Migrazioni culturaliIl Regno Unito non è più la meta Erasmus preferita dagli studenti europei

Sebbene alcuni degli effetti della Brexit siano ancora difficili da valutare, il programma di scambio ne ha già subito le conseguenze. Ma le università britanniche non hanno alcuna intenzione di rinunciare alla loro partecipazione al programma comunitario

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Pubblicato originariamente sullo European data journalism network

Quest’anno molti studenti sono stati privati ​​del programma di scambio Erasmus + a causa della pandemia Covid-19 ma il Regno Unito aveva già visto diminuire il suo numero di studenti stranieri a causa della Brexit. Meta preferita per molto tempo, soprattutto da giovani studenti francesi, tedeschi e spagnoli, dal 2019 il Regno Unito ha perso il suo fascino a favore della Spagna.

Gli studenti hanno quindi preferito altre destinazioni che offrono corsi di Inglese. Tuttavia, in termini generali, gli scambi Erasmus+ sono effettivamente aumentati, in particolare con l’Italia.

«Con i finanziamenti europei in aumento per il terzo anno consecutivo – si parla di 247 milioni di euro, che rappresenta un aumento del 22% – [noi] siamo stati in grado di superare nel 2019 la soglia di 100.000 progetti finanziati per la mobilità», ha sottolineato in un comunicato stampa l’agenzia Erasmus+ in Francia.

«Noi fin dall’inizio abbiamo lavorato per convincere le istituzioni a diversificare le loro offerte per gli studenti e a guardare ad altre destinazioni, come il Nord o l’Est Europa», ha ricordato Laure Coudret-Laut, Direttore di Erasmus+ Francia.

Il settore professionale si è espanso. Nonostante l’anno scorso siano stati finanziati 102.476 scambi Erasmus+, il 31% di questi riguardava l’istruzione e la formazione professionale. In altre parole, sono stati finanziati 31.721 scambi per 23.722 discenti che hanno frequentato scuole professionali, hanno svolto programmi di formazione e tirocini legati al lavoro. Ottomila di loro erano insegnanti e formatori in fase di aggiornamento.

Nonostante il calo dovuto alla Brexit, le università britanniche desiderano ancora far parte del programma di scambio europeo. «Hanno continuato a richiedere e ricevere finanziamenti per inviare studenti in scambi Erasmus + per studiare e lavorare», ha sostenuto a Euractiv un portavoce del British Council.

Nel 2019, le organizzazioni britanniche hanno ricevuto quasi 200 milioni di euro di finanziamenti Erasmus+ dall’Unione Europea. «I progetti che hanno avuto successo nella richiesta di finanziamenti nell’ambito dei programmi attuali continueranno a ricevere finanziamenti dall’Unione per tutta la loro durata, compresi quelli il cui finanziamento si estende oltre il 2020 e la fine del periodo di transizione», ha aggiunto il portavoce.

Gli studenti del Regno Unito hanno così potuto partecipare pienamente al programma. Spagna, Francia e Germania sono le destinazioni preferite dagli studenti britannici. Rappresentano persino uno dei più grandi contingenti di studenti stranieri in Francia, poiché uno su sette studenti è britannico.

«In qualità di agenzia nazionale britannica per Erasmus+, possiamo dire che la domanda di finanziamenti Erasmus+ per gli scambi con l’Europa è rimasta forte e, dopo il referendum, abbiamo aumentato di anno in anno l’importo dei finanziamenti concessi alla mobilità europea», ha continuato il portavoce del British Council.

L’appello dei paesi dell’Uione europea ai giovani britannici sembra quindi intatto nonostante la Brexit. Tuttavia, in questo periodo di transizione, è ancora troppo presto per valutare le conseguenze del ritiro del Regno Unito dal programma Erasmus+.

 

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