Nel settantesimo anniversario della “Dichiarazione Schuman”, che il 9 maggio 1950 segnò l’avvio del processo comunitario, PiùEuropa ha lanciato cinque petizioni federaliste, perché l’Ue avanzi nel processo di integrazione politica e economica, e un disegno di legge per far diventare Festa nazionale in Italia la Giornata dell’Europa, fissata proprio il 9 maggio. Questa settimana presentiamo la petizione per l’introduzione di una carbon e digital tax europee.
Uno dei canali più importanti per avere “più Europa” è senza dubbio quello dell’implementazione del bilancio comunitario. Ed è questo l’obiettivo che persegue una petizione lanciata dal partito PiùEuropa nell’ambito delle iniziative per fare avanzare il processo di integrazione politico-economica dell’Ue.
La pandemia da Covid-19 è stata solo l’ultima dimostrazione – certamente eclatante – della necessità di un bilancio adeguato, che metta l’Unione europea nelle condizioni di poter attuare un programma di interventi tempestivo e efficace per affrontare le emergenze, o anche, semplicemente, per governare processi politicamente complessi.
È un tema di efficacia delle misure europee – specialmente nelle aree di intervento in cui la risposta del singolo Stato è insufficiente, come nel caso di una pandemia – ed è un tema di costruzione di una prospettiva politica: non si può ottenere maggiore integrazione senza un bilancio comunitario “integrante”.
Basti pensare che sulla spinta del Covid le istituzioni europee hanno dovuto immaginare, sia pure in via temporanea, il raddoppio del bilancio dell’Ue, per potere finanziare, anche attraverso l’emissione di titoli di debito, il programma del Recovery Fund.
Però è proprio la parola “integrazione” a rendere il dibattito sul bilancio comunitario infuocato. Non è solo e non tanto un dibattito tra Paesi “contribuenti netti” e “beneficiari netti”: è un dibattito ideologico che ruota, come sempre, attorno alla disponibilità degli Stati a cedere sovranità all’Unione.
Una diversa ripartizione delle entrate fiscali e della spesa tra Unione e Stati significa di per sé un riequilibrio del rapporto tra la dimensione federale e quella nazionale.
Si insiste molto, con alcune ragioni, sull’esigenza di evitare che la concorrenza fiscale tra gli stati membri finisca per sabotare il funzionamento del mercato comune.
Ma piuttosto che immaginare una non realizzabile uniformazione fiscale tra stati dell’Ue, sarebbe molto più logico “federalizzare” una parte dell’imposizione, in particolare sulle imprese.
Ad oggi il bilancio annuale dell’Ue corrisponde a circa l’1% del Pil europeo, venti volte di meno che nella federazione Usa, dove esiste comunque una forte concorrenza fiscale nell’imposizione degli stati, su di una percentuale però minore dell’imposizione complessiva.
Dunque, un aumento del bilancio europeo, attraverso nuove entrate proprie – che è anche il progetto di Ursula von der Leyen – rappresenta di per sé un fattore di riequilibrio fiscale tra i Paesi membri. E ovviamente maggiori entrate proprie renderebbero più efficaci e significativi anche i progetti di spesa delle istituzioni europee.
A questo fine PiùEuropa ha l’ambizione di aumentare in modo significativo, individuando nella carbon e nella digital tax due vie per il reperimento di risorse per il budget europeo.
Una carbon tax, una tassazione a livello europeo sui prodotti energetici primari, esclusi i settori già assoggettati al sistema di limitazione delle emissioni dannose per il clima (ETS), che la petizione si propone di rafforzare.
Una digital tax che segua due direttrici: il trasferimento al bilancio comunitario dell’IVA sulle transazioni che coinvolgono più Paesi; il trasferimento – sempre al bilancio Ue – dell’imposta sul reddito delle grandi multinazionali, con particolare attenzione alle aziende che vendono servizi online.
Si tratta, nel caso della digital tax, non solo di un aumento di budget comunitario, ma anche di un rafforzamento a livello europeo in tema di equità e di capacità di governance: una gestione europea per una questione sovranazionale.
It’s not just about money, non sono “solo” soldi. La petizione di PiùEuropa, che è stata lanciata prima che il Next Generation Ue rilevasse l’urgenza dell’incremento delle entrate proprie per il bilancio dell’Unione (individuando tra gli strumenti anche carbon e digital tax), riguarda uno dei nodi fondamentali dell’Europa prossima ventura.
E dal punto di vista politico aiuta a comunitarizzare due questioni che sul piano nazionale rischiano di diventare feticci polemici permanenti o continuare a essere immaginati come meri (e impraticabili) bancomat di emergenza, quando sono finite le altre risorse e i governi populisti promettono di rivalersi sulle “cattive” multinazionali.