Siamo ormai a fine Agosto e in quasi tutte le regioni la vendemmia è iniziata o sta per iniziare. Le uve che sono state coltivate per ottenere le basi per gli spumanti Metodo Classico (Franciacorta, Alta Langa, Trento DOC, Oltrepò Pavese) sono ormai tutte in cantina e stanno fermentando per trasformare la parte zuccherina in alcol e noi vignaiuoli le accudiamo come si fa con i propri figli, analizzando le varie partite e seguendo attentamente la loro evoluzione e crescita.
Il clima ogni tanto ci mette il suo zampino e crea problemi con nubifragi che portano anche la grandine, il peggior nemico dell’agricoltore.
È il momento dunque delle uve bianche per vini fermi, e le differenze di raccolta possono essere notevoli, non solo per la tipologia del vitigno ma anche per il risultato finale che dobbiamo raggiungere.
Se si producessero solo vini con costi di produzione prima in vigneto e poi in cantina, con la conseguente ricaduta sul prezzo della bottiglia, molte persone forse nella loro vita mai potrebbero bere del vino.
Molti anni fa mi venne chiesto di parlare di vino e di accoglienza in cantina durante il Festival dell’Unità insieme ad un esperto di prodotti agricoli legato ad un nota associazione che molto ha fatto per la promozione della qualità della filiera agroalimentare italiana. Alla fine dei nostri due interventi un gentilissimo uditore si alzò e pose questa domanda: «Bellissime le vostre presentazioni e sicuramente buoni i prodotti che raccontate, ma come possiamo noi componenti della classe operaia permetterci di comperare questi prodotti che possono costare anche cifre importanti?»
Questa domanda mi colpì molto e mi fece riflettere sul concetto della ricerca della qualità estrema a qualsiasi costo.
Premetto che, da vignaiuolo, ritengo e ne ho la quasi certezza (quasi perché sono un essere umano, e la certezza assoluta e totale non posso averla) nessun agricoltore coltiva i propri terreni per produrre un prodotto scadente, quindi la differenza viene data dal prodotto finale che deve essere acquistato dal consumatore che ha un determinato potere di acquisto.
Ma torniamo alle uve a bacca bianca: le più famose sono Chardonnay, Glera (l’uva che dà il Prosecco), Riesling, Cortese, Trebbiano, Moscato, Vermentino, Tocai, Verdicchio, Vernaccia, Arneis, Malvasia e molte altre. Non dimentichiamo mai che in Italia abbiamo più di 500 tipologie di uva da vino.
La raccolta varia a seconda del luogo di coltivazione delle nostre vigne e dal vino che abbiamo deciso di ottenere per la nostra clientela. Abbiamo iniziato in Agosto e proseguiamo anche in Settembre e in alcune zone anche in Ottobre.
La raccolta avviene sia manualmente che meccanicamente.
La vendemmia manuale fatta dai vendemmiatori, professionisti che devono poter capire lo stato sanitario delle uve, si fa riponendo i grappoli in casette della capacità massima di 15 -20 KG per i vini di altissima qualità, deposta in un solo strato per evitare che i grappoli se troppo maturi uno sull’altro si schiaccino, e che inizi prematuramente il processo di pigiatura e quindi di fermentazione.
La vendemmia meccanica viene fatta invece tramite macchine semoventi o trainate dai trattori che scuotendo i grappoli fanno staccare gli acini che cadono in una tramoggia che poi caricano gli acini in appositi contenitori di acciaio inox, a volte anche refrigerati, per mantenere l’uva a temperature di 8-10 gradi. Accorgimento che evita l’inizio delle fermentazioni prima dell’arrivo in cantina.
La differenza tra le due metodologie di raccolta sono il costo e il tempo di raccolta.
Se vogliamo fare un parallelismo tra la vendemmia meccanica e manuale possiamo paragonarlo alla raccolta del riso un tempo a mano con le mondine ora a macchina con le mietitrebbie: ma le differenze sono molte sia per la fatica e la tipologia del luogo, le risaie e le vigne e per il prodotto il riso è un chicco solido che poi viene lavorato ad alte temperature l’uva è un frutto che contiene acqua e quindi di facile disgregazione.
La vendemmia meccanica, senza cadere nelle leggende metropolitane che dicono che oltre all’uva si raccolgono anche gli animali presenti nella vigna, avete mai sentito un trattore che non fa rumore, è molto utile per ottenere buoni vini contenendo i costi e quindi permettere al vignaiuolo di avere il suo giusto compenso per il proprio lavoro e avere la possibilità di immettere sul mercato dei vini con prezzi giusti di buona e ottima qualità.
Poi la nostra uva arriva in cantina e qui inizia un nuovo capitolo, che vi racconto tra qualche giorno.
La vendemmia, intanto, prosegue e nelle prossime settimane si passerà dalle uve adatte alla produzione dei vini bianchi o rosati a quelle per i vini rossi.