La priorità sono i giovani. Così il presidente Emmanuel Macron, durante un’intervista di un’ora e venti concessa il 14 luglio, ha introdotto uno dei progetti più importanti che il governo intende mettere in campo per cercare di tamponare la crisi dei posti di lavoro che si prevede in autunno, soprattutto per i 700mila under 25 che avendo finito gli studi settembre arriveranno sul mercato del lavoro.
«È alla nostra gioventù che abbiamo chiesto gli sforzi più grandi: non uscire, non dare gli esami, in alcuni casi rinunciare al primo contratto di lavoro», ha detto il presidente francese.
Per cercare di stimolare le assunzioni, Macron ha promesso un «dispositivo di esonerazione dei contributi per i giovani» sotto i 25 anni, specialmente i meno qualificati, e quindi più esposti alle difficoltà causate dalla pandemia, per uno o addirittura due anni.
Lo sconto sui contributi varrà per chi guadagnerà meno di 2460 euro lordi, l’80% dei contratti. Non sono ancora chiari i tipi di contratto a cui saranno applicate queste riduzioni, dettagli che probabilmente verranno discussi oggi, in un incontro tra il primo ministro Jean Castex e le parti sociali.
Il quotidiano economico Les Echos prevede che la misura metterà in sicurezza circa 215mila posti di lavoro, il primo ministro ha dichiarato che il risparmio per le aziende sarà in media di circa «4000 euro all’anno» per assunto.
L’obiettivo è evitare che per molti uscire dall’università o dalla scuola voglia dire diventare subito disoccupati, con notevoli penalizzazzioni sulle carriere a lungo termine.
Ecco perché lo Stato prevederà 300mila contratti di inserzione per i giovani che non sono riusciti a trovare un’impresa in grado di fargli un contratto di apprendimento, e 100mila contratti supplementari per chi svolge il servizio civile (oggi sono circa 140mila).
Infine, per i giovani che intendono proseguire gli studi per cercare di aumentare le proprie competenze, lo Stato prevede 200mila «places en formation», una sorta di borsa di studio. Buone notizie anche per gli studenti: i pasti nelle mense universitarie costeranno un solo euro, al posto degli attuali 3,30.
Tutto questo, all’interno di un piano più globale di stimolo per l’economia e per la salvaguardia dei posti di lavoro che dovrebbe raggiungere, nelle intenzioni di Emmanuel Macron, i 100 miliardi di euro.
Gli annunci del presidente tengono conto della situazione generale della gioventù francese, tradizionalmente più colpita dalla disoccupazione come quella italiana, ma riflettono anche una cura per le nuove generazioni che da sempre contraddistingue lo Stato francese.
La Francia è il paese con il più alto tasso di natalità dell’Europa occidentale, con un saldo naturale (la differenza tra le persone che muoiono e che nascono ogni anno) relativamente elevato per un paese sviluppato: nel 2019 la popolazione francese è aumentata di 141mila persone, a cui vanno aggiunti gli immigrati, che contribuiscono anch’essi ad aumentare il totale della popolazione.
Secondo le previsioni dell’Insee, l’Istat francese, nel 2020 gli abitanti supereranno i 67 milioni, e questa crescita dovrebbe portare al “sorpasso” della popolazione tedesca, oggi superiore agli 80 milioni di abitanti ma in declino, nel 2050, secondo uno studio dell’Ined, l’istituto nazionale di studi demografici.