Sarà per l’assenza cronica di trasporti, sarà per il traffico intenso, ma Roma è la città italiana perfetta per chi ama correre. Lo dice questo articolo del Financial Times scritto da Davide Ghiglione, parte di una nuova guida della città della serie FT Globetrotter: merito dei suoi ampi spazi verdi, del Tevere e delle meravigliosi visuali che si incontrano più o meno ovunque. Anche l’occhio dello sportivo vuole la sua parte.
Non solo: «La cosa buona di Roma è che si può correre tutto l’anno. Basta mettere una giacca tra dicembre e febbraio, mentre d’estate è meglio uscire al mattino presto» ed evitare la calura.
Con le palestre sotto osservazione e le piscine a rischio, la corsa rimane (per ora) una attività consentita. Anzi, da consigliare, visti i ritmi sedentari imposti da smartworking e coprifuochi.
Il giornale britannico propone una serie percorsi che si snodano per almeno 5 chilometri. Una corsa base. Ognuno è classificato per il suo livello di difficoltà, i vantaggi e gli svantaggi che presenta.
Un esempio: Villa Borghese.
Si parte da Porta Pinciana, si corre verso il museo e la galleria Borghese, si vira fino al Globe Theatre, una deviazione verso il tempo di Asclepio e poi su fino alla Terrazza del Pincio, con sguardo a Piazza del Popolo. Da lì si riprende con una lunga fase di discesa per tornare al punto di partenza. Se lo si fa tre volte, si totalizzano i cinque chilometri di cui sopra.
È ottimo per tutte le meraviglie artistiche che si incontrano nel giro di pochi minuti, ma ha il problema della folla di turisti, spesso inevitabile (ma va a seconda delle stagioni).
Altrimenti, chi abita a Nord e cerca un percorso più impegnativo, potrà andare a Villa Ada.
Tra i Parioli e Trieste, è uno dei parchi più grandi di tutta la città. Più selvatico e collinoso, è consigliato ai runner più esperti. Per raggiungere i fatidici cinque chilometri, si entra dall’ingresso situato sulla Salaria, vicino all’ambasciata d’Egitto, si va lungo viale Jean Monnet, si gira intorno alla casetta in fondo e poi si corre per viale Hans e Sophie Scholl. Prima scala a destra, giù fino a Viale Don Luigi di Liegro e poi si raggiunge il laghetto più grande. Dopodiché si torna indietro.
Un bel giro sconsigliato, nelle stagioni primaverili, a chi soffre di allergia.
Una terza opzione (le altre le potete consultare qui) è Villa Torlonia.
Qui era la residenza (in affitto per una lira all’anno) di Benito Mussolini ai tempi del regime. Un parco più piccolo rispetto a Villa Ada, ma molto più elegante. Si parte dall’entrata lungo la Nomentana e si percorre un giro circolare. Ci sono statue, obelischi, la villa stessa, laghetti, una torre e una grotta. Un percorso semplice per i principianti il cui unico ostacolo sono, come spesso accade a Roma, i turisti.