Nell’Unione europea, il 17,1 per cento della popolazione vive in case con poche stanze rispetto alle dimensioni della famiglia. E con la pandemia in corso non si può neanche andare in ufficio o a scuola per non sentirsi soffocare. Non è solo un problema psicologico ma anche clinico: gli ambienti sovraffollati possono presentare un rischio maggiore di diffusione del virus.
Questa condizione è la normalità per quasi la metà della popolazione in Romania (46,3 per cento). Così come per due persone su cinque in Lettonia (43,4 per cento), Bulgaria (41,6 per cento), Croazia (39,3 per cento) e Polonia (39,2 per cento). L’Italia è all’ottavo posto della classifica con il 27 per cento, sopa la media europea.
All’estremità opposta della scala, i tassi di sovraffollamento più bassi sono stati registrati a Cipro (2,5 per cento), Irlanda (2,7 per cento), Malta (3,4 per cento) e Paesi Bassi (4,1 per cento).
C’è anche l’altra faccia della medaglia: chi vive in abitazioni con molte più stanze del necessario. Una condizione che interessa più di una persona su tre in Europa (33 per cento). Almeno sette persone su dieci vivono in abitazioni poco affollate a Malta, in Irlanda e a Cipro. Anche in Belgio (58,6 per cento), Spagna (56,3 per cento), Paesi Bassi (53,9 per cento) e Lussemburgo (53,7 per cento), oltre la metà della popolazione viveva in abitazioni ritenute troppo grandi.
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