Da oggi, come era stato deciso dal governo il 29 maggio, è possibile spostarsi tra Regioni. Inizia, in altre parole, la fase 3. Ma ci sono ancora limiti da rispettare e procedure da seguire.
La libera circolazione sul territorio nazionale, voluta dal governo, non convince alcuni presidenti di regione del Sud (e non solo), che temono un ritorno dei contagi.
Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, è molto critico («spinte e pressioni di varia natura»). Il suo collega sardo Christian Solinas anche di più. Dopo essersi vista bocciata la sua proposta di un passaporto sanitario per sbarcare sull’isola, ha dichiarato che saranno registrati «i passeggeri all’ingresso su una piattaforma», compresa la compilazione di un questionario epidemiologico.
Chi va in Puglia dovrà segnalare il suo arrivo e compilare un elenco delle persone incontrate da conservare per 30 giorni ai fini del tracciamento.
Il Lazio, secondo una nuova ordinanza, sottoporrà a tampone obbligatorio chiunque, proveniente da fuori, avrà una temperatura superiore a 37,5 gradi. Nell’attesa, dovrà rimanere presso il proprio domicilio.
In Sicilia, invece, il governatore Nello Musumeci chiede verifiche sulla provenienza di chi entra, per indagare la presenza di casi sospetti nel nucleo familiare.
In generale, sono ancora proibiti assembramenti, sia in casa che fuori. Le persone devono mantenere almeno un metro di distanza (anche se, a giudicare dalle recenti manifestazioni, alcuni leader politici sembrano prendere questo provvedimento poco sul serio) e quando svolgono attività fisica almeno due.
Restano proibiti gli abbracci e i baci con i non-congiunti, compresi i parenti.
È ancora obbligatorio indossare la mascherina, soprattutto sui mezzi pubblici e dove non si possa garantire il mantenimento della distanza, anche se sulla questione ci sono differenze regionali.
Si va dal Veneto, che ha consentito di non utilizzarla quando si è all’aperto – e presto seguirà anche il Friuli Venezia Giulia – tranne in caso di assembramenti, alla Campania, dove le regole sono rimaste immutate: da indossare fuori e dentro. Lo stesso vale per Liguria, Sicilia e Sardegna, esclusa l’attività motoria. In Lombardia, invece, fino al 14 giugno. resta l’obbligo di tenerla anche all’aperto.
I guanti: restano obbligatori in molti negozi, soprattutto nei supermercati.
Non sarà possibile sottrarsi alla misurazione della temperatura (con 37,5 gradi non si potrà accedere a diversi luoghi pubblici e si potrà essere segnalati all’autorità sanitaria) né ci si potrà rifiutare di rilasciare le generalità a negozi e ristoranti che lo chiederanno. Serve a rendere efficace il tracciamento delle persone entrate in contatto con persone risultate poi infette.
Infine, per accedere a parrucchieri e palestre e altre attività sarà obbligatorio prenotare.