La prima battaglia dei copricapi è stata la Guerra Civile Inglese, dal 1642 al 1651, dove si fronteggiavano i Cavalier contro i Roundhead.
I primi erano leali al re, aristocratici, e sulla testa portavano un cappello a tesa larga decorato con lunghe piume, indossato su parrucche dai lunghi capelli che scendevano in riccioli.
Tutte cose che servivano a esprimere i loro principi e il loro spirito. Era lo stile delle persone che si consideravano indipendenti, libere, desiderose di sfoggiare la loro superiorità, abbastanza indifferenti alla loro stessa sicurezza da mettere da parte gli elmetti, e altezzosamente vacue.
I Rounhead erano l’opposto. Plebei, proto-democratici. Il loro copricapo consisteva di elmi semplici, indossati sopra i capelli, tenuti corti, che ne prendevano la forma. Praticità e umiltà: questi erano i loro principi.
Era l’aspetto di persone che si riunivano per creare un mondo più virtuoso, cercando di non essere uccisi, indifferenti alla vanità e alle distinzioni personali.
Uguale è in questo momento, in America, la battaglia dei copricapi. Si fronteggiano volti scoperti e volti coperti da mascherina.
I primi sono i campioni della libertà individuale, più attenti al loro aspetto personale che alla sicurezza, ostentano la loro superiorità, contrari, per vezzo aristocratico, a farsi dire ciò che devono fare.
I volti mascherati sono umili rappresentanti della solidarietà e della virtù pubblica, indifferenti alla vanità, attenti all’auto-preservazione.
Le differenze discendono direttamente dalla Guerra Civile inglese, visto che, nel 17esimo secolo, i Cavalier inglesi emigrarono in Virginia e nelle colonie del Sud, e i Roundhead invece andarono in Massachusetts e nel Nord. Dopo due secoli, nella Guerra Civile americana, i Cavalier erano i Confederati e i rappresentanti dell’Unione i Roundhead. Oggi è Trump contro Biden.
(Articolo pubblicato in inglese su Tablet)