«Via gli sciacalli! No alle strumentalizzazioni». I 654 precari dell’Agenzia delle politiche attive hanno accolto così Matteo Salvini davanti alla sede nazionale di Anpal a Roma. Dopo la manifestazione del 2 giugno, il leader della Lega prova a cavalcare anche la polemica contro Mimmo Parisi, il guru del Mississippi voluto in Italia da Luigi Di Maio per amministrare il reddito di cittadinanza. E sceglie proprio il 3 giugno, giorno dell’annunciata manifestazione dei lavoratori in attesa delle stabilizzazioni, per incontrare il professore italoamericano.
«Vorrei chiedere quanti posti di lavoro sono stati creati», aveva spiegato alla vigilia il leader del Carroccio, che al governo con i Cinque Stelle nel 2019 approvò il reddito di cittadinanza e nominò il professore del Mississippi alla guida dell’agenzia che avrebbe dovuto trovare un lavoro ai beneficiari del sussidio. Con scarsi risultati (come ha fatto notare anche la Corte dei Conti). Ma, a sorpresa, Salvini al termine della sua visita ha finito per difendere Parisi.
Forse per prendersela con la ministra Nunzia Catalfo, in conflitto aperto con Parisi da mesi, o per distinguersi dalle posizioni di diversi membri della maggioranza che più volte hanno chiesto le dimissioni del professore – tra le spese pazze, i dubbi di incompatibilità e lo stallo dell’agenzia – il leader leghista al termine dell’incontro si è messo nelle vesti del difensore del presidente di Anpal.
«È in corso un litigio tra Pd e Cinque Stelle che blocca il funzionamento dell’azienda come sulla vicenda Autostrade», dice il leader della Lega, prendendosela con la Cgil, rea di bloccare l’approvazione del piano industriale di Anpal: «Gli italiani rischiano di buttare miliardi di euro perché ci si è messa di mezzo la Cgil».
Contestato dai precari con i contratti in scadenza, Salvini non è riuscito a entrare dalla porta principale di Anpal ed è stato costretto a usare il retro dell’agenzia, mandando i soliti «bacioni» ai lavoratori in sciopero. Insieme al leader leghista, era presente anche Claudio Durigon, ex sottosegretario al Lavoro del governo Conte 1 quando al ministero del Lavoro c’era Di Maio, che qualche settimana fa se l’era già presa con la ministra Catalfo dopo l’ennesimo rinvio del cda di Anpal «non per l’indisponibilità del presidente Parisi che precedentemente era all’estero», aveva detto, «ma per l’assenza dei due rappresentanti del cda, sicuramente indirizzati a non partecipare».
Il presidente Parisi è sceso nell’atrio della sede di Anpal per accogliere la delegazione leghista, senza però accettare di incontrare i lavoratori in sciopero per l’ottava volta dall’autunno del 2018. «È gravissimo quello che è accaduto. Ci sono lavoratori in scadenza il 31 luglio, e Parisi ha ricevuto invece il capo dell’opposizione», denunciano dalle Clap, Camere del lavoro autonomo e precario, primo sindacato per numero di iscritti della agenzia che Parisi rifiuta di riconoscere.
I primi 260 contratti di collaborazione scadranno a luglio, gli altri 260 a settembre. E la stabilizzazione, prevista dal decreto salva imprese, è ancora appesa al piano industriale di Anpal, bocciato per tre volte dal cda e ora in mano alle regioni per correzioni e integrazioni. Nella bozza inviata agli enti regionali, nonostante si giustifichi la mancata stabilizzazione dell’intero bacino precari con una presunta mancanza di risorse, si trova la promozione di due nuovi dirigenti.
Dura la presa di posizione del Partito democratico sulla visita di Salvini in Anpal. «Quando ha votato la legge nel Consiglio dei ministri di cui faceva parte, evidentemente Salvini era distratto, oppure non l’ha nemmeno letta. Troppo impegnato a incassare lo scambio con i suoi decreti sicurezza», dice Marco Miccoli, responsabile Lavoro del Pd. «Le politiche attive del lavoro sono l’architrave di una possibile ripresa occupazionale, e l’Anpal è in ritardo, il presidente Parisi, votato all’epoca anche da Salvini, non sembra all’altezza della situazione».
Di «protesta strumentale» parla anche la senatrice di Italia Viva Annamaria Parente. Chiara Gribaudo, vice capogruppo del Pd alla Camera, ricorda che «la Lega al governo ha appoggiato la nomina di Parisi a presidente e votato l’assunzione dei navigator, insieme al reddito di cittadinanza». In un anno al governo, aggiunge, «non ha fatto niente per la stabilizzazione dei precari di Anpal Servizi», che «non hanno alcun bisogno di sciacalli davanti alle telecamere».
«Se il reddito di cittadinanza funzionasse, dovrebbe esserci un incrocio tra domanda e offerta», ha spiegato Salvini a margine dell’incontro con Parisi. «Il problema è che da qualche mese ci viene segnalato che c’è totale confusione. C’è un sistema pronto per incrociare domanda e offerta di lavoro che è fermo», riferendosi forse al software promesso da Mimmo Parisi e mai realizzato. «Come per la situazione Autostrade, o vai avanti con il progetto reddito o torni indietro. Stare fermi significa solo spendere soldi». E sulle stabilizzazioni aggiunge: «I precari che stanno manifestando sono ancora precari perché sono saltati tre consigli d’amministrazione di seguito per scelta della maggioranza di governo».
Protestano i lavoratori delle Clap: «Non si è mai occupato di noi quando era al governo». E aggiungono: «Non contento, Salvini ha difeso anche l’operato di Parisi: omettendo i tanti problemi generati dalla sua direzione, solidarizzando col suo piglio ostile ai sindacati, puntando il dito contro il governo e la Cgil». Mentre il leader della Lega è già risalito in macchina, pronto a partire per un tour nelle regioni del Sud, tra Molise, Campania, Sicilia e Calabria, forse sperando di poter sfruttare il momento di crisi profonda del Paese per risalire nei sondaggi e rivivere i fasti del Papeete.