Evoluzione digitaleIl dibattito sul Next Generation Eu non si concentra abbastanza sull’innovazione

L’Unione europea dice che il 20 per cento delle risorse in arrivo con il Recovery Fund vanno investiti nella transizione verso le tecnologie informatiche. Ma secondo il cofondatore di Talent Garden, piattaforma leader in Europa per il networking di aziende, l’Italia fa ancora troppa fatica a coinvolgere nella discussione pubblica tutti quei soggetti che operano nel settore e che invece dovrebbero essere il motore di questa transizione

BEHROUZ MEHRI / AFP

Nel dibattito sul Next Generation Eu si sta parlando forse troppo poco della transizione digitale, a cui va destinato il 20 per cento di quei fondi secondo indicazioni di Bruxelles. Eppure già il nome, con il termine Next, rimanda a un’idea di innovazione che non può essere trascurata.

«Il problema è che nessuno ha pensato di chiedere a questo ecosistema di aziende, associazioni e vari soggetti cosa pensa e che direzione dovrebbe prendere lo sviluppo del Paese», dice a Linkiesta Lorenzo Maternini, cofondatore di Talent Garden, piattaforma leader in Europa per il networking di aziende e la formazione nell’ambito dell’innovazione digitale. Poi aggiunge: «Così ci abbiamo pensato noi».

Talent Garden ha chiamato a raccolta università, fondazioni, aziende e associazioni di settore – Ca’ Foscari, Uni Roma Tre, Enea, Facebook, Apple Academy Napoli, Coldiretti, Intesa San Paolo, Lavazza, Google, tra le altre – chiedendo idee e proposte per il futuro del digitale in Italia, «non grandi piani ideali o macrostrategie, volevamo che ci descrivessero cosa già stanno facendo. Questo può essere un grande contributo per la politica: raccontare ciò che già esiste, e spingere affinché sia incentivato a crescere vuol dire arrivare un motore di sviluppo, per tutta la nazione», dice Maternini.

L’esempio che fa Maternini è quello dello sviluppo tecnologico in un campo come quello museale: come applicare l’innovazione digitale? Un’idea emersa dal tavolo di discussione è quella di implementare una piattaforma di condivisione di dati molto simili a quelle del mondo bancario. «Se si condividono i dati degli utenti dei vari musei si possono capire i comportamenti del turismo a livello nazionale e creare iniziative ad hoc ed erogare i servizi immediatamente più adatti. Un progetto che si potrebbe portare avanti a costi bassissimi».

L’idea di Talent Garden in realtà era nata già durante gli Stati generali convocati dal presidente del Consiglio a Villa Pamphilj lo scorso giugno. «In quelle discussioni sono interpellate tutte le parti sociali ma nessuno del mondo dell’innovazione digitale, che poi sarebbe diventato un punto chiave del Recovery Fund. Forse perché non è ancora un settore influente a livello di Pil, ma i progetti nati in questo ecosistema sono quelli che scrivono il futuro dell’innovazione digitale italiana».

È nato così un gruppo di lavoro per l’innovazione, un luogo di condivisione di esperienze, competenze, capacità di analisi e visione che ha individuato tre grandi aree di intervento: Educazione, Food&Food Tech, Patrimonio culturale – i tre segmenti su cui si concentrano e sui cui puntano maggiormente le aziende e i protagonisti del settore.

Il 15 e 16 ottobre scorso poi si è passato all’azione: si è tenuta una due giorni di confronto dal titolo “Next Generation Italian Innovation Society”, a cui hanno partecipato 500 soggetti differenti, di cui oltre 100 speaker – tra cui 6 ministri e diverse istituzioni, sottolinea il comunicato dell’evento – con più di 80mila collegamenti online al live streaming nella sola prima giornata.

Il risultato finale è sintetizzato in un decalogo: dieci punti con cui si vuole invitare il governo a far confluire parte dei fondi europei a supporto dei tre ambiti strategici per la crescita.

«Prima ancora del valore di ogni singola proposta e di ognuno di quei dieci punti – dice Maternini – mi ha fatto sorpreso la grande attenzione al senso di comunità. Non so quanto abbia influito il covid in questo, ma sembra paradossale: l’idea alla base di ognuno degli attori interpellati era di usare la tecnologia per creare un percorso di di crescita verso una comunità responsabile».

Si intuisce il senso delle parole di Maternini già leggendo il primo dei dieci punti del decalogo, “La riscoperta”, che punta a creare nuovo rapporto tra patrimonio e comunità locale. Si parte del modello e dall’esperienza sperimentata dall’azienda WonderGrottole che nasce dall’idea di riabitare il centro storico del borgo di Grottole, a 30 chilometri da Matera, grazie alla rigenerazione di case abbandonate e alla creazione di una nuova comunità.

Notata e abbracciata da Airbnb, in un mese WonderGrottole ha raccolto interesse di 280mila persone da più di 50 Paesi nel mondo. «Questo significa creare un’opportunità di conservazione e rinascita di una moltitudine di luoghi e borghi storici, così da creare indotto in termini di notorietà e promozione nel mondo delle nostre eccellenze», dice Maternini.

Tutte le dieci proposte contenute nel progetto di Target Italia non vanno intese come una critica all’operato del governo o come una carenza di prospettiva dell’Italia: «Non vogliamo fare polemica – dice Maternini – perché la situazione politica è difficilissima. Però mi sarei aspettato che la prima consultazione partisse proprio da chi lavora nell’innovazione. Invece non c’è stato. Noi siamo l’unico progetto che vuole dar voce a questo ecosistema. Il controsenso sarebbe parlare di Next Generation senza che tutto ciò che racchiude quel Next non sia neanche preso in considerazione».

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