastano per dar forma al grande complotto: esisterebbe una cabal, ossia una cricca di figure dell’establishment e del deep state composta per lo più di democratici (tra cui gli immancabili coniugi Clinton), che tiene i fili del governo mondiale e gestisce una rete occulta di pedofili, praticando, oltre alle violenze sessuali, rituali di vampirismo e di cannibalismo.
Nella pagnotta cospiratoria rientra anche la frottola delle cene sataniche a casa di Marina Abramovic con Hillary Clinton, che ebbe tra i suoi propagatori, qui alla periferia dell’impero, il presidente della Rai Marcello Foa.
E ovviamente, parlando di fornai e di bufale, tutto nasce da una costola del PizzaGate, l’incredibile storia del traffico di prostituzione minorile nei sotterranei di una pizzeria di Washington che non aveva neppure dei sotterranei, come dovette constatare, con disappunto, il ventinovenne di Salisbury che nel dicembre 2016 percorse cinquecento chilometri e si presentò lì armato fino ai denti per compiere la sua missione di giustiziere.
Ma chi è Q? È una gola profonda che vuole preparare i veri patrioti al giorno della tempesta, in cui il presidente Trump, spalleggiato dai militari, farà scattare la resa dei conti con la cabala degli orchi.
L’idea che va per la maggiore nella compagnia è che Q sia il figlio del presidente Kennedy, che avrebbe simulato la propria morte in un incidente aereo per tornare, vent’anni dopo, a combattere al fianco dell’arcangelo dall’aureola arancione.
Qualcuno degli adepti crede addirittura che Q sia lo stesso Trump. Altri ipotizzano un’operazione di intelligence collettiva. È più probabile, però, che si tratti di una burla scappata di mano. Come che sia, il risultato è che oggi il principale missionario di QAnon, lo YouTuber PrayingMedic, ha più di trecentomila seguaci su Twitter.
Se l’avvio della storia ricorda il “Pendolo di Foucault”, il seguito rischia di far pensare al Nome della rosa – che proprio in questi giorni celebra il suo quarantennale con una nuova edizione – e in particolare alle scorribande degli eretici di Fra’ Dolcino sotto cui Eco volle allegorizzare il terrorismo brigatista.
Su The Atlantic di questo mese, Adrienne LaFrance ha dedicato a QAnon un lunghissimo reportage, The Prophecies of Q, che invita a non dismettere sbrigativamente la faccenda come una delle mille ciarlatanerie che hanno spianato la strada al ciarlatano in capo. Questa incredibile storia è appena all’inizio, dice LaFrance, e sta prendendo una strana piega.
In breve, da semplice teoria del complotto QAnon è diventata un embrione di religione millenarista che parla il linguaggio del protestantesimo evangelico, tanto che non ci sarebbe da stupirsi se la pagnotta dei lunatici, lievitando ancora, prendesse una forma simile a quella degli Avventisti del Settimo Giorno o dei Mormoni.
Ai suoi seguaci, QAnon offre un testo sacro in continua elaborazione, ossia gli oracoli di Q, la sensazione gratificante di aver ricevuto una chiamata per una missione sacra e l’attesa apocalittica di un Grande Risveglio: la tempesta in cui i cavalieri di Trump rovesceranno le élite corrotte e riveleranno le loro nefandezze.
Inutile dire che, trattandosi di un’apocalisse terrena, i nuovi fanatici del Millennio non escludono di impugnare le armi, e un memorandum dell’FBI, l’anno scorso, classificava QAnon come domestic-terror threat.
Quanto a Trump, sono anni che si diverte a mandare cenni d’intesa e segnali in codice a questa sua frangia di seguaci più mitomani di lui, pressappoco come fecero i Beatles con la leggenda della morte di Paul e della sua sostituzione con un sosia, disseminando le copertine dei dischi e i testi delle canzoni di allusioni esoteriche. Chissà che il misterioso Q non sia proprio lui, Paul McCartney. O il suo sosia.