Ventitré anni, veneta, ma vive in Spagna per seguire un master in International Management. Laureata in ingegneria, appassionata di teatro sin da piccola, brillante ma non secchiona. Questo è l’identikit di Anna Fagotto, vincitrice italiana del talent program “Ceo for One Month” del gruppo Adecco, che l’ha portata a vivere un “mese da ceo”, affiancando il country manager Andrea Malacrida nel suo lavoro quotidiano. Selezionata tra i sei finalisti che hanno partecipato al bootcamp di tre giorni, alla fine il suo profilo ha prevalso tra oltre 11mila candidati.
Cosa consiglia ai giovani che entrano oggi nel mondo del lavoro? «Buttatevi! Non abbiamo nulla da perdere, ora è il momento di correre dei rischi, non abbiate paura di sbagliare», dice. E soprattutto: «Siate umili! Vi aiuterà tantissimo a imparare in ogni angolo delle vostre esperienze, se partite dal presupposto che non conoscete nulla ma potete imparare tutto».
Anna, perché ti sei candidata?
Per una persona ambiziosa come me era impossibile non candidarsi, è stato più forte di me. Il premio era troppo allettante e l’esperienza è stata promossa con grande successo. Devo dire che nonostante le aspettative fossero alte, riesco a stupirmi ogni giorno.
Secondo te perché sei stata scelta?
Premessa, non sono mai stata la prima della classe, quella con i voti più alti o con i risultati migliori, nonostante questo sono sempre riuscita con tanto entusiasmo e tanto lavoro a raggiungere tanti bei traguardi e “Ceo for One Month” è uno di questi. Credo che la mia capacità di ascolto e adattamento alle circostanze esterne sia la chiave, perché solo ascoltando attentamente e captando i meccanismi esterni si possa essere buoni comunicatori nell’adattarsi sia nella comunicazione verbale che non verbale. In più, ho sempre investito più tempo ad aiutare gli altri invece che aiutare me stessa, per migliorare e incrementare il valore dell’ambiente in cui mi trovo, solo così si creano le condizioni ottimali di lavoro dove si possono raggiungere risultati eccellenti: fare spirito di squadra, trovare sempre il tempo di divertirsi insieme, essere sempre pronti ad aiutarsi e condividere emozioni.
Qual è stato il tuo percorso fin qui?
Sono nata in un piccolo paese nella costa di Venezia, Bibione, seconda di quattro figlie. Ho avuto la fortuna di vivere dai 13 anni in convitto a Cividale Del Friuli, un ambiente super internazionale che mi ha permesso non solo di interessarmi molto alle materie scientifiche, alla filosofia e al teatro, ma anche di viaggiare e fare esperienze all’estero a Dublino, Belgrado, Varsavia, Londra, Australia e Albania. Ho abbandonato quasi subito il mio sogno di diventare una diva di Hollywood e infatti ho studiato ingegneria al PoliMi con scambio Erasmus ad Amburgo, poi mi sono trasferita a Barcellona per seguire un master in International Management. Qua ho lavorato per la ong di Shakira, Pies Descalzos, e ho fatto un viaggio studio in Sudafrica a Città del Capo, un’esperienza che ha sconvolto la mia idea di mondo.
Cosa stai imparando accanto all’ad Andrea Malacrida?
Sto imparando come funziona un’azienda così grande sia dal punto di vista dell’organizzazione tecnica ma soprattutto dal punto di vista delle relazioni umane e quanto esse influiscono nella buona riuscita dell’azienda stessa. Andrea mi ha insegnato a essere sempre diretta e non avere paura di esprimere la mia opinione, nel business è importante non lasciare nulla di non detto.
Sto acquisendo molte leadership skill, soprattutto nel conoscere Andrea e lavorare con lui, ma anche nel capire come le persone vicine a lui si relazionano con lui. Acquisire soft skill uniche nel parlare con senior levels e persone che sono da molti anni in azienda e che hanno grande esperienza del mondo del lavoro. Non capita tutti i giorni a una neolaureata ventenne di avere queste occasioni di scambio e dialogo.
Una cosa bella e una brutta di essere ceo?
Se sei un bravo ceo tutti ti stimano e ti vogliono bene, se sai creare un ambiente piacevole in ufficio, il lavoro diventa una famiglia. Poi hai la possibilità di confrontarti con tantissime persone e quindi imparare tutti i giorni qualcosa.
Se sei un punto di riferimento per tutti, l’aspetto della reputazione è alle stelle, devi sempre essere attivo e attento e molto consapevole di ciò che dici e come lo dici. Anche qua l’aspetto comunicativo è importantissimo.
Cosa vuoi fare da grande? Il ceo?
Essere un leader consapevole ed empatico, capace di ascoltare, capace di guardare il mondo dal punto di vista di tutte le persone coinvolte nella sua vita. Trovo che questo possa essere il mio driver di successo, poiché credo che questa componente possa sviluppare grande fiducia ma anche grande presa di responsabilità nelle persone che lavorano con me. È un bellissimo modo di imparare dagli altri.
Inoltre, vorrei avere un grande impatto nella risoluzione dei grandi problemi del mondo. Aver viaggiato molto, soprattutto in zone sottosviluppate, mi ha dato consapevolezza di quanto viviamo in una realtà privilegiata e di quanto sia importante il “give back” e contribuire al miglioramento degli standard di vita di chi si trova in difficoltà. Specialmente, sognerei di contribuire allo sviluppo tecnologico delle nuove forme di energia per combattere il cambiamento climatico, alla crescita delle nuove tecnologie legate all’educazione per poter fornire a tutti un’educazione adeguata che possa essere di grande impatto nella crescita sociale ed economica.
Hai avuto modo di osservare come si lavora nel Gruppo Adecco: cosa consiglieresti ai giovani che stanno per entrare nel mercato del lavoro?
Buttatevi! Non abbiamo nulla da perdere, ora è il momento di correre dei rischi, non abbiate paura di sbagliare perché sembra una cosa superficiale ma solo sbagliando si impara velocemente.
Imparate ad essere ottimi ascoltatori. La comunicazione è la chiave del successo e per essere bravi comunicatori bisogna stabilire una forte rete di relazione, e per costruire forti relazioni bisogna ascoltare, ascoltare e ascoltare!
Siate umili! Vi aiuterà tantissimo a imparare in ogni angolo delle vostre esperienze, se partite dal presupposto che non conoscete nulla ma potete imparare tutto.
E tu, dopo questa esperienza, cosa farai?
Beh, intanto me ne vado in vacanza e mi godo un po’ l’Italia visto che è da un po’ che non ci vivo e non viaggio nella mia terra.
Poi vorrei trovare un’esperienza che mi renda entusiasta e innamorata del mio lavoro ogni giorno, che mi faccia imparare tantissimo e che mi faccia anche crescere molto. Ho molta voglia di cominciare a mettere le mani in pasta e di avere responsabilità dopo tutti questi anni di studio.