Calo di tensioneSiamo entrati nella Fase 218 della pandemia, quella della noia

Poche sirene, nessuna marcia, niente elicotteri. È un periodo di quiete nervosa, che nel suo vuoto di eventi sociali (niente più cene) forse precede una tempesta

STEPHANIE KEITH / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP

Il rumore fuori dalla mia finestra ora (raramente una sirena d’ambulanza, il mormorio basso del traffico, una radio alta occasionale, le grida occasionali dei litigi da innamorati) mi porta a concludere che, nel mio angolo di mondo, siamo entrati nella Fase 27 della crisi generale, a meno che non sia la Fase 218.

La rivoluzione non marcia più nelle strade, né c’è la controrivoluzione che si aggira sopra di noi negli elicotteri.

La tensione, estrema, si è rilassata ed è diventata tensione non-estrema. Allarmante a bassi livelli, stancante, pre-tempesta. Prevedo che, per domani, sarà anzi deprimente. Tutti devono sfiancarsi.

Una persona mi aveva invitato a una cena – evento esaltante, visto che non sta succedendo niente, almeno da questo punto di vista.

Poi il giorno dopo quella stessa persona mi ha richiamato per dirmi che, pensandoci, una cena è troppo rischiosa. Io per conto mio stavo già per declinare l’invito. Suppongo che tutti gli altri invitati abbiano detto no.

(Articolo pubblicato in inglese su Tablet)