Venerdì 8 maggio, meteo sereno, 23/25 gradi di massima in tutto il sud. Previsioni per sabato e domenica: molto sole e poco vento. In altri tempi sarebbe stato un ottimo weekend per cominciare la stagione, soprattutto per gli italiani che hanno le seconde case al mare e per gli stranieri, che arrivano al sud per fuggire dal clima ancora freddo in gran parte d’Europa.
Quest’anno non sarà così, e il rischio di basse prenotazioni e presenza anche per giugno, luglio e agosto è molto concreto, anche nelle destinazioni turistiche più ambite.
Manlio Messina, assessore al Turismo della Regione Sicilia, in genere è incaricato di gestire l’abbondanza di arrivi e garantire l’accoglienza di chi sbarca sull’isola. Stavolta ha un lavoro diverso, deve reinventare completamente un pilastro dell’economia dell’isola: «Prima del 2021 sarà difficile contare sui turisti internazionali», dice, perché «ci sarà un ridimensionamento inevitabile, chiederemo ai siciliani di fare le vacanze in Sicilia, serve un atto d’amore per il nostro Paese».
Anche perché, senza questo atto d’amore, l’economia non ripartirà: il turismo incide per il 15 per cento sul Pil regionale ed è una delle attività trainanti dell’isola, che conta moltissimo sugli stranieri. Su 15 milioni di viaggiatori che sbarcano annualmente, il 50 per cento arriva dall’estero, in alcune località, come Taormina, le presenze non italiane arrivano all’83 per cento.
Le Regioni del Sud Italia dovranno adattarsi e resistere puntando sul turismo nazionale e della villeggiatura di prossimità. «Le vacanze si faranno rispettando le regole», ha già chiarito il ministro Franceschini. Una stagione inedita, piena di incognite e restrizioni, comunque all’insegna del distanziamento, in attesa delle decisioni di governo e Comitato Tecnico-Scientifico.
Oggi i confini sono chiusi, dovrebbero riaprire a giugno. Niente vacanzieri americani, pochissimi europei, in compenso rientreranno in molti dal Nord Italia per far visita alle famiglie e andare al mare.
L’idea è quella di riaprire gradualmente i confini regionali per il turismo nazionale, magari ai vacanzieri in arrivo da zone in cui il virus è sotto controllo. Oggi chi mette piede in Sicilia è sottoposto alla quarantena, ma cosa succederà quest’estate? Saranno in molti, compresi i siciliani che vivono e lavorano altrove, a voler fare le vacanze qui.
Risponde Messina: «Con le aziende sanitarie e le guardie mediche lavoriamo per fare test veloci negli aeroporti e nei porti, così avremo una sorta di patente d’ingresso. E in caso di situazioni limite procederemo con il tampone».
Saranno testati anche i lavoratori dei settori strategici per il turismo, come hotel e ristoranti. «Ci sarà un po’ di burocrazia in più ma le persone capiranno, è per la loro sicurezza».
La Sicilia ha anche una miriade di isole e arcipelaghi da controllare: da Pantelleria a Salina, da Favignana a Stromboli, da Panarea a Lampedusa. Luoghi di rara bellezza, non propriamente attrezzati per una fase due in cui la parola d’ordine sarà distanziamento.
Così gli ingressi alle isole siciliane saranno contingentati attraverso calcoli matematici «in funzione dei posti letti presenti e di un numero massimo di visite giornaliere», spiega l’assessore Messina. Nei prossimi giorni partirà anche un progetto pilota in una di queste isole, con test per tutti gli abitanti. In spiaggia si andrà, ma con prudenza. In attesa delle linee guida nazionali, il timore delle istituzioni siciliane si concentra sui bagni in mare: «È un tema piuttosto sconosciuto e non sappiamo ancora se bisognerà limitare la quantità di persone che potrà entrare in acqua».
Le isole del Sud Italia vivono in un limbo. Guido Lembo è il re di Capri, cantante e patron di “Anema e Core”, la taverna più famosa dell’isola e ritrovo di divi del cinema, star dello sport, imprenditori di successo: «Oggi mi ha telefonato Diego Della Valle per sapere che succede – racconta Lembo a Linkiesta – Ma io sono avvilito, a queste condizioni non so se aprirò il locale. E non è solo una questione di incassi. Il mio spettacolo non si può trasformare. Si balla sui tavoli, si canta e ci si abbraccia. Facciamo casino, io col tamburello in mano. Alla gente che entra dico di levarsi la cravatta e di spogliarsi di tutti i pensieri. Come farò a tenere le persone sedute, come in qualunque piano bar?».
La coda davanti all’ingresso è un classico. Italiani e americani, feste fino a notte fonda, 300-400 persone dentro il locale. «Oggi potrebbero entrarne al massimo un centinaio – riflette Lembo – Spero di poter organizzare qualche evento in piazzetta, altrimenti non so se valga la pena aprire. Meglio fermarsi e tornare tra un anno». Il sindaco di Capri, Marino Lembo, cugino di Guido, rifiuta la logica del “numero chiuso” sull’isola. «Facciamo controlli ai punti d’imbarco – risponde a Linkiesta – misurando la temperatura e facendo i test, riorganizziamo le spiagge, dopodiché l’isola riapre, insieme ad alberghi e boutique. E forse in questa fase due sarà ancora più bella di prima, più a misura d’uomo».
L’estate nel Mezzogiorno significa anche feste tradizionali, sagre di paese e manifestazioni culturali. Che rischiano di saltare un po’ ovunque: in Puglia, ad esempio, dove solitamente vengono accompagnate dalle tipiche luminarie. Quest’anno eventi di massa non se ne faranno, confermano dalla Regione. Al massimo in piazza arriveranno cinema all’aperto, spettacoli teatrali e piccoli concerti, ma niente Notte della Taranta, che forse si vedrà solo in tv.
«Se il distanziamento sociale continua per tutta l’estate, la convivialità sarà fortemente limitata. Si faranno vacanze più individuali e in tranquillità. Io sto ricevendo diverse prenotazioni da persone che cercano un po’ di isolamento». Aldo Melpignano è managing director della Sd Hotels, in questi anni la sua famiglia ha contribuito alla moda delle vacanze in Puglia. «Ma la nostra regione resterà una delle prime destinazioni a cui si penserà per andare in vacanza anche in questa fase due».
Il gruppo di Melpignano ha masserie di lusso, campi da golf e ristoranti. E poi Borgo Egnazia, un resort cinque stelle costruito sul modello di un paesino pugliese con la pietra chiara e i muri spessi. Una sorta di scenografia teatrale, con ampi spazi ed eventi continui, che attirano viaggiatori da tutto il mondo.
Qui Madonna ha festeggiato il compleanno, Justin Timberlake il matrimonio. «Solitamente a Borgo Egnazia – spiega Melpignano – oltre il 70 per cento della clientela è straniera, questa volta se arriveremo al 20 per cento sarà già molto. La speranza è che gli italiani facciano le vacanze in Italia».
Gli anni scorsi, nello stesso periodo, gli hotel di Melpignano erano già quasi pieni in vista dell’estate. «Adesso, invece, cominciano ad arrivare le prime prenotazioni. Prevediamo incassi inferiori del 50-70 per cento rispetto al 2019, e queste sono le aspettative più rosee».
Il contesto è sempre più complicato. E Melpignano, che è anche vicepresidente di Fondazione Altagamma per il settore Ospitalità, rilancia: «Siamo pronti ad aprire, abbiamo ampi spazi e abbiamo deciso che non occuperemo più del 70 per cento dei posti disponibili per garantire più sicurezza e comfort ai clienti. Però abbiamo bisogno di chiarezza sulle regole in gioco e sulla possibilità di far arrivare i clienti. È in ballo l’esistenza delle aziende e dei posti di lavoro».
Intanto la Puglia vuole puntare sul turismo culturale e valorizzare percorsi naturali, enogastronomici e di benessere. Un modo per allontanare i turisti dai luoghi più affollati e sfruttare tutti gli spazi che il territorio mette a disposizione, dal Gargano al Salento. Spiega l’assessore regionale Loredana Capone: «Negli ultimi anni avevamo spinto sul turismo internazionale, dobbiamo cambiare strategia. Ma per fortuna il 72 per cento delle presenze in Puglia è italiano, si sposta su gomma ed è legato ai nostri borghi».
Come si convincono i turisti italiani? Se il governo ha previsto bonus per le famiglie, la Sicilia ha pensato a pacchetti viaggio in cui, ogni tre notti, una è pagata dalla Regione. L’assessore Messina aggiunge: «Permetteremo ai viaggiatori di comporre una vacanza con cinque o sei servizi offerti da noi, come il biglietto per il parco archeologico, l’ingresso a teatro, il corso di sub. Stiamo pensando anche di acquistare ticket aerei e marittimi da offrire ai turisti».
Intanto, però, il settore è in ginocchio un po’ ovunque. In molti rischiano di non riaprire. «Come Regione – spiega Messina – abbiamo stanziato un primo fondo da 75 milioni di euro con cui sostituirci alla domanda che ora è assente. Con questi soldi compreremo dalla filiera del turismo tutti i servizi che potremo, per dare liquidità al settore». Non sarà una classica estate. La speranza, per tutti, è che almeno sia italiana.